Cronaca

“Nessun bambino è un errore”

 

“Nessun bambino è un errore”: il cartello a colori campeggia davanti all’ ingresso della parrocchia San Giovanni Battista, Poggiofranco. Domenica mattina, poco dopo le otto, il cellulare del parroco, don Antonio Ruccia squilla. E’ il sistema che collega la sofisticata culla termica posta fuori alla parrocchia a quello del parroco e del Policlinico. Trafelato, don Antonio vi scopre un lattante, e chiama il personale sanitario. Tutto il resto è roba di oggi. Abbiamo avvicinato don Antonio.

Don Antonio, nessun bambino è un errore…

“Questa è la miglior dimostrazione, qui non ci sono sbagli. Una vita salvata, in un momento nel quale la vita stessa sembra avere poca importanza è una cosa bellissima ed importante. Sembra un’inversione di tendenza e una speranza, in chiave di ottimismo dopo la parentesi Covid”.

Un quartiere anziano o almeno maturo il suo…

“Infatti l’età media è alta. Proprio per questo ritengo che questo lieto evento possa essere letto come cambio di rotta.”.

E se questo bimbo fosse stato lasciato per motivi di sussistenza economica?

“Temo che possa essere andata così, anche se non ne sono certo. Innegabilmente la crisi economica, la mancanza di lavoro, la poca stabilità operano negativamente e rendono ansiogeno un evento, l’arrivo del figlio, che invece dovrebbe essere motivo di gioia”.

Contento?

“Certo, è stato salvato un essere umano e le dico, per fortuna che lo hanno messo in quella culla e non in un cassonetto. Sono certo che chiunque lo accoglierà, lo farà con amore e delicatezza”.

Sin qui don Antonio Ruccia, misurato nelle dichiarazioni. Tuttavia, questo va detto, la culla che ha risparmiato una vita umana, nei primi tempi è stata vista e letta con un certo scetticismo da qualche parrocchiano. Ecco, chi a quel tempo mugugnò, faccia ammenda.

Bruno Volpe

 


Pubblicato il 21 Luglio 2020

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