Cultura e Spettacoli

Roccaforzata? Un abbaglio ‘aneddotico’

L’anno prossimo ricorrerà il duecentesimo anniversario della morte di Giovanni Paisiello (ad oggi, manca giusto un anno). Immaginiamo gli studiosi già all’opera per ricordare degnamente quest’altro illustre figlio della nostra terra. Si parlerà di partiture inedite e ritrovate in qualche archivio, di composizioni a lui attribuite erroneamente, di nuovi contributi critici. Fra gli argomenti ritenuti minori ci sarà forse spazio anche per la recente diatriba a proposito del luogo di nascita del celebre compositore. Giovanni Paisiello nacque a Taranto oppure a Roccaforzata, un minuscolo centro del tarantino? Lorenzo Mattei, che cura la relativa scheda in ‘Dizionario Biografico degli Italiani’, non ha dubbi: Giovanni Paisiello nacque nella città dei due mari. Mattei sa di non disporre di prove inoppugnabili. Nessuno è mai riuscito a risalire al registro parrocchiale sul quale venne dichiarata la nascita del piccolo Paisiello (fino al 1871 le funzioni di ufficiale di stato civile erano espletate dai parroci). Forse quei dati perirono in qualche incendio, forse andarono dispersi nel trasferimento dei faldoni dalla chiesa al neonato Servizio Anagrafico Comunale… Mattei però dispone di due importanti indizi: l’atto di battesimo è conservato nell’Archivio della Curia Arcivescovile di Taranto, mentre dal catasto onciario di quella città del 1746 si evince che il maniscalco Francesco Paisiello (“d’anni 35”), padre di Giovanni, risiedeva con la moglie e con i figli nell’abitazione del cognato sacerdote, Francesco Fuggiale, abitazione situata alle spalle del Duomo tarantino… Veniamo al primo punto: In passato si usava battezzare i bambini appena dopo la nascita, essendo frequenti le morti premature. Nessuna puerpera avrebbe affrontato un viaggio di tredici chilometri (tutt’altro che uno scherzo con le strade e i mezzi di una volta) per far battezzare il proprio bambino a Taranto. Quanto al secondo punto, come potevano esistere maniscalchi in una borgata di neanche cento d’anime (se oggi Roccaforzata conta meno di 2mila persone, figuriamoci due secoli e mezzo fa), questo pugno di case arroccate in vetta all’isolata Serra di Sant’Elia, che si eleva a 145 metri?.. A parlare di Roccaforzata, ma sulla base di una “notizia aneddotica”, è stato Alberto Ghislanzoni nel suo ‘Giuseppe Paisiello, valutazioni critiche rettificate’ (Roma, 1969). Che il Ghislanzoni abbia preso un granchio viene indirettamente confermato dal ‘Dizionario corografico dell’Italia’, edito a Milano nel 1866. Alla voce Roccaforzata, il Paisiello non è menzionato tra le glorie cittadine che il sindaco del paese elencò al compilatore della scheda, tale Amato Amati. E all’epoca della pubblicazione erano passati cinquant’anni dalla scomparsa del compositore… Per quale motivo un Comune dalla storia affatto ricca avrebbe dovuto lasciarsi scappare l’occasione per mettere all’occhiello un fiore che da solo riscatta mille anni di anonimato? Di contro, è singolare che la scheda Wikipedia di questo piccolissimo centro abitato indichi Paisiello fra le glorie cittadine…

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 5 Giugno 2015

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