Cronaca

Ateneo virtuoso? Per adesso raddoppiano i gettoni per consiglieri e revisori

A raccontare con dovizia di particolari quanto avvenuto il mese scorso nell’Ateneo barese sono stati i rappresentanti sindacali di Cgil, Uil e Confsal, Murè, Poliseno e Campobasso che, senza stare a girarci troppo attorno, partono dalla seduta di Senato Accademico del 23 dicembre scorso (evidentemente si respirava già l’aria delle strenne natalizie…) e di Consiglio di Amministrazione di qualche giorno dopo con l’approvazione del Bilancio di Previsione per il 2015. Un atto importante che prevedeva, tra le altre cose, un incremento delle spese per il funzionamento del Consiglio di Amministrazione e del Collegio dei Revisori dei Conti, conseguente all’aumento del numero delle sedute remunerabili per i componenti, sicchè ‘tout court’ i gettoni di presenza sono passati da un massimo di dodici ad un minimo di ventisei, con la seguente motivazione “A rettifica della delibera del C.d.A. del 03.08.2010, tenuto conto del particolare livello di responsabilità, a carico dei componenti del C.d.A. e dei Revisori dei Conti si propone di ragguagliare la corresponsione dei gettoni di presenza all’effettivo numero di riunioni, con una stima per l’anno 2015, di 26 sedute”. Questo perché, rispetto a quanto accadeva in passato, il numero delle sedute di questi Organi – che come tempo durano di meno – è aumentato fino a raddoppiare e ciò in barba alla ottimizzazione dei tempi e delle funzioni, che rappresentava la “ratio” con la quale la Legge Gelmini aveva introdotto la riduzione del numero dei componenti degli organi di governo delle Università! Sta di fatto, dunque, che gli otto componenti del Consiglio di Amministrazione ed i cinque del Collegio dei Revisori dei Conti dell’Università di Bari vedranno aumentare i propri compensi. Un gettone vale 193,68 euro, mentre l’indennità annuale di carica per i consiglieri è di 6.467,04 euro. A questo punto bisogna anche sapere che il Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo barese è composto da: Rettore (con funzioni di Presidente), due componenti scelti tra personalità non appartenenti ai ruoli dell’Università degli Studi di Bari, quattro componenti nominati nell’ambito del personale docente e tecnico-amministrativo ed esperti linguistici a tempo indeterminato ed infine un paio di rappresentanti degli studenti.
I sindacalisti adesso hanno il dente avvelenato per un aumento di spesa inaspettato, quanto ingiustificato e sparano ad alzo zero: <proposta tecnica previsioni di spesa – bozza bilancio autonomo (amministrazione centrale) – esercizi finanziari 2015 -2016 -2017, mentre non c’è assolutamente traccia nella relazione accompagnatoria firmata dal Rettore, dal Direttore Generale e dal Dirigente del Dipartimento Risorse Finanziarie, né tantomeno in quella firmata dai Revisori dei Conti>>. E “fumosa” per i rappresentanti dei lavoratori appare l’argomentazione addotta per giustificare l’aumento del numero dei gettoni di presenza, che nulla hanno a che vedere con il livello di responsabilità che grava sui componenti dei citati consessi, remunerando quei gettoni solo la effettiva presenza nelle varie riunioni. <Amministrazione trasparente ed il numero di gettoni invece no? O forse per invogliare i due consiglieri esterni a presentarsi fino all’ultimo Consiglio?>> Ma non basta. I componenti degli Organi di Governo dell’Ateneo barese, con il pieno avallo dei Revisori dei Conti, hanno fatto sparire dal bilancio il già misero capitolo (20mila euro) destinato ai sussidi al personale universitario, sussidi che venivano erogati a qualche collega effettivamente bisognoso, in occasioni drammatiche o particolarmente penose. Alla faccia della solidarietà sociale! E tutto questo mentre il Collegio dei revisori continua ostinatamente e immotivatamente a non voler certificare il fondo per le progressioni economiche e la produttività per i dipendenti inquadrati nelle categorie B, C, D ed il fondo per la retribuzione e risultato per il personale EP, venendo meno ad un preciso obbligo istituzionale e danneggiando di fatto economicamente il personale. Insomma, come chiosano infine i segretari aziendali Murè, Poliseno e Campobasso, <<…la crisi la pagano i più deboli, colpisce le fasce sociali più umili e indigenti, impoverisce i lavoratori dipendenti specialmente quelli pubblici, colpisce i lavoratori precari, gli studenti con l’aumento delle tasse e con il costo dei servizi. Da anni il personale tecnico-amministrativo è soggetto a carichi di lavoro sempre maggiori per il blocco del turnover con gli stipendi bloccati fino al 2015 o ancor peggio, come paventato, fino al 2017, senza possibilità di progressioni verticali e neppure orizzontali grazie all’ inconsistenza dell’azione dei Revisori>>. Le scelte deliberate (con un solo voto contrario in Senato da parte di uno dei due rappresentanti del personale Tecnico Amministrativo presenti) stridono con la necessità tanto predicata di contenere le spese per risanare il bilancio. Chissà che, per mandare un segnale diverso e fugare ogni sospetto, consiglieri e revisori dei conti dell’Università di Bari non versino come libero contributo e con atto di generosa magnanimità, il valore dei 14 gettoni in più (2.700 euro) sull’apposito fondo per la ricostruzione del Palazzo Chiaia-Napolitano, così come ha chiesto ai cittadini baresi il Magnifico Rettore.

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 16 Gennaio 2015

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