Cultura e Spettacoli

A Fiorentino come a Roma

Il Colosseo è uno dei monumenti più fotografati al mondo, benché quanto oggi si può  ammirare sia l’ombra della meraviglia che fu l’Anfiteatro Flavio Dopo il suo abbandono, il Colosseo fu destinato prima a luogo di sepoltura e poi a fortificazione, prima di diventare una cava di materiale edilizio. Blocchi di travertino precipitati per degrado statico vennero utilizzati nel 1634 per la costruzione di Palazzo Barberini e nel 1704 per edificare il porto di Ripetta, lo scalo fluviale sul Tevere. Solo una severissima bolla papale mise fine allo scempio del più grande anfiteatro dell’antichità. Il caso del Colosseo, purtroppo, non è il solo. Fino a prima diJohann Joachim Winckelmann, lo studioso tedesco che diede il via alla moderna archeologia, era la norma che un monumento, una volta caduto in disuso divenisse oggetto di spoliazioni sistematiche. Marmi, sculture, capitelli, statue, tavelloni policromi, colonne, persino comuni pietre squadrate, tutto ciò che poteva essere utile veniva asportato da squadre di operai e reimpiegato altrove (e c’è da pensare che sismi, bradisismi e fulmini abbiano agevolato l’azione di questi predoni). Tale sconcio ha toccato anche la Puglia. Per esempio, che fine hanno fatto le tantissime pietre di Fiorentino? I miserrimi resti (vedi immagine) di questo abitato si trovano in agro di Torremaggiore in cima ad un modesto rilievo a 9 km a sud della città. Fiorentino (con Troia, Dragonara, Civitate, Montecorvino, Terviteri e Devia) fu una delle città di frontiera fondate dai Bizantini per difendere la frontiera nord dei domini pugliesi. Le risultanze di più campagne di scavi hanno portato gli studiosi a concludere che Fiorentino fu una sede importante, disponendo di una cattedrale, più chiese, una torre e un piccolo castello, poi trasformato da Federico in ‘palatium’. In questa vasta dimora, che non era una reggia bensì un sontuoso ‘casino di caccia’, L’Imperatore si spense il 13 dicembre 1250. L’improvvisa scomparsa del grande Svevo segnò il destino di Fiorentino che già il 26 ottobre 1255 dovette patire la distruzione ad opera dell’esercito di Papa Alessandro IV (la città fu punita per essere rimasta fedele a Federico, personaggio notoriamente inviso al papato). Con l’avvento degli Angioini, Fiorentino fu in parte ricostruita. Ma la rinascita fu di breve durata. Rivelatasi un avamposto tatticamente inutile, Fiorentino venne presto abbandonata. Cominciò allora la spoliazione. Migliaia di tonnellate di pietra lavorata furono trafugate. Tra gli elementi trafugati spicca la grande lastra di marmo che fa da base all’altare maggiore della cattedrale di Lucera. Sembra che il grande blocco servisse da mensa per l’Imperatore.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 21 Giugno 2019

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