Cultura e Spettacoli

Boccasile firmò il peggior manifesto

Il 5 agosto 1938 in tutte le edicole del nostro paese appariva il primo numero del peggior periodico mai stampato in Italia. Diretta da Telesio Interlandi ed edito dalla Tumminelli di Roma, ‘La difesa della razza’ fu una rivista a cadenza quindicinale. Al quel primo infausto numero fecero seguito altre 116 uscite (l’ultimo numero è del 20 giugno 1943). Il contenuto di quella pubblicazione d’esordio aveva lo scopo di preparare l’opinione pubblica all’imminente entrata in vigore delle Leggi Razziali. Per questo motivo su quelle pagine trovò molto spazio il ‘Manifesto della razza’, documento sottoscritto da dieci scienziati e da altri 392 personaggi di spicco. Tra quest’ultimi spicca un barese : Gino Boccasile. Straordinario illustratore, Boccasile si trasferì presto a Milano dove operò sino alla morte avvenuta nel 1952. Di lui è rimasto celebre lo slancio fresco e sensuale delle sue figure femminili ; quelle figure per cui divenne una celebrità illustrando le copertine di riviste come La Donna, La Signorina Sette, Le Grandi Firme. La sua capacità aveva dello straordinario, considerando che poteva usare un occhio solo, avendo perso metà della vista quand’era bambino per colpa di uno schizzo di calce viva. La matita e il pennello di Boccasile hanno raccontato una parte importante della storia d’Italia della prima metà del Novecento, il che ha fatto di lui un maestro. Ma accanto al Boccasile solare, malizioso, ironico e gaio che illustra il talco Paglieri, la Gilera 125 o il dentifricio Jodont esiste un Boccasile ben diverso, inquietante. Già molto apprezzato dai vertici del PNF per aver saputo in alcune circostanze rappresentare come nessuno quel prototipo di donna florida e mediterranea che il regime aveva tanto interesse a propagandare, Boccasile non faticò all’entrata in guerra a diventare il più importante grafico di regime. E siamo al Boccasile ‘nero’, quello dove l’ispirazione si fa serva di un sentimento retorico e falso. Le cose precipitano dopo l’8 settembre, quando il Nostro getta definitivamente la maschera. Aderisce alla RSI e viene nominato Tenente della 29 Divisione Granatieri SS Italiane. In questa veste firma odiosi cartelloni antisemiti. Arrestato per collaborazionismo dopo la Liberazione, viene assolto per non aver commesso reati. Dopo un breve ostracismo, torna in attività disegnando cartoline per il nuovo MSI (il lupo perde il pelo…). Rientra infine nel grande giro illustrando da par suo le rèclame di formaggino Mio, Lama Bolzano, calzature Zenith, shampoo Tricofilina… Quale il valore da assegnare oggi a un Gino Boccasile? Certamente alla sua fertile carriera nocque la rovinosa coerenza politica. Senza certi trascorsi Boccasile sarebbe riconosciuto senza sforzo per quello che fu : uno tra i grandi dell’arte italiana. – Nell’immagine, la copertina del primo numero de ‘La difesa della razza’ ; l’illustrazione non è di Gino Boccasile.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 5 Agosto 2017

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