Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano con Giovanni Raboni (II parte)

Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi

Fin da giovanissimo Giovanni Raboni ha unito la passione per la letteratura e la poesia all’interesse per la musica, il teatro e la pittura, di cui resta a testimonianza la precoce composizione di un poemetto ispirato alla vita di Giotto. Durante la guerra, pur nella consapevolezza di quanto stava accadendo, trascorre anni sereni e di grandi letture grazie alla passione che il padre gli trasmette per la letteratura europea. Legge Proust e grandi scrittori italiani del Novecento tra i quali Quasimodo, Buzzati e Piovene. Inoltre riesce con l’aiuto del padre, a leggere una delle poche copie di “Americana”, l’antologia in cui Elio Vittorini raccoglie i grandi racconti dei più famosi scrittori americani dell’epoca, da Hemingway fino a Thomas Wolfe. Tutte queste letture spingono Giovanni, dopo la Liberazione, ad iscriversi al liceo Carducci, anche se dopo poco tempo decide di continuare a studiare privatamente, fino a conseguire la maturità nel 1950. Nel frattempo stringe una grande amicizia con il poeta di Luino Vittorio Sereni, che ha appena pubblicato la sua raccolta poetica “Diario d’Algeria”,

Mai davvero felice e mai del tutto
infelice – oh, l’ho capito; e mi regolo.
Ma pensare la gioia, almeno quello:
pensarla! e qualche volta, senza farsi
troppe idee, senza montarsi la testa,
annusarla, sfiorarla con le dita
come se fosse (non lo è?) l’avanzo
della vita d’un santo, una reliquia.

(da Barlumi di storia)

 

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte


Pubblicato il 18 Aprile 2024

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