Consiglio comunale alla Noordin, vino e frutti di mare per tutti … o quasi
Tu quoque, Decaro prime civis noster… Anche l’ing, “Rincaro”, dunque, pare che non abbia resistito al fascino discreto dei frutti di mare crudi tanto da banchettare anche con vino pregiato nella sua stanza di rappresentanza insieme ad alcuni consiglieri di maggioranza. Il prelibato snack ristoratore si è reso necessario nel corso dell’ultimo consiglio comunale, per ritemprarsi dopo i pugnaci e proditori attacchi dei consiglieri delle opposizioni che, in ordine , o meglio ,in disordine sparso hanno contribuito in quota parte ad offrire uno degli spettacoli più indecorosi che si sono tenuti nell’aula Dalfino negli ultimi decenni. Tralasciando e stendendo volutamente un velo pietoso circa l’esibizione poco oxfordiana dei nostri eletti dal popolo, è meglio concentrare l’attenzione sulle squisitezze marinare degustate dai nostri indefessi rappresentanti locali. Qualche consigliere in vena di confidenze ieri mattina nei pressi di Palazzo di Città ci ha riferito malignamente che si è trattato di un sapido banchetto a base di allievi e polpi crudi ,il tutto innaffiato da un buon vino. Ma ci è sorto un dubbio: non sarà mica l’acredine che anima l’ira dell’escluso? Se è vero che sono state offerte tutte quelle prelibatezze il meschino rimasto sine ulla manducatione ( nostro maccheronico neologismo) ovvero a pane in corpo , tanto per intenderci, aveva di che lamentarsi. Passi per le spigole a casa di Emiliano, ma i frutti di mare nella sala consiliare per un politico barese verace ( e vorace) proprio no. Per la verità nei corridoi dei gruppi consiliari, sempre nella giornata di ieri, qualcun’ altro ci ha parlato di una tavola più “plebea”, a base di panini e stuzzichini vari e “innaffiata” da acqua minerale, per giunta a temperatura ambiente. A noi però piace l’idea di una tavola imbandita con le prelibatezze di cui sopra, perchè se non altro ci intriga l’idea di avere anche noi, come negli ambienti romani, amministratori radical chic che non si accontentano di semplice focaccia; non facciamo sempre la figura dei soliti provinciali, che diamine! Che si sia trattato di allievi o di focaccia, una domanda però sorge spontanea: ma chi ha pagato per questo rinfresco “spartano” ? Il meraviglioso sindaco Decaro o tutti gli astanti hanno fatto una colletta per non pesare sulle tasche dei già esangui contribuenti? Su questo quesito ,a onor del vero, nessuno ieri mattina ci ha fornito una delucidazione esauriente. All’ira del consigliere escluso potrebbe aggiungersi anche l’ira del mansueto, ovvero il solito contribuente vessato? Siamo certi di no. Ognuno dei degustatori sicuramente avrà messo mani al portafoglio e pagato la sua quota, non dubitiamo minimamente di questo. La vicenda dei “presunti” frutti di mare crudi fa ricordare per certi versi un’altra vicenda: quella del tycoon asiatico Datò Noordin che voleva acquistare il Bari calcio. Dopo averlo rimpinzato di ogni prelibatezza ittica ed omaggiato con tutti gli onori dovuti, di questo “prestigioso” acquirente se ne sono perse le tracce. La sua telenovela è storia passata. Fatto sta che lo stesso sindaco Decaro omaggiò il personaggio in questione facendogli dono di pacchi di orecchiette. Ecco un saggio consiglio per il nostro primo cittadino: alla prossima assise cittadina, sempre di tasca sua, assuma un chef locale con il compito di preparare un mega pentolone di strascinate alla barese, poi , come avviene in occasione delle cene bianche (in bianco purtroppo mangiano molto spesso non pochi baresi ma non certo per problemi dietetici) ciascun consigliere può portare bevande a scelta. Un escamotage che placherà gli animi esacerbati e riconcilierà il dialogo,in ossequio anche ad uno slogan coniato durante la prima Repubblica che suggeriva questa perla di saggezza, sempre attuale: “stai zitto e mangia”.
Piero Ferrarese
Pubblicato il 6 Ottobre 2016