Cultura e Spettacoli

Tenera è la notte

La nuova drammaturgia pugliese stenta a trovare spazio. Snobbata a priori e di conseguenza messa al bando da cartelloni ruffiani aperti solo ai soliti Shakespeare, Goldoni e Pirandello, deve contentarsi di spazi marginali e possibilità modeste. Ma pur non valorizzata, non si arrende, alla prima occasione riaffermando un diritto ad esistere che Istituzioni competenti dovrebbero difendere. Lunghissima è la lista, un elenco di nomi pressoché sconosciuti. Tra questi scegliamo quello di Maria Antonietta Greco, giovane poetessa di Carovigno. Dopo aver collaborato con associazioni culturali locali per la stesura e la messa in scena di alcuni testi, la Greco è ora al debutto, non solo come autrice ma pure come regista. “Tenera è la notte” è il racconto in due atti di un contrasto fra mondi : Il sogno da una parte, la concretezza dall’altro. In altre parole il desiderio di esprimere la propria creatività senza doversene vergognare qui entra  in collisione col pragmatismo dei pochi-maledetti-e-subito. Col patrocinio del Comune e il sostegno di numerosi sponsor e dell’Associazione Diaframma, lo spettacolo andrà in scena venerdì 23 dicembre alle 20,30 nell’Auditorium della Chiesa del Soccorso di Carovigno (interpreti : Viviana Buongiorno, Mariella Ciraci, Belisario Laveneziana, Lucia Monna, Palma Peciccia, Damiano Saponaro). Abbiamo chiesto alla Greco di definire il suo testo : – “ E’ un testo spartiacque nel teatro di provincia, fino ad ora sospeso tra due estremi : il vernacolo e certe smanie innovative che rinnegano le radici”. – Ovvero?… “Ovvero un testo in lingua italiana che tratta una tematica universale ma messo in scena come si può fare in provincia, cioè con mezzi contenuti”. – Allora le Istituzioni non sono intervenute a sostenere la produzione? – “Abbiamo persino rinunciato a interpellarle in tal senso, ma ci sta bene lo stesso. Facciamo da noi. Una produzione collettiva, una cosa… autarchica”. – Se dovesse convincere qualcuno a non perdere questo spettacolo in che termini ne parlerebbe? – “Ne parlerei come di uno spettacolo catartico e che celebra la speranza”. –  Quali criterio di regia ha adottato? – “Ho lasciato massima libertà di movimento. Alcuni interpreti hanno anche potuto rimodulare il testo sulla base di esigenze personali”. – Quale il complimento il bello che si aspetta dalla platea? – “Mi basterebbe sapere che ho, anzi che abbiamo messo in piedi una cosa emozionante”. – State lavorando da molto tempo? – “Da giugno”. – Oltre la replica del 5 gennaio se ne prevedono altre? – “Forse, speriamo. Senza una grande produzione alle spalle, anche lavorando a basso costo non si arriva lontano”. In definitiva è soddisfatta? – “Sì. In ogni caso sarà una sfida vinta, un’impresa portata a compimento”.
 
Italo Interesse
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 21 Dicembre 2011

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