Cultura e Spettacoli

A Cerignola si videro gambe d’oro…

Totò lavorò in 97 film. Uno solo di questi venne ambientato in Puglia. Diretto da Turi Vasile nel 1958, ‘Gambe d’oro’ fu girato tra Foggia e Cerignola. Una commediola fessacchiotta malgrado la qualità del cast nel quale, oltre Totò, troviamo Paolo Ferrari, Scilla Gabel, Dolores Palumbo, Elsa Merlini e un grande Memmo Carotenuto. Snobbata dalla critica, che per una volta rinunciò a stroncare l’ennesima ‘totoata’, la pellicola fu recensita solo da Corriere D’Informazione del 28 agosto 1958. La testata  parlò di film “slegato e sconclusionato, lento e ovvio… da inserire nel lungo elenco delle pellicole inutili di gusto provinciale romanesco. Totò vi appare invecchiato. Come le battute che gli fanno dire” (ciò non impedì tuttavia all’opera di Vasile di aggiudicarsi l’Ulivo D’Oro al festival del film comico e umoristico di Bordighera).’Gambe d’oro’, il cui titolo fa pensare a ballerine e compagnie di rivista, è invece la storia – più sentimentale che sportiva – di alcuni calciatori del Cerignola,  formazione allora militante in serie D ma con prospettive di promozione, che un giorno ha l’onore di disputare un’amichevole contro la Nazionale, che addirittura batte per 2-1… Girato in un luminoso bianco/nero (la fotografia è di Carlo Bellero ; le musiche recano la firma di Lelio Luttazzi), il film ha il pregio di ritrarre pur di sfuggita e in mezzo a molti luoghi comuni la provincia foggiana del dopoguerra. Particolarmente suggestive le immagini del vecchio Stadio Monterisi, che col suo polverosissimo terreno in terra battuta si presenta come il più classico terreno di provincia del Mezzogiorno e di serie minore. Una chicca : In una sequenza si vede Totò – che nel film è il ‘Barone’ Luigi Fontana, un tirchio produttore di vini che fa anche il presidente della locale squadra di calcio – intento con un vecchio ferro da stiro a carbone a stirare i biglietti da diecimila lire. Ebbene, chi lo ha conosciuto nel privato, riferisce che Antonio De Curtis incaricava la sua cameriera di stiragli i biglietti da diecimila lire. Essendo molto generoso, Totò amava elargire mance principesche : in quelle circostanze voleva che la sua carta moneta non avesse neanche un piega. Voleva, insomma, che la povera gente potesse prendere piacere anche nel solo guardare un titolo di credito con il quale non aveva confidenza, giacché, le rare volte in cui aveva la ventura di posarvi sopra lo sguardo, lo stesso bigliettone si presentava sempre spiegazzato (essendo grande  quanto un lenzuolino, era necessario ripiegarlo più volte su sé stesso perché entrasse nel portafogli). Qualcuno aggiunge che a stiratura terminata Totò amasse farvi aggiungere un goccia di profumo…

 

Italo Interesse


Pubblicato il 12 Novembre 2016

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio