Cultura e Spettacoli

A Michel Petrucciani: tributo in famiglia con lo Iovene 4et

Domenica 21 aprile al Teatro Forma per Nel Gioco del Jazz

Nel venticinquennale della scomparsa di Michel Petrucciani, il pianista Alberto Iovene ha raccolto intorno a sé un gruppo di musicisti profondamente legati al jazzista francese, straordinario virtuoso degli ottantotto tasti morto nel 1999 a soli trentasei anni. Nel progetto «Enchanté», che il musicista pugliese presenta domenica 21 aprile (ore 20.45) al Teatro Forma di Bari per l’appuntamento di chiusura di «Startin’ Again», la rassegna promossa dell’associazione Nel Gioco del Jazz, figurano, infatti, il fratello del grande pianista, il chitarrista Philippe Petrucciani, e uno dei suoi storici collaboratori, il batterista Manhu Roce, oltre al bassista (anche lui francese) Dominique di Piazza noto, tra le tante cose, per aver fatto parte con Trilok Gurtu del trio di John McLaughlin nei primi anni Novanta.

In un concerto di straordinario impatto emotivo, l’Alberto Iovene French 4et condurrà il pubblico in un viaggio sonoro di grande spessore attraverso l’ascolto di brani originali del bandleader e di Petrucciani, del quale il fratello Philippe dice: «Michel fa parte del nostro patrimonio, con la sua intensa gioia di vivere, l’energia positiva che ha saputo comunicarci e il suo donarsi così generoso, ancora fonte di ispirazione per noi, quando suoniamo i suoi brani. Le chiamava canzoni, anche se non avevano parole, che puoi trovare nelle sue armonie, così difficili da suonare, ma così belle da ascoltare, così come nelle linee melodiche dei suoi splendidi temi e nelle inarrivabili improvvisazioni di cui era capace».

Uomo dall’incredibile talento, Michele Petrucciani aveva dovuto sconfiggere un pesante handicap fisico (dovuto a una malattia genetica, l’osteogenosi imperfetta, che lo aveva colpito fin dalla nascita). Ed era diventato un «gigante della musica dentro il corpo di un nano», per usare le parole del regista Michael Radford che nel 2011 ha raccontato la grandezza del pianista di Orange nel documentario «Michel Petrucciani – Body & Soul», la storia (troppo breve) di un musicista che ha vissuto ogni nota come fosse la più importante. «Quando mi siedo alla tastiera mi sento libero come l’aria» ha detto una volta Petrucciani, che grazie alla magia della musica era venuto fuori dalla gabbia del suo corpo di cristallo, fragile e malato, riuscendo ad avere una vita intensa. Visse con sregolatezza, ebbe quattro mogli-compagne e fu il primo straniero ad esibirsi al celebre Blue Note di New York, tempio americano del jazz. In 97 centimetri di altezza e 27 kg di peso erano condensate le qualità di un genio assoluto della musica, con una vita dolorosa nel privato quanto luminosa sui palchi di tutto il mondo, che pensò di poter conquistare quando ancora bambino venne folgorato da Duke Ellington. Già allora capì che la musica sarebbe entrata definitivamente nel suo destino.

 


Pubblicato il 18 Aprile 2024

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