Cultura e Spettacoli

“Uso le parole come proiettili”

Il fortunato rapporto che da molti anni Anna Santoliquido intrattiene con la gente e gli intellettuali che popolano i Balcani ha trovato nuova voce in una pubblicazione ad opera di una casa editrice di Bucarest. Il libro (’Casa de piatra’, cioè Casa di Pietra), che si presenta in doppia lingua con traduzione a fronte, ha carattere antologico raccogliendo cose delle precedenti numerose sillogi, più altre liriche tra sparse e inedite. Scorrere questa settantina di poesie equivale a riflettere sulla lunghissima ed ininterrotta ‘militanza’ della poetessa apulo-lucana. Trentaquattro anni ( tanti ne sono passati dal 1981, anno della pubblicazione d’esordio, ‘I figli della terra’) sui quali si sono espressi i migliori critici italiani e stranieri. Tanti contributi, però, se stanno mettendo a fuoco un’identità poetica, stanno trascurando una donna. Chi è Anna Santoliquido? La cosa più semplice sarebbe chiederlo alla diretta interessata, ma di più ci intriga trovare  le risposte frugando tra i suoi versi. Per cui, volendo giocare, diamo vita ad un’intervista immaginaria :  Prof.ssa Santoliquido qual è la migliore caratteristica che si riconosce? – “Ho l’energia del Mezzogiorno / la testardaggine di chi ha partorito nei campi”. – Ciò sembra frutto del fatto che è nata nella Lucania del dopoguerra, una terra il cui clima ricorda quello dell’opera maggiore di Carlo Levi… –  “Sì, Levi / Cristo si è fermato ad Eboli / ma poi ha proseguito per Forenza..”  – … che è il paese dove lei è nata. Torniamo alla domanda… – “Sono cresciuta tra muli e asini, granai e botti di rovere, speranze e rimesse, ritorni e partenze…”  – Questa natura ‘da entroterra’, ci passi l’espressione, cosa le ha lasciato nel cuore? – “Ho mischiato miele e fiele / attinti dalla terra”. – In che modo questa imbarazzante mistura ha plasmato la sua personalità? – “Sono brigante e allodola… rabbia e dolcezza mi contendono / sono ulivo e quercia”. – A un certo punto della sua vita ha dovuto emigrare, sia pure di poco, per venire a Bari. Si sente bene integrata da noi? – “Abito al quartiere Libertà / dove il destino si compie / il condominio è multietnico /  a dispetto dei leghisti”. – Scrivendo poesie non si accumulano ricchezze. Cosa lascerà ai suoi unici eredi, i poeti? – “Ai poeti lascio il dilemma / la giovialità del percorso / e la purezza delle pagine / li tramanderanno ai posteri”. – Non teme che questa sua irriducibilità possa nuocerle in un mondo che va imbarbarendosi? In un futuro da incubo cosa risponderebbe ad un Pubblico Ministero che le formulasse l’accusa di reato di poesia? – “Sono rea confessa / uso le parole come proiettili”.

Italo Interesse 


Pubblicato il 14 Maggio 2015

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