Cultura e Spettacoli

Per Lea questo e altro

Il testimone di giustizia è una figura introdotta nel nostro ordinamento giuridico nel 2001. E’ considerato testimone di giustizia chi, non avendo commesso alcun reato (ma spesso essendone stato vittima), decide di collaborare con lo Stato fornendo informazioni utili alle indagini, così mettendo a rischio la propria vita e quella dei familiari. I testimoni di giustizia hanno diritto a speciali misure di protezione ed assistenza, anche economica. Lea Garofalo è stata una ‘testimone di Giustizia’ prima d’essere eliminata dalla ‘ndrangheta nel 2009, all’età di trentacinque anni. Ai tanti gesti che omaggiano questa donna coraggiosa si è aggiunto un lavoro di Giovanni Gentile, che fino a questa sera è in cartellone al Teatro Duse. Interpretato da Barbara Grilli, ‘Denuncio tutti! Lea’ ripercorre il solco di un precedente lavoro di Gentile (‘Chi ha paura di Aldo Moro’). L’autore ripropone una scrittura complessa e dettagliata che, partendo  dal caso Garofalo, prova a ricostruire la genesi e lo sviluppo del fenomeno ‘ndranghetista (digressione certamente utile, ma anche troppo lunga). Con le modalità tipiche di quel giornalismo ‘d’inchiesta e narrazione’ che oggi spopola sul piccolo schermo, una giovane donna racconta, ricostruisce, si appassiona, vive e dipana una vicenda incredibilmente ingarbugliata e che mette i brividi. Questa volta la Grilli non deve sfiancarsi in un esercizio di trasformismo. La morra di figure che orbitano intorno a Lea Garofalo e che qui vengono chiamate in causa vedono l’interprete in posizione neutrale (ma fino a un certo punto). La ‘denuncia’ di Lea è un altro amaro diluvio di parole che non conosce interruzioni, salvo qualche brano di   Gaber, dei Led Zeppelin e di altri autori. Non sostenuta da proiezioni, immagini o supporti scenografici, l’interprete è chiamata agli straordinari. Ma per Lea questo ed altro, sicché Barbara Grilli si riconferma brava e generosissima. Un lavoro spartano, a tasso spettacolare volutamente basso, a suo modo formativo e contro informativo. Vivo l’apprezzamento del pubblico che, come sempre in questi casi, ha abbandonato la platea in uno stato d’animo sospeso tra indignazione e frustrazione. Perché ‘Denuncio tutti! Lea’ è fra le righe canto d’impotenza. Denunce, arresti e condanne non vengono lesinati agli industriali del crimine, eppure il grande affannarsi di tutori dell’ordine, Pubblici Ministeri, Magistrati (e giornalisti) di fatto si esaurisce nell’effetto della goccia nell’oceano. Estirpare la ‘ndrangheta, come la mafia, la camorra o la sacra corona significherebbe neutralizzare un italiano su dieci, a tal punto essendo estese le metastasi del male storico che ci rosicchia. Dopotutto, l’unico problema dell’Italia resta il fatto d’essere piena di italiani.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 29 Giugno 2018

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