Cronaca

Albergo nautico diffuso: ora c’è la proposta di legge in Consiglio

Trasformare le barche in camere di hotel. E’ questo l’obiettivo del progetto di legge regionale, presentato dalla Lega/Puglia in Consiglio regionale, che prevede il riconoscimento del cosiddetto albergo nautico diffuso. Una forma di turismo che è aggiuntiva e non sostitutiva, capace di attrarre nuovi flussi oltre a quelli legati alla ricettività tradizionale. La Puglia, si legge nella relazione di accompagnamento, con il suo immenso patrimonio naturale e gli oltre 800 km di costa, può diventare un polo nazionale di sviluppo del turismo ecosostenibile, favorendo la diffusione di una vera cultura del mare. Il progetto di legge della Lega Puglia, dalla cui applicazione non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale, determinerebbe invece tutta una serie di vantaggi economici: nessun consumo di risorse territoriali e attivazione di nuovi flussi di incoming soprattutto nella bassa stagione, dando al turismo nautico il ruolo di volano dell’intera destinazione turistica. “Ci auguriamo – ha dichiarato il capogruppo della Lega alla Regione Puglia, Davide Bellomo – che la nostra proposta venga accolta con favore da tutte le forze politiche e che la Giunta emani poi rapidamente, in vista della prossima stagione turistica, le direttive di attuazione disciplinanti la procedura, i criteri di classificazione e i requisiti necessari dell’albergo nautico diffuso. Il mare è la nostra ricchezza più grande. Ogni divisione tra i partiti su un tema così importante sarebbe ingiustificabile”. Intanto la prima regione italiana a regolare con una legge l’albergo nautico diffuso è stata la Sardegna, che ha dato forma alla nuova forma di ricettività che spinge su vacanze esperienziali sostenibili a contatto con la natura. Il tema è stato oggetto anche di un incontro assai proficuo tra addetti ai lavori durante il Salone Nautico di Genova, per definire meglio le soluzioni di intervento da mettere a sistema. L’obiettivo? Come in Puglia sollecitare l’approvazione di una normativa nazionale, ancora assente, per favorire lo sviluppo di un turismo autonomo, capace di attrarre flussi aggiuntivi rispetto a quelli della ricettività tradizionale. L’albergo nautico diffuso non va confuso con il classico charter, nel quale si noleggia l’imbarcazione con l’equipaggio. Nell’albergo nautico la struttura aziendale rimane a terra, non ha equipaggi e si occupa di tutti i servizi tipici di una struttura ricettiva: promozione del territorio, accoglienza del cliente, assistenza 24 ore su 24, vendita di servizi turistici territoriali. Le unità sono camere di una residenza turistico alberghiera in quanto dotate di cucina e, a differenza del charter, non possono muoversi liberamente dove vogliono. Le aree di navigazione sono limitate al tratto costiero di prossimità alla base di armamento. Qui devono avvenire gli imbarchi e gli sbarchi. In altri Paesi, tipo Grecia, Croazia e Turchia, l’albergo nautico è già una realtà consolidata e la Puglia coi suoi circa 900 chilometri di costa si ripromette di arrivare alla legge a ruota della Sardegna, che conta il doppio di coste.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 29 Gennaio 2022

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