Cultura e Spettacoli

Ma quale Muraglia Pugliese…

In ‘Messapografia, ovvero memorie istoriche di Mesagne’, un testo di Antonio Profilo edito nel 1875, si fa menzione del Limitone o Paretone dei Greci, una muraglia che, estesa per 150 km lungo l’asse Taranto-Lecce, tagliava in due il Salento separando il dominio bizantino da quello longobardo prima dell’anno Mille. Tuttavia nessuna fonte medievale, bizantina o d’altra provenienza conferma l’esistenza di quest’opera e tanto meno parla di Limitone o Paretone. Semplicemente, il Profilo, chissà, acceso da sentimento pansalentinista, diede un nome di fantasia ad un clamoroso abbaglio. Egli scambiò tratti di muraglioni in pietra a secco – ancora oggi in piedi nelle campagne salentine – per i resti di una grande fortificazione. In realtà molti di quei tratti di muraglione sono testimonianza di forme di delimitazione terriera risalenti ad un periodo posteriore alla conquista normanna. Congiungendo con un tratto… di inchiostro questo complesso di ruderi Antonio Profilo delineò nella mente un muro mai esistito. Diversamente, di un’opera altrettanto imponente che il Vallo di Adriano (il divisorio in pietra fatto costruire dall’imperatore romano a separazione della Britannia romana dalla Caledonia dei temuti Pitti) i cronisti del tempo non avrebbero mancato di parlare. Certamente un confine fra possedimenti longobardi e possedimenti bizantini dovette essere tracciato ma, più volte, data l’instabilità dei rapporti fra le due potenze. A queste condizioni l’edificazione di una muraglia dal carattere definitivo era impensabile. Pensabile è invece una linea di demarcazione  costituita da una teoria di piccole fortificazioni ravvicinate ed erette in pietra a secco. Un confine ‘mobile’, nel senso che queste fortificazioni, veloci da approntare, consentivano alla frontiera di avanzare o retrocedere rapidamente a seconda dei casi. I più consistenti avanzi del preteso Paretone evidenziano tratti di muratura a secco realizzati con pietre di modeste dimensioni, il che fa pensare più a recinti per guarnigioni che ad opere difensive di sbarramento. E il fatto che tracce di fossato e di strade costeggino questi fortilizi non corroborano l’idea di una smisurata barriera muraria bensì quella di un’agile ‘linea di dissuasione’ dove una carrareccia collegava tutti i posti di guardia, a loro volta difesi da brevi avvallamenti artificiali che potevano essere stati pensati anche come canali derivatori contro le piene dei torrenti stagionali. In conclusione, nessuna Muraglia Pugliese. Mancarono per costruirla il tempo, il denaro e una valida ragione strategica. Certe imprese sono solo ad appannaggio dei giganti della Storia come la Roma dei Cesari o la Cina dei Mandarini.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 16 Settembre 2016

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