Cultura e Spettacoli

Minima moralia (Meditazioni sulla Vita Offesa. T. Adorno) (62)

Non sono, mai, impazzito per de gasperi,  l’emerito venditore dell’italietta agli ”states” per la miseria di qualche nave di grano, ma che l’attuale ministro degli esteri, il ragazzino di maio, eterno fuori corso nella facoltà di giurisprudenza di un ateneo napoletano, l’ex bibitaro sugli spalti del “san paolo”  in  napoli, il baciatore della teca di san gennaro, come i peggiori esponenti del democristianume partenopeo, per spillare voti

all’ altrettanto peggiore,  becero radicalismo cattolico, non si sia sentito in dovere di prendere a calci in culo qualche leccaculo che l’ha paragonato, addirittura, al politico trentino, limitandosi a una pudica, virginale manifestazione, espressione di falsa modestia: ”E’ un complimento!.” Tanta sottaciuta boria è la spia della balordaggine del personaggio, un aspirante fallito alla gloria di masaniello, in giacca e cravatta, piccoloborghesizzato, lindo, e pinto, che fa il ministro degli esteri, chiuso nel suo ufficio,  in stile architettura da bel ventennio, ché il suo capo, di cui egli fu il capo, agli albori dell’avventura nel politicume dell’ ”avvocato del popolo”, in quella cuccia ristretto lo tiene, mettendolo a balia di una decina di cortigiani, ché non vada in giro a fare sfracelli. Se è possibile il “monstrum”, di maio MI fa più penoso schifo di renzi, di salvini, di di battista, di fico, della meloni, della azzolina, insomma, di conte con il suo casalino, più di tutta la nuova generazione degli attuali  occupanti “provvisori” del ”palazzo”. I passati occupanti,  da “esso” sfrattati, hanno lasciato un’italietta indebitata, devastata dalla corruzione, in balia di mafie native e d’importazione, incrudelita, anche, per il declino culturale irreversibile degli italiettini, rincretiniti dai “media” e dai “social”,  mediocri sì furono,”sed” ingentiliti da una certa patina culturale; i pari d’età di di maio di contro, sono mediocri affatto. E’, purtroppo, la caratteristica della democrazia appiattirsi sulla ”mediocrità”, dal momento che i suoi mentori, i suoi gestori sono ai suoi scranni elevati con lo strumento del voto, che si pesa e non si valuta; che, come la romana “pecunia”, “non olet”, pur espresso dalla sovranità inconsapevole, calata dall’alto di una presunzione giuridica e costituzionale, di un popolo al 90% di ignoranti, di affaristi, di qualunquisti, di lontani da qualsiasi forma di Partecipazione alla Socialità, alla Realizzazione del ”Bene Comune”, che Dovrebbe Essere il Movente Principe, Precipuo dell’Impegno Politico. “Sic stantibus rebus”, un popolo di mediocri capacità cognitive, intellettive, istintivamente, si tiene lontano dal Talento, dalla Genialità dei Pochi, delle Eccezioni al suo interno e, democraticamente, sceglie, elegge, si lega ai mediocri. Ahimè, la tirannide, spesso, è  il regime della genialità del male, la democrazia è il regime dell’annientamento della genialità, “tout court”, nel “palazzo” e alle falde di esso. “Tamen”, il di maio, oltre a farmi schifo con e più dei suoi coetanei, attualmente, allocati nel palazzo, contestualmente, MI fa pure tanta pena, ché cosa sarà di lui, quando fra qualche mese o, anche, qualche anno si sveglierà dall’esaltante, per lui, non per gli italiani, sogno e si ritroverà, essendo senz’arte, né parte a vendere bibite in qualche arena italiota?. Di lui, che senza alcuna vergogna, sbeffeggiando i milioni di poveri nel mondo, di senza tetto, di affamati, s’inventò la mascalzonata di avere sconfitto la povertà e tante altre minchiate, che dalla sua bocca venivano considerate, addirittura, di spessore storico. Beh, devo rettificare: grazie al senato italiettino, i vitalizi in favore degli ex parlamentari sono stati ripristinati, con gran sollievo degli stellati che, per lisciare il culo al popolicchio invidioso e guadagnarne il consenso, erano stati i mallevadori della loro soppressione. Se tanto MI dà tanto, di maio “cum suis simillubus”, pur non avendo, mai, lavorato in vita sua, ma avendo, per qualche tempo, giochicchiato tra ”montecitorio” e la ”farnesina”, da non voluto (il non voluto è una emerita falsità, conseguenza delle reticenze mentali di tutti i grillini) pensionato ”vitalizziato” e da omino maturo, mano nella mano del suo fantolo, si recherà a visitare i luoghi, ove il potere è di casa, e, con l’indice dipanato in alto, al suo prodotto spermatozioico, gonfio di lacrimosa nostalgia, dirà: ”Vedi, o mio, quando ero piccolo, come te, in quelle stanze sono stato una specie di romolo augustolo o piccolo augusto, l’ultimo imperatore dell’impero romano d’occidente, nel settembre del 476 d. c. deposto dal generale barbaro odoacre. Va buon, scurdammoc do passat e jammc a mangà nu babà!”.

