Cultura e Spettacoli

“A trenta soldi la Puglia, mi truffò due zecchini”

A quanti equivoci danno vita certi toponimi legati alla nostra terra o che, pur a essa non legati, la richiamano palesemente. Per esempio non esiste alcuna isola all’interno del lago Varano, nondimeno l’Isola di Varano esiste e come, trattandosi della lingua di terra che separa quello specchio d’acqua dall’Adriatico. Veniamo a Salentino, cui non corrisponde alcun comune del Salento, bensì una contrada del territorio di Acquaviva delle Fonti nota per l’area archeologica. E San Giuliano di Puglia? E’ in provincia di Campobasso (ma solo dal 1949). C’è poi il caso Pianosa: si chiama così un’isola tanto dell’arcipelago toscano che di quello delle Tremiti. Quanto al torrente Puglia, inutile cercarlo sulla carta geografica di casa nostra: scorre in Umbria ; nasce alle pendici del Monte Pelato (m. 633), nel comune di Giano dell’Umbria, attraversa Gualdo Cattaneo e dopo una trentina di chilometri sfocia nel Tevere all’altezza di Collepeppe ; ha una portata di 1,8 metri cubi al secondo e si fregia persino di un affluente, il Pugliola… Una dolina che si allarga in Slovenia nel territorio di Temnica, un piccolissimo centro abitato a undici chilometri dal confine italiano in direzione Monfalcone, si chiama Bari e fu teatro durante la Grande Guerra di un sanguinoso episodio. Venendo alle assonanze, ecco Bariano (Bergamo), Baricella (Bologna), Baricetta (Rovigo), Barigazzo (Modena), Barile (Potenza), Barisano (Forlì) e Barisardo (Nuoro)… e Puglianello (Benevento), Pugliano (Salerno), Pugliola (La Spezia), Redipuglia (Gorizia). Infine Goldoni. Cosa c’entra il padre della commedia riformata? Nel capitolo XXI delle sue memorie il grande drammaturgo usa il temine ‘puglia’ per indicare la posta in palio nel gioco d’azzardo: “Partito da Feltre, passai per Venezia senza fermarmi e m’imbarcai col corriere di Ferrara. Vi era in barca molta gente, ma mal combinata. Fra gli altri vi si trovava un giovane magro, pallido, con capelli neri, voce fessa e svantaggiosa fisonomia, figliuolo d’un macellaio di Padova, che faceva il grande. Si annoiava, il signore, e invitava tutti a giocare, ma nessuno gli dava retta; io solo ebbi l’onore di accomodar seco la partita. Mi propose subito un piccolo faraone tra noi soli, ma siccome il corriere non l’avrebbe permesso, ci determinammo a un gioco puerile chiamato calacarte. Quello che ha più carte alla fine della mano vince una puglia, e quello che si trova ad avere ammassate più picche ne vince un’altra. Perdevo sempre le carte e non avevo mai picche nel mio gioco, sicché, a trenta soldi la puglia, mi truffò due zecchini; ero almeno in questo sospetto; pagai per altro senza dir parola.” – Nell’immagine, un fotogramma di ‘Barry Lindon’, il film girato da Kubrick nel 1975.

Italo Interesse


Pubblicato il 8 Dicembre 2020

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