Cultura e Spettacoli

Nel limbo, il sangue, le lacrime

Quale altro bagno di sangue è ‘Amleto’. Al termine i sopravvissuti si possono contare sulle mani. Ma che ne é dei morti? Essi varcano la fatale soglia a così poca distanza l’uno dall’altro da ritrovarsi nell’Altrove – o più probabilmente nell’anticamera dello stesso – come trasferiti in blocco. Allora, comprensibilmente disorientati dal non-luogo, ancora scossi dal travagliato epilogo delle rispettive esistenze, si aggrappano l’uno all’altro. Un comportamento da ‘naufraghi’ che li porta a ripercorrere le stesse vicissitudini che li hanno condotti all’altro mondo. Una ricostruzione, la loro, che si può immaginare piena di libertà ed omissioni, di salti e tagli. Ma, gratta gratta, più che una mal riuscita ‘copia’ del vissuto, essa si svela germana di quest’ultimo, essendo entrambi figli dello stesso abominevole padre : l’istinto di sopraffazione… Tale la sensazione suscitata dalla visione di ‘Amleto’, uno spettacolo della compagnia Scene Teatro allestito recentemente nell’atrio del Monastero del Soccorso ad Altamura nell’ambito del Festival dell’Estate 2020. ‘Amleto’, che nasce da un’idea di Scene Teatro col contributo di Daniele Sirotti, porta in scena solo quattro personaggi : Amleto, Gertrude, Claudio e Ofelia, sui quali il testo originale viene ben modellato. Si diceva prima di un sentore di limbo, di inafferrabilità. Esso prende forma già all’incipit : in uno spazio scarno, corredato solo da un paio di sedie bianche e un tavolinetto, i protagonisti, ancora intrisi di sangue e lacrime, vagano smarriti. Poi, riconoscendosi, catturati da una malia inesorabile, riattivano qualcosa di simile ad una ‘dipendenza, a qualcosa che assomiglia a un meccanismo. Cosa che avviene senza necessità di scene, di oggetti, di costumi. Un meccanismo inquietante, anche,  irresistibile, che va avanti sino all’ultima goccia di sangue, sino all’ultima lacrima. E dopo ? Dopo è lecito pensare ad un loop, ad un nastro che si riavvolga e riprenda a girare, chiamando Amleto e compagni a ripetersi senza fine alla stregua di dannati danteschi. Oppure, volendo schiudere uno spiraglio alla speranza, si può immaginare lo stesso supplizio che per ‘purgante’ consunzione finisca col dissolvere i protagonisti, liberandoli. L’energia non manca a questo allestimento, che vive qua e là momenti anche buoni. Le musiche di Massimo Abrescia avvolgono il gesto dei bravi Claudio Ciraci (Amleto), Tiziana Manfredi (Ofelia), Susi Rutigliano (Gertrude), Maurizio Sarubbi (Re Claudio) e Roberto Romeo (voce dello spettro). Hanno collaborato a vario titolo : Claudia Cozzolino, Silvio Sciacovelli, Francesco Di Filippo e Roberto Romeo.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 10 Settembre 2020

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