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Tremano in quattrocento tra esuberi e licenziamenti: è emergenza ipermercati

La crisi si trascina ormai da mesi, complicando una vertenza che ormai vive tra alti e bassi, mentre le direzioni aziendali dei centri commerciali pugliesi hanno avviato un attacco durissimo ai lavoratori: l’Ipercoop con la proposta di riduzione di duecento posti, l’Auchan con altri trecento senza contare i centoventi del centro commerciale di Triggiano, il Mercatone Uno con la  chiusura, e via di questo passo. Sabino De Razza, ex consigliere comunale e segretario dell’Unione Sindacale di Base, rilancia: <>. Insomma, per De Razza ancora una volta  si  scaricano sui lavoratori e sulle loro famiglie le crisi aziendali senza che i rispettivi dirigenti facciano “…una qualche forma di autocritica sulle scelte imprenditoriali e commerciali azzardate”. Del resto parliamo di lavoratori che hanno già in questi anni subito tutte le angherie possibili e immaginabili, tutte le forme di precarietà e flessibilità, lavorando per paghe al di sotto della soglia di povertà, tutti giorni festivi e le domeniche…  oggi  i sacrifici tocca farli ad altri. Gravi per De Razza anche  le responsabilità dei sindacati confederali ‘cgilcisluil’, che in questi anni hanno accettato tutti diktat delle aziende ed in conclusione in questi giorni sottoscrivono il rinnovo del contratto collettivo nazionale che, a fronte di un aumento contrattuale di pochi euro (90 scaglionati in 5 anni) prevede ulteriori flessibilità e precarietà. Insomma, la vertenza Auchan sta precipitando e i sindacati hanno già risposto proclamando scioperi e sit-in, coi soliti tavoli e ‘summit’ per cercare di sciogliere nodi intricatissimi causati dallo sviluppo smodato di aree occupate dalla mega-distribuzione senza aver prima valutato bene le richieste di un mercato ormai da quindici anni in costante crisi. Per esempio, il colosso francese della grande distribuzione ha già dichiarato mille e cento esuberi su circa 14 mila dipendenti, solo in Italia. Eppure, proprio ‘Auchan’ aveva mostrato qualche apertura, al momento della crisi, frenando successivamente su alcuni punti, a partire dalla disdetta del contratto integrativo, parte della vertenza che infine ha fatto saltare definitivamente il tappo nei rapporti con rappresentanti sindacali e dipendenti. Accordi stabiliti nei contratti dei lavoratori storici dell’ipermercato che riguardavano premi aziendali, integrazione della malattia a partire dal terzo giorno e anticipo infortunio Inail. Decisione unilaterale della multinazionale che ha indispettito i sindacati, non senza chiedere alcune deroghe sul contratto nazionale con la rinuncia allo scatto di livello e al recepimento della quattordicesima. Insomma, si prospettano altri bracci di ferro coi sindacati più oltranzisti, opposti ai licenziamenti a tappeto su un territorio ormai assuefatto a tagli ed esuberi.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 29 Aprile 2015

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