Cultura e Spettacoli

Chico Mendes, l’irriducibile

Sono passati diciassette anni dalla morte di Chico Mendes, il sindacalista-ambientalista brasiliano assassinato da chi aveva interesse alla devastazione della foresta amazzonica. In tempi di terroristi kamikaze ben pochi conservano memoria di  questo eroe dell’ambiente. A turare quest’altra falla nella memoria collettiva intervengono Davide De Marco e Vito Latorre, autori di ‘Chico Mendes : la stagione delle fiamme’, un allestimento di Onirica Poetica Teatrale andato in scena al Duse. Esempio di teatro sociale, di militanza, di resistenza o come altro lo si voglia chiamare, ‘Chico Mendes…’ non nasconde fini didascalici (e difatti è spettacolo pensato per essere portato nelle scuole). Il solito Latorre mette assieme una buona compagine composta da Davide De Marco, Silvana Pignataro e Antonio Repole e ricorre ad un espediente della commedia dell’arte : le maschere. L’impiego delle maschere e la riduzione dei personaggi a ‘tipi’ dà da pensare. E’ vero, la grande commedia umana è sempre interpretata dagli stessi personaggi : Vincenti, perdenti e figure di mezzo. Per cui ci può stare che il grande possidente calzi la maschera di Pantalone, che quella dello Zanni stia in viso a manovali della malavita e poveri seringueiros (raccoglitori di gomma) e che la maschera di Capitan Spaventa copra il volto del neocolonialista. Tuttavia la trovata spegne qualcosa nella ‘cattiveria’ necessaria alla denuncia. Quanto al resto, pur fra qualche lungaggine e accordi di sitar in eccesso, questo ‘Chico Mendes…’ va avanti senza sforzo. Uno spettacolo vario, sostenuto da un impeccabile disegno luci e che si sviluppa secondo buone cadenze coreutiche. Una solennità discreta avvolge spunti comici pregni d’ironia amara, mitigata da un colore casareccio. Si canta e si suona senza virtuosismi, proprio come sarebbe piaciuto a Brecht. Una drammaturgia ‘affilata’ illustra l’epopea di Chico Mendes intersecandosi con brevi ma efficaci lezioni di economia a proposito di accumulo di capitale e cinismo imprenditoriale. Più che omaggiare un uomo prezioso, il lavoro di Latorre e De Marco richiama l’attenzione sul tema ambientale : Anche se in questo momento la foresta amazzonica è meno insidiata, sono comunque in funzione centinaia di centrali nucleari, il buco nell’ozono è ancora al suo posto, i mari continuano ad essere una pattumiera, le discariche clandestine non smettono di riempirsi di rifiuti tossici… Ciò è in linea col pensiero di Mendes il quale diceva di proteggere la foresta amazzonica non nella preoccupazione di quello che succederà un domani, ma nella preoccupazione di migliaia di persone che dipendono dalla foresta e le cui vite sono in pericolo ogni giorno.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 20 Novembre 2015

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