Cronaca

Al mare col patema

 La stagione balneare di massa è alle porte. Solite raccomandazioni a bagnanti e non  :  Attenzione a scottature e meduse, niente bagno a stomaco pieno, non disperdere rifiuti sulla sabbia o fra gli scogli … A proposito di scogli, occhio alle falesie. Sono così chiamate le coste rocciose alte e continue con pareti a picco sull’arenile o direttamente sul mare. Queste ultime, per la natura calcarea che le rende friabili, sono le più esposte al rischio crollo. Dopo la sciagura di Apani, lo scorso anno, quando nei pressi di Torre Guaceto, un banco roccioso venne meno togliendo la vita ad un ricercatore scientifico e ferendo altre persone, Legambiente ha lanciato l’allarme : Esistono in Puglia più tratti di costa ‘pericolanti’. Quelli maggiormente esposti alla minaccia si collocano nell’area garganica e nell’otrantino. Quali le ragioni di questa ‘sensibilità’del territorio? Il Gargano è fortemente sismico (un’imponente faglia – quella di Valle Carbonara – lo divide in due), mentre la costa di Otranto è esposta per un singolare gioco di venti a furiose mareggiate. Succede allora che l’Adriatico battendo contro la base delle falesie le scava al disotto del pelo dell’acqua. E’ un lavoro lento, secolare, implacabile. Il mare così può arrivare a ‘camminare’ sotto una roccia apparentemente invincibile anche per dieci metri. Quando il blocco calcareo non può più restare aggrappato alla terraferma, sprofonda in acqua ; il che avviene senza che alcun segno in superficie avesse in precedenza segnalato l’approssimarsi del crollo. E l’uomo dà una mano alla natura appesantendo queste falesie del cemento necessario a mettere in piedi chioschi, ville, ristoranti, alberghi a pochi passi dal mare. Chiunque abbia memoria cinquantennale,  avrà notato come da Torre a Mare a Polignano la costa abbia mutato aspetto. In più tratti lunghe e tortuose fenditure avvolgono una porzione della roccia che si presenta bruscamente abbassata di un metro, un metro e mezzo e con un’inclinazione verso l’acqua estranea a quella del costone dal quale si è evidentemente distaccata. Il numero di questi ‘scalini’ si accresce di anno in anno. E’ una vera fortuna che questi crolli avvengano per lo più d’inverno. A sud di Torre a Mare, in un tratto dove la costa si innalza di un sette otto metri, una parete neanche calcarea ma di terriccio incombe verticalmente su una piccola e deliziosa cala. Malgrado vistosi divieti di balneazione, quella piccola insenatura è affollatissima di bagnanti. Può essere tragedia da un momento all’altro. Se gli inviti al buon senso non sortiscono risultato, forse è il caso di accelerare artificialmente il crollo o innalzare a difesa una parete in cemento. E per gli altri tratti di costa che ancora ‘tengono’? Ripugna l’idea di una barriera frangiflutti ; il paesaggio ne ricaverebbe danno incalcolabile. E allora? E allora un bel niente. E’ dura sentirsi impotenti. Madre Natura è o non è la più forte?
 
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Pubblicato il 21 Giugno 2011

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