Cultura e Spettacoli

Statue in cera: la meraviglia della plebe

In passato le occasioni di divertimento per la plebe erano legate agli spettacoli allestiti nelle piazze da compagnie di teatranti girovaghi e da altre attrazioni da fiera, come le baracche di pupi e burattini e i baracconi dove venivano esibite mostruosità umane. Altri impresari invece esponevano statue di cera. Ne parla Benedetto Croce nel suo ‘I teatri di Napoli’. Nel 1783 tale Onofrio Mazza esponeva “una statua in cera del servo di Dio Benedetto Labre senza riscuoter nulla, eccetto che qualche elemosina che graziosamente gli si darà”. Nello stesso periodo impresari francesi (i Roth) mettevano in mostra  statue “sacre, addimostranti l’anatomia del corpo umano” e altre riproduzioni di celebrità del tempo”. Tali statue  rappresentavano “al vivo ed al naturale in grandezza e proporzione i loro Originali, dal mondo tutti approvati e riconosciuti”. Tra i riprodotti si potevano ammirare Papa Pio VI, il Re di Sardegna Vittorio Amedeo III, il Gran Sultano con la sua favorita, il generale Washington, Rousseau, Metastasio… Le statue erano visibili dalle 9 alle 22 al prezzo di “quattro crazie” per i primi posti e di “tre crazie” per i secondi, mentre la Nobiltà era solo invitata a manifestare “la loro Generosità” (sic). Era prevista anche la possibilità di soddisfare quei mitomani che accecati dalla verosimiglianza di quelle statue avessero manifestato il desiderio d’essere raffigurati allo stesso modo : “Chi amasse… averne il proprio ritratto in statua avrà il contento Monsieur Roth di rendere soddisfatta qualunque persona aspirasse a tal opera e così dare un saggio delle sue fatiche a piacimento sì del Nobile che del Privato”. Ancora negli stessi anni un piemontese, Stefano Commoglio, annunciava l’arrivo di “un gabinetto con diciassette figure di cera di statua d’uomo. Rappresentano queste i cinque capi ribelli della Transilvania e Valacchia i quali hanno commesso tanti orribili tumulti ed omicidi… Queste figure sono vestite in quella foggia che si trovarono i malfattori nell’atto del loro arresto”.  A un altro impresario che nel settembre del 1792 portava in giro le statue del Re di Napoli, del Re di Spagna, del Re e della Regina di Francia, del Gran Turco e della Gran Sultana ed altre ancora fu permesso di esporle tutte, tranne quelle del re di Svezia “e del mostro di Arkastrom, suo uccisore” (poiché il re di Svezia era stato assassinato il 16 marzo dello stesso anno si voleva evitare l’incidente diplomatico). Tutti questi baracconi ingombravano a Napoli il Largo del Castello. Nel settembre del 1789 fu fatto “un grande sbarazzo per espurgarlo da tanti ladri, specialmente… borzaroli”, pur a fronte della perdita della “rendita di circa 600 ducati l’anno che ne ritraeva il nostro Real Fondo dei lucri”.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 30 Ottobre 2015

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