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Tutti in ferie: solo tredici agenti in servizio al carcere di Bari

Ormai presso il carcere di Bari nulla più stupisce, tra l’indifferenza dei vertici del penitenziario, del provveditore regionale, insomma di tutti gli organi competenti ad adottare provvedimenti che non arrivano mai. In questi giorni afosi di piena estate, erano in servizio solo una dozzina di poliziotti penitenziari (a fronte di almeno ventitrè posti di servizio essenziali da coprire) per tutto l’intero penitenziario. Un istituto penitenziario che custodisce più di quattrocento detenuti (capienza regolamentare di molto inferiore), tra cui moltissimi dei quali appartenenti alle più pericolose famiglie criminali della provincia, instabili di mente di ogni tipo e malati cronici. Purtroppo i ritmi di lavoro con cui costringono gli stessi agenti a lavorare ben oltre le otto ore da contratto, occupando contemporaneamente più posti di servizio senza un attimo di riposo, sottoposti a stress di ogni tipo, li hanno dapprima sfiancati eppoi mandati letteralmente in tilt. Eppure il SAPPE, sindacato autonomo della polizia penitenziaria, aveva rappresentato in maniera molto pesante alla direzione che il piano ferie per dei poliziotti sarebbe stato un fallimento. Un fallimento che avrebbe messo a grande rischio la sicurezza del carcere. Federico Pilagatti è il segretario del sindacato autonomo. <<Chissà se almeno in Prefettura ieri sera sapevano del grande pericolo che si correva all’interno del carcere di Bari, dove sarebbe potuto scoppiare di tutto, nonostante la grande professionalità e sacrificio del personale in servizio. La cosa che ci fa rimanere perplessi è che durante la mattina sono presenti nel carcere tutti i vertici dello stesso carcere, dai dirigenti ai commissari, mentre dal pomeriggio fino al giorno successivo, tutta la responsabilità è affidata ad un solo ispettore e qualche agente>>. Quello che sta succedendo nel capoluogo non sarebbe altro che l’epilogo di una situazione che fa acqua da tutte le parti, poiché continuano imperterriti i lanci di pacchetti pieni di droga, soprattutto hashish dalla parte di viale Papa Giovanni XXIII che vengono rinvenuti dai poliziotti nella cintura interna (almeno un paio negli ultimi giorni). Ma quanti pacchetti poi raggiungono il bersaglio, visto che proprio per carenza di personale, come detto, è impossibile controllare tutto? La mancanza di più operatori nelle sezioni detentive ha creato situazioni di impunità, per cui le aggressioni tra detenuti e gli atti di autolesionismo compresi i pazzi che a volte si scagliano contro i poliziotti sono all’ordine del giorno. Inoltre, il caldo di questi giorni non fa altro che aumentare tensioni e malessere, a causa anche delle condizioni igienico sanitarie. L’altro giorno sono caduti dei calcinacci che per poco non colpivano poliziotti in servizio, determinando la chiusura di alcuni spazi e per di più costringendo i poliziotti a situazioni ancora più delicate. Conclusione? Il Sappe ritiene che si sia giunto a un punto di non ritorno, per cui sono necessari interventi immediati da parte dell’Amministrazione penitenziaria, a tutti i livelli. (adl)

 

 

 


Pubblicato il 19 Luglio 2017

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