Cronaca

“Ma Decaro sa che non è stata Rfi a fermare l’interramento dei binari a Palese?”

 

Sulla questione del nodo ferroviario di Bari, in particolare della parte nord di esso, vale a dire quella che interessa le ex frazioni di Palese e Santo Spirito, dove il fiume di ferro dei binari spacca letteralmente in due l’abitato e con esso sono ancora presenti ben sette passaggi a livello che costituiscono un pericolo costante per la sicurezza interna a tali comunità, oltre che dei veri tormentoni quotidiani quando le sbarre sono abbassate, la politica locale degli ultimi venti anni ha fatto e disfatto tutto e di più a discapito di quanti, in buona fede, hanno sempre creduto che il problema dei passaggi a livello e dei binari di Rfi esistenti sul territorio della ex prima Circoscrizione di decentramento amministrativo di Bari, ora V Municipio, fosse effettivamente una priorità, da affrontare e risolvere, per le diverse amministrazioni comunali baresi succedutesi nel corso dell’ultimo ventennio. Infatti, un’ulteriore conferma che l’Amministrazione barese, su questo tema, – a detta di molti cittadini delle ex frazioni a nord del capoluogo –  si è quasi sempre preso “gioco” della popolazione di Palese e Santo Spirito la si è avuta anche ultimamente, leggendo la recente intervista rilasciata al più diffuso quotidiano locale dal sindaco di Bari, Antonio Decaro. Infatti, il Primo cittadino barese, parlando del lato nord di Rfi nel capoluogo, ha affermato: “l’interramento si è fermato prevalentemente per volontà delle Ferrovie dello Stato che, pur avendolo proposto, adesso non spingono più sull’interramento dei binari”. E, proseguendo, ha aggiunto: “Ecco perché abbiamo chiesto di studiare una soluzione alternativa con l’aggiramento dei binari”. E, per queste affermazioni di Decaro, su alcuni blog locali di Facebook i commenti di molti utenti palesini e santospiritesi sono stati fuor di metafora. In uno dei tanti, apparso sul gruppo “Solo news prima Circoscrizione” si legge: “Signor Sindaco la smetta di prenderci in giro non è Rfi che ha cambiato giacchetta, ma lei e tutti i suoi compagni: Boccia, Ginefra, Loizzo, Emiliano, Abbaticchio, il de cuius Minervini. 24 associazioni più di 10 anni fa (Associazioni del Quinto Municipio) avevano chiesto l’interramento o l’aggiramento, voi avete scelto linterramento quindi non ci prenda in giro oggi con il trastullo dell’aggiramento. Non siete più credibili. Un suo stretto collaboratore a domanda ha risposto che ci avete preso in giro per questi tutti questi anni figuriamoci adesso”. Un tema scottante, quello dei binari di Rfi, per Palese e Santo Spirito ma anche per gli amministratori comunali baresi che si sono succeduti in particolar modo negli ultimi vent’anni, che evidentemente hanno promesso molto, ma sicuramente concretizzato poco. Tanto poco che un consigliere comunale palesino, Michelangelo Cavone del Pd, molto vicino a Decaro all’interno del partito (perché renziano come lui), in un suo commento alla foto di uno dei passaggi a livello abbassati di Palese con i dissuasori recentemente installati sotto le barriere ed apparso sulla propria pagina di Facebook, per tentare di rintuzzare le pesanti critiche su questo tema ha dovito addirittura difendere l’iniziativa affermando che “Questo è solo un primo passo” e che “La soluzione definitiva è l’aggiramento dei binari”, oltre che “la notizia è che adesso c’e il progetto di prefattibilitá”. Però, prescindendo dal fatto che i “dissuasori” o, forse, meglio i “grembiulini” sotto le sbarre dei passi a livello, per impedire ai pedoni di attraversare i binari passando sotto le barriere chiuse, erano dei congegni già presenti in passato, come ha attestato un altro utente palesino di Facebook postando una foto risalente ai primi anni Sessanta di uno dei passaggi a livello locali,  c’è anche chi – sempre a commento dell’annuncio di Cavone del paventato progetto di prefattibilità, per l’aggiramento del centro abitato di Palese con la realizzazione di una nuova linea ferroviaria di Rfi – ha prontamente obiettato scrivendo: “Ho già avuto modo di verificare il progetto di fattibilità, così si chiama ora, dopo il D.lgs 50/2016, il vecchio progetto preliminare su sovrappassi e sottopassi da realizzare nel V Municipio. Perché non si organizza un’assemblea pubblica, progetto alla mano….?” Obiezione, questa, non seguita poi da alcuna risposta da parte del consigliere comunale renziano di Palese che ha, in ante prima, annunciato l’esistenza di un presunto progetto di prefattibilità. In definitiva, il problema dei passaggi a livello e dei binari di Rfi, tutt’ora presenti nel centro di Palese, è molto sentito dai cittadini del posto ed il tema è altrettanto scottante per gli amministratori baresi e per i loro “accoliti” locali che, dopo anni di vane promesse e di illusioni poi puntualmente rivelatesi delusioni, per la popolazione delle ex frazioni a nord di Bari, il sindaco Decaro non ha trovato nulla di meglio che scaricare sui Rfi le responsabilità del mancato interramento dei 4,2 Km di binari che attraversano l’abitato Palese e Santo Spirito, mentre un esponente locale della sua maggioranza nell’aula “Dalfino”, il consigliere Cavone per l’appunto, si compiace su Facebook per il ritorno dei “dissuasori” sotto le sbarre dei passaggi a livello di Palese e Santo Spirito, considerando ciò come un “primo passo” per la soluzione locale del “problema binari”. E su tali ultime notizie c’è pure chi a Palese, con riferimento alla giustificazione primo cittadino barese, ha rilevato interrogandosi: “Ma a dire ciò non è lo stesso Decaro che durante le amministrative del 2014, quando era candidato a sindaco, si vantava con i baresi di essere riuscito a dirottare i 391 milioni di Euro di fondi già a disposizione del nodo ferroviario di Bari, per l’eliminazione dei binari di Rfi a Japigia e Madonnella?”. E, poi, sempre lo stesso palesino conclude commentando con un altro interrogativo: “Non sarà, per caso, che il sindaco Decaro e qualcuno dei suoi accoliti palesini su questo tema pensino che  palesini e santospiritesi abbiano forse scritta sulle loro fronti la parola ‘giocondor’?”.    

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 22 Giugno 2017

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