Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano con Dino Buzzati (III parte)

Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi

 Nel 1933 esce il primo romanzo di Dino BuzzatiBàrnabo delle montagne, al quale segue dopo due anni Il segreto del Bosco Vecchio. Da entrambe le opere vengono tratti film: il primo girato da Mario Brenta nel 1994, il secondo da Ermanno Olmi nel 1993. Nel gennaio del 1939 consegna il manoscritto del suo capolavoro, il suo libro più amato e conosciuto, Il deserto dei Tartari che diverrà un emblema della letteratura del Novecento. In seguito, Buzzati si imbarca a Napoli sulla nave Colombo e parte per Addis Abeba, come cronista e fotoreporter, inviato speciale del “Corriere della Sera”. E’ il 1939 e la seconda guerra mondiale è alle porte. L’anno successivo, infatti, parte dallo stesso porto come corrispondente di guerra sull’incrociatore Fiume. Partecipa così seppure come testimone, alle battaglie di Capo Teulada e di Capo Matapan ed alla seconda battaglia della Sirte, inviando i suoi articoli al giornale. Sarà sua anche la “Cronaca di ore memorabili” apparsa sulla prima pagina del “Corriere della Sera” il 25 aprile 1945, giorno della Liberazione.

 

Aprile 1945
Ecco, la guerra è finita.
Si è fatto silenzio sull’Europa.
E sui mari intorno ricominciano di notte a navigare i lumi.
Dal letto dove sono disteso posso finalmente guardare le stelle.
Come siamo felici.
A metà del pranzo la mamma si è messa improvvisamente a piangere per la gioia,
nessuno era più capace di andare avanti a parlare.
Che da stasera la gente ricominci a essere buona?
Spari di gioia per le vie, finestre accese a sterminio,
tutti sono diventati pazzi, ridono, si abbracciano,
i più duri tipi dicono strane parole dimenticate.
Felicità su tutto il mondo è pace!
Infatti quante cose orribili passate per sempre.
Non udremo più misteriosi schianti nella notte che gelano il sangue
e al rombo ansimante dei motori le case non saranno mai più così immobili e nere.
Non arriveranno più piccoli biglietti colorati con sentenze fatali,
Non più al davanzale per ore, mesi, anni, aspettando lui che ritorni.
Non più le Moire lanciate sul mondo a prendere uno qua uno là senza preavviso,
e sentirle perennemente nell’aria, notte e dì capricciose tiranne.
Non più, non più, ecco tutto;
Dio come siamo felici

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte


Pubblicato il 20 Ottobre 2022

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