Cultura e Spettacoli

Quando il buon gusto diventa merce rara

Di recente ad una Fiera dell’abito da sposa, nel corso di un dibattito, un giornalista domandava a uno dei massimi esponenti del settore se fosse un buon business quello dell’abito da sposa e del banchetto nuziale stante la crisi e il crollo dei matrimoni, religiosi soprattutto. Al che l’industriale ammetteva una “preoccupante flessione”, per fortuna ciò sarebbe compensato dallo “zoccolo duro del Meridione” .

In altre parole qui a sud siamo capaci di rinunciare alle vacanze, al dentista, al rinnovo dell’arredamento, non al “fare figura” in occasione di compleanni, onomastici, ricorrenze nuziali, battesimi, comunioni, cresime e, soprattutto, matrimoni. Sono queste occasioni troppo ghiotte perché il nostro provincialismo se le faccia scappare. Per il piccolo (molto piccolo) borghese l’ansia tamarra di mettersi in mostra, di sfidarsi a chi ‘alza’ la festa più sontuosa (vogliamo dire pacchiana?), di chiudere la bocca al vicino di casa, al collega o al parente invidioso, di giocare per un giorno al ‘signore’ è talmente forte da annebbiare la ragione. Sta diventando consuetudine nei quartieri popolari di Bari festeggiare al di là delle proprie tasche e del buon senso. Ogni pretesto è buono. La casa nuova, l’auto appena uscita dalla concessionaria, il posto di lavoro ? Avanti con i fuochi d’artificio, le piccole fanfare, i bottiglioni di champagne sprecato a spruzzo. E se di mezzo c’è l’anniversario del ‘proprio’ Santo o una qualche grazia ricevuta, si può procedere anche con le luminarie. E sullo sfondo, come figuranti di un colossal, una morra di gente gongolante e parata a festa, goffa o affettata nelle posture, e che nella malagrazia con cui indossa cose firmate tradisce la natura imperdonabilmente plebea. Per un giorno di follia si polverizzano migliaia di euro, si saccheggiano risparmi. La parola d’ordine è  vivere alla grande, al di sopra delle proprie possibilità, a sfregio della crisi. Un atteggiamento, se vogliamo, diffuso anche tra i ceti più elevati (come spiegare bar, caffè, pizzerie e ristoranti perennemente affollati?). Insomma, si esagera. L’ultimo acuto in fatto di esagerazione è stato registrato alcuni giorni or sono al Libertà, dove  per una comunione sono state noleggiate due limousine bianche, quelle assurdità lunghe otto metri dove a bordo manca solo il bagno con la doccia ; cose oggi snobbate persino dai divi di Hollywood e dagli straricchi principi arabi. C’è da chiedersi per quel piccolo o quella piccola investiti del secondo sacramento cosa sia riservato per la cresima, un jumbo jet? E per il matrimonio, un’astronave aliena? Il buon gusto sta diventando merce rara. I calciatori esultano con numeri da circo, uomini pubblici fanno le corna in pubblico, all’ora di pranzo in tv reclamizzano pannoloni….

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 31 Maggio 2013

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