Cultura e Spettacoli

Minima moralia (Meditazioni sulla Vita Offesa. T. Adorno) (47)

Ho, immediatamente, rimosso dal mio selezionato Stuolo di Amici e Amiche ”fecebookiani” un bitontino, residente nella zona rossa della lombardia, che MI aveva chiesto la virtuale amicizia, il quale ha pubblicato un ”post”, che trascrivo, come esso recita: ”Salvini, guida spirituale e politica, prega per noi”. Codesto “post”  assevera il mio fermo Convincimento che il razzismo nordista, esecrabile, volgare, da assoluta ignoranza delle Storia, di bossi e dei bossiani, prima, di salvini e dei salviniani, dopo, non è, assolutamente, praticato, seguito da un codazzo, nel presente dimidiato, di Lombardi di antica Data e, forse, Nobiltà, ma dalla tapineria lombarda, costituita da meridionali dell’ ”ex regno delle due sicilie”(dal garigliano alla sicula trinacria), di seconda, terza o quarta generazione (MI dicono che la moglie di bossi sia siciliana) che, ormai, hanno perso tutti i legami famigliari, culturali, linguistici con le terre, che  generarono i loro Maggiori e che, dismessa, finalmente, la classica valigia di cartone, adornata di spaghi, in cui erano, gelosamente, custodite povere cianfrusaglie, testimone, indubitabile, ineludibile, della povertà, della fame avita, hanno cominciato a temere che l’avvicendarsi continuo di morti di fame, dal sud dell’italietta e dal globo senza confini nel nord dell’italietta, economicamente, vivace, potesse, possa, potrà mettere in pericolo il loro recente, comunque precario, modesto benessere. A dire il vero, non è precario, né modesto il benessere del calabrese gennaro gattuso (gennaro: “nomen omen” di un individuo che un pochino rinnega) e di non pochi altri, che si vergognano di avere innominabili parentele “terronie”, il quale in una intervista, con mia profonda indignazione, ebbe a dichiarare: ”Beh, quelli della lega dicono cose giuste”. Una guerra tra poveracci, dunque, ex e novi, di spirito e di “porta zecchini” vuoto, Diceva mia Nonna. Non è la sede questa: per analizzare le motivazioni economiche, politiche culturali della inestinguibile guerra in atto, di cui sopra; per indicare al pubblico ludibrio i veri responsabili, di ieri e di oggi, i mandanti, di ieri e di oggi, di essa. Ma gli Uomini di Buona Volontà, Decisi, Fermi, nel loro Essere Parola e Azione Libere nel Controllo e nella Critica delle malefatte del potere e dei suoi scherani, di ieri e di oggi, devono guardarsi, soprattutto, dalle pulci arrivate nella farina, integrale, magari, o integralista, non per avere implorato il cuore immacolato di maria, come predica il blasfemo salvini, sebbene per quelle coincidenti alee fortunate, che possono arridere in qualsiasi momento a qualsiasi uomo o omuncolo, nativo o proveniente da qualsiasi zolla del pianeta ”Terra”. Sono costoro a formare il numero (formalmente, democratico: torme di voti, recentemente, a salvini; qualche anno fa a renzi; per venti anni a berlusconi; per cinquanta anni alla democrazia cattolica del più volte imputato in concorso di delitti di mafia, andreotti e del massone cossiga), su cui, coloro che possono ciò che vogliono “pro sibi atque ad personam”, “qui manent optime” nella nenniana ”stanza dei bottoni”, contano per, falsamente, affermare che le loro deliberazioni sono state prese, sono prese, saranno prese per il bene del paese, del popolo, della collettività. Macrogruppi sociali codesti, chiamati in causa dai loro ricorrenti ”benefattori”, per la maggior parte dei loro componenti o  ignari di potere contare su sconosciuti, benevoli “tutors” o da “Amici”, da “Uomini e Donne”, dal ”Grande Fratello”, dalle pedate dei mercenari del ”calcio”, assolutamente, completamente, criminalmente, distratti dai problemi che, senza la loro consapevolezza della gravità di essi, li angustiano, sino a ridurli “in mutande”, mentre i proprietari di esse sono nello stato di onanistica, onirica sonnolenza catodica.

 

 

IO Paragono i cantanti o pseudo tali della non musica leggera (La Musica non ha aggettivazioni), ovviamente, quelli che, grazie alla stronzaggine delle masse, non Educate a Gustare le Creazioni, di qualsiasi Genere Artistico, che Si Elevano alla Bellezza, vanno per la maggiore, ai calciatori, che usano i piedi per i grandi “club”, idolatrati da greggi di pecore impazzite e, perché “sine cerebro”, violente. I primi con qualche “giro di do” col ditino, compongono canzonette di successo, il più delle volte ad orecchio, non sapendo leggere né scrivere di musica e, strimpellandole con rumorose chitarrate in stadi, strapieni di “persone” (maschere eterodirette da insana pubblicità), guadagnano montagne di euro, tanto da vegetare da nababbi.  I secondi, con qualche domenicale pedata ad una palla, guadagnano ingaggi da vergogna, per le unidimensionali abilità, di cui fanno mostra, per la fatica, non da scaricatori portuali, a cui si sottopongono, grazie, non MI Stancherò, giammai di Ribadirlo, a una marea di malati di tifo petecchiale. E Vengo al dunque. Domenica sera, 5 aprile 2020, su “rai2” il sacerdote della sottocultura musicale media, quando non scadente, il fabio fazio, il capataz del programma televisivo “Che tempo che fa”, si vantò, narcisisticamente, di ospitare nella sua trasmissione catodica, facendolo esibire dalla sua casa, sting, il famoso tra i famosi “vip” della canzonetta. Ebbene, tanto rumore faziano per il nulla artistico e musicale. Infatti, quella di sting fu un’esibizione, assolutamente, scadente, sia dal punto di vista canoro (voce stonata, ragliante, gracchiante), sia dal punto di vista, eminentemente, musicale, si fa per dire, con una chitarrata rompitimpani. Tanto che lo stesso fazio, alla fine della “performance” della cosiddetta “star”, immeritatamente, internazionale, pareva allibito per la pochezza artistica di ciò che il suo ospite, tanto idolatrato negli immensi ovili del brutto, oltre  che da lui, aveva offerto agli italiettini telespettatori. Senza, pero, il mio stupore e il conseguente scandalo, seppur con la mia irrevocabile Indignazione. MI piacerebbe sapere quanto sarà costata al contribuente italiettino la merdata di qualche minuto, che fazio ha preteso di far ingoiare a ME e a qualche milione di spettatori delle sue numerose, ormai annose, altrettali, cambronnate? Tra l’altro. i Latini Ammonivano, spesso: ”similem cum simili faccillime congregari”(il simile con il simile facilmente s’accoppiano). Ahimè!

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano


Pubblicato il 7 Aprile 2020

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