 

Una valanga di asini si abbatterà sulle università italiettine. Il 99,5% di promossi agli esami di stato, per il conseguimento di maturità (?) e diplomi, MI costringe a Rimembrare ciò che MI Raccontò un mio Amico Poliziotto in servizio presso la stazione centrale di una grande città italiettina:”Caro Gaetano, stamane s’è fermato e, poi, ripartito con tutti gli onori un treno carico di sigarette di contrabbando e, dopo qualche ora, hanno fermato un vecchietto che, all’esterno della stazione, s’era appostato a vendere qualche stecca di sigarette, ovviamente, di contrabbando”. Nella Lingua di bitonto, un adagio Recita:” Nan s’abbad a r mlon e s’abbad a r mlncidd – Non si bada ai meloni grossi e si bada, invece, ai meloni piccoli”. L’esigua minoranza di bocciati era, forse, composta di senza testa? Così, per attirare l’attenzione su di essi, i meloni piccoli mostrano inesorabili segni di marcio, come in danimarca? Ogni tanto una retata, con tanto di telecamere e di pennivendoli al seguito; ogni tanto  un’incursione in una pescheria a requisire pesciume senza tracciabilità; uno 0,5% di bocciati, tirati fuori alla cieca, come i conigli, tirati fuori a caso dalla gabbia d’allevamento, per un ghiotto arrosto, per, falsamene, mostrare al popolo bue che chi di dovere esiste, che lo stato esiste, che entrambi fanno ciò che ad essi compete. Vergogna! Non si spiega, diversamente, il calo di prestigio degli insegnanti italiettini (quelli “d’antan” non si potevano, neanche, “zoomare” con gli occhi!), se non per essersi essi, da tempo, a far dal ’68 del secolo scorso, limitati a leggere le veline rilasciate dal potere, che loro ingiungeva, ingiunge: ”Todos caballeros!”, per illudere il popolo bue che con il  solo pezzo di carta i suoi fantoli sarebbero stati, sarebbero in grado di acciuffare l’ascensore sociale. Con il risultato che in alto rimangono, ancora, i prodotti spermatozoici di coloro che, da sempre, di generazione in generazione, abitano l’empireo sociale ”et, semper, hic, stant atque stabunt optime”.

 

“Vogliamo giustizia”, è il lamento, quasi, quotidiano dei famigliari, ad, esempio, degli Operai, straziati nell’incendio della “thyssenkrupp”, dei genitori di Luca Sacchi, di Marco Vannini. Quando il Dolore e lo Strazio ci Colgono per la Morte violenta di una Creatura, a noi, Cara, non dovremmo aspettarci più niente, ché tutto si è Vissuto e Consumato. Non sono credente e meno che mai cattolico, ma, per Parafrasare il Divino Totò de “La Livella”, gli Operai, di cui copra, Luca, Marco “Appartengono, ormai, alla Morte” e la giustizia riparatrice, se non vendicatrice, dei torti, da noi subiti, appartiene ai vivi.

 

Leggo su un “post facebookiano” una raccomandazione: ”Amiamo il mare e, soprattutto, rispettiamolo”. Avremmo dovuto…! Cosa è, mai, più possibile fare di/per una immensa pozzanghera, ingolfata di deiezioni da una umanità che, nei millenni, non ha saputo fare altro, altro non sa fare che ”cagare”?

 

Alfredo  Robledo, ex procuratore di milano, ha in una intervista dichiarato: ”Per fare carriera nella magistratura, servono gli appoggi, non il merito”. Se ciò che avrebbe detto codesto signore è vero e non una “fake news” (Fonte:Libero quotidiano.it), dobbiamo vergognarci tutti, in quanto facciamo parte, senza reagire, di un sistema, sociale, politico, economico, culturale, eminentemente, corrotto. E Mattarella, presidente del consiglio superiore della magistratura, cosa dice, quale uso intende fare della denuncia di codesto alto magistrato che, per essere arrivato, anch’egli in alto, è, assolutamente, in grado di svelare  gli illeciti (a dire poco) maneggi, che si perpetrano nei sepolcri della Legge?

 

Il bergoglio, alias papa francesco, in un “murales” è stato rappresentato nelle vesti, nel ruolo sociale di “clochard”. Evidentemente, l’autore del “murales” ha immaginato che il bergoglio abbia fatto suo l’adagio latino che recita: ”Semel in anno licet insanire”, cioè, a carnevale.

 

 

Spesso, vengono postate su ”facebook” fanfaronate, come questa: ”O giovani, battetevi, sempre, per la libertà, per la pace, per la giustizia sociale”. Composizione di sandro pertini, cioè, il presidente delle astratte banalità e, pur, a suo dire, socialista, della reboante retorica fascista, a sua insaputa.

 

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano.

 

 


Pubblicato il 21 Luglio 2020

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