Cronaca

Ancora condannati al ‘limbo’ i lavoratori di Agile ex-Eutelia

 

Niente di nuovo dopo che il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva lo stanziamento di 3,6 milioni di euro per il reinserimento di 856 lavoratori di Agile, società informatica fallita nell’autunno 2011. Questi finanziamenti, come sanno bene gli addetti ai lavori, provengono dal Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg), realizzato per sostenere il reinserimento nel mondo del lavoro dei cittadini europei. L’intervento riguarderà in modo specifico lavoratori di ben dieci stabilimenti, un aiuto concreto – anche se un po’ tardivo a causa dei ritardi della Commissione Europea- che dovrebbe restituire un futuro a tante famiglie colpite dalla crisi del settore Ict e da una gestione spregiudicata delle aziende coinvolte. Un segnale importante che però, e qua cominciano ad addensarsi altre zone grigie, non cancella, anzi rende ancora più urgente la necessità da parte dell’Italia di rifinanziare la Cig  in deroga, come hanno giustamente chiesto i sindacati. La forte flessione del settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione in Italia ha colpitoAgile con particolare durezza. Gli effetti della crisi economica e finanziaria mondiale sono esplosi nel momento in cui la società stava cambiando la propria strategia commerciale e passando dall’offerta di servizi di call-center a livello locale all’offerta di servizi IT integrati a livello multiregionale. Davanti al calo della domanda gli sforzi della società si sono rivelati insufficienti, con conseguenti gravi perdite e insolvenza, che hanno a loro volta condotto ai licenziamenti, ripartiti su gran parte d’Italia. Sono infatti interessate 12 regioni su 20: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Quella di Agile è stata il mese scorso la prima domanda Feg a essere approvata nel quadro del bilancio 2013. Ed a proposito della Puglia: quando si inizia a fare sul serio con gli stanziamenti, dove sono i corsi di formazione?, si chiedono i lavoratori costretti a vigilare affinchè questi feg vengano utilizzati al più presto nella maniera più proficua possibile, visto che spesso gli stanziamenti per il reimpiego sono serviti solo per far guadagnare i vari enti o associazioni preposte e autorizzate a indire corsi più o meno validi. Del resto con 3500 euro a persona non si può pretendere di fare molto, dopo la che ha iniziato a traballare anche la Cassa integrazione per tutti. Non una soluzione, certo, ma almeno un passo in avanti. I circa cento lavoratori pugliesi di Agile, però, non sono compresi in questi numeri. Come mai? A febbraio 2012 la Regione Puglia firmò un accordo, in sede ministeriale, in cui si impegnava, fra le altre cose, a realizzare, per i lavoratori di Bari, gli stessi obiettivi dei progetti Feg ma finanziandoli con i Fondi Strutturali che erano già a sua disposizione. Perchè, sostenne la Regione Puglia, chiedere ulteriori finanziamenti alla UE se già abbiamo disponibili le risorse finanziarie destinate agli stessi obiettivi? Ragionevole e giusto. Sembrava, anzi, che nella Puglia di Vendola di sarebbero raggiunti e superati gli stessi risultati delle altre regioni ma con largo anticipo. A distanza di oltre un anno dalla firma dell’accordo, invece, l’unico dato di fatto è che i lavoratori Pugliesi di Agile sono un passo indietro a tutti gli altri. <>, scrivono ora i rappresentanti dell’Agile. Che, in ultimo, hanno anche scritto una lettera aperta al Presidente Vendola chiedendogli un incontro, ma senza risultati concreti.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 20 Aprile 2013

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