Cultura e Spettacoli

Bari: un mosaico di popoli in festa

“Chiediamo un minuto di silenzio per commemorare i fratelli morti nel canale di Sicilia”. Con queste parole si è aperta ieri la presentazione della sesta edizione della ‘Festa dei popoli’ che si terrà a Bari l’ultimo fine settimana di maggio. Un’iniziativa che, nonostante l’allegra molteplicità di colori sapori e note di tutto il mondo, non dimentica le storie dei tanti migranti che, quotidianamente, descrivono il faticoso processo di integrazione. Basti pensare alle numerose inefficienze del sistema di accoglienza o al pregiudizio che spontaneamente cresce laddove non arriva la conoscenza. L’idea della ‘Festa dei Popoli’ nasce proprio dalla convinzione che l’incontro tra culture e la moltiplicazione di sguardi siano una fonte preziosa per costruire una dimensione multiculturale nella città di Bari. “E’ un momento per incontrarci – ha spiegato Ana Estrela, una donna di origini afro-brasiliane, avvolta tra i vivaci abiti della sua tradizione – per vedere come sono le feste di tutti, come si danza , come si mangia, come si parla. Abbiamo tutti uno spazio, e questo spazio può essere condiviso. Vogliamo festeggiare gli incontri con le persone, conservare la bellezza di ciascuno nella globalizzazione”.  Un dialogo non solo rivolto agli italiani, ma interno anche alle stesse comunità straniere, depositarie di culture molto diverse e lontane tra loro. Mauriziani, palestinesi, magrebini, afgani, ivoriani, albanesi sono solo alcuni esempi del ricco mosaico di popoli che colorerà la festa. Quest’anno, inoltre, i tradizionali spettacoli serali e gli spazi dedicati ad artigianato, arte culinaria e musica, saranno preceduti da una sfilata e una ‘biciclettata’ tra le vie del capoluogo pugliese per invitare la cittadinanza a partecipare. Nel pomeriggio di domenica, invece, ai più piccoli sarà dedicato un laboratorio di aquiloni con l’aiuto di bambini curdi e afgani. La volontà di vincere l’odio, l’intolleranza e il razzismo attraverso la condivisione è la linfa vitale della festa. Per questo motivo l’iniziativa è stata dedicata a Nicola Occhiofino, un uomo che ha impegnato la sua vita contro le ingiustizie sociali e si è quotidianamente speso per la convivenza tra i popoli, un esempio politico di grande spessore morale. “Stiamo vivendo un momento particolare – ha detto Tesir Asan – soprattutto rispetto alla situazione del nord Africa. Bisogna che l’Italia sappia riconoscere queste persone e i principi di uguaglianza.” Con questo evento Bari, per sua natura crogiuolo di popoli, si è immaginata per due giorni il perfