Cultura e Spettacoli

Quelle ‘pile’ che non scadono mai…

In Puglia si chiamano ‘pile’. Si tratta di vasche di forma per lo più rettangolare  ricavate a colpi di scalpello da un unico blocco di roccia. Anticamente venivano adoperate come lavatoi, abbeveratoi e rozze vasche da bagno oppure come depositi di sostanze alimentari (olio, vino, granaglie). La fatica necessaria a produrle è facilmente immaginabile. Benché  l’avvento della tecnologia consenta al presente una produzione assai economica e affatto  faticosa di pile, nessuno più ne fabbrica. Per conservare derrate, dissetare animali, pulire indumenti o curare l’igiene personale si preferiscono oggi contenitori in lega o plastica che presentano il vantaggio di una estrema leggerezza e di una migliore efficienza. Al più, per venire incontro alle esigenze della committenza più snob, molte imprese di casa nostra si sono specializzate nella realizzazione di lavandini, lavelli, vasche da bagno e piatti doccia in graniglia di marmo o in pietra ricomposta ; si tratta, nel primo caso, di granuli di marmo che hanno come legame calce di ciottolo e, nel secondo, di polvere di marmo mista a cemento e resina (in entrambi i casi, la ‘pasta’ vien fatta solidificare all’interno di apposite formelle). Eppure la domanda di ‘pile’ si mantiene alta ; le cercano, ancora i signoroni, per farne gigantesche graste (vi puoi piantare anche un olivo) con cui decorare ville, villette e case per le vacanze. A soddisfare la domanda provvedono antiquari e rigattieri, e a prezzi da capogiro (per una pila da 70 x 110 cm. sono arrivati a chiedere 2mila euro) ; chi voglia risparmiare – si scende a metà o ad un terzo del valore originale – dovrà contentarsi di pile di seconda scelta, ovvero lesionatesi nel corso di operazioni di ‘spostamento’. Ma siccome la merce scarseggia, non resta che arrangiarsi. A rubare le pile da proprietà in abbandono o anche all’interno di proprietà recintate è la manovalanza della malavita. Come si fa a sollevare manufatti che in alcuni casi arrivano a pesare anche 500 kg ? Può bastare anche un uomo solo, purché disponga di un camioncino e di un carrello elevatore. Giunto a destinazione, l’uomo scende dal mezzo, abbassa la sponda del pianale, sale a bordo del ‘muletto’, raggiunge la preda, la solleva e risale a bordo del camion con carrello e pila. Facile, no? In capo a due minuti il colpo è fatto. Una cosa assai meno rischiosa che, in passato, spiantare un olivo dal Salento e trasferirlo in Padania. Ma, mentre ora è possibile acquistare un olivo antico presso un qualunque vivaio, per le pile non funziona allo stesso modo. L’articolo in questione sta diventando sempre più raro e quel che si poteva rubare è stato già rubato. Succede allora che ad essere derubate siano persone già a loro volta ladre…
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Pubblicato il 21 Settembre 2011

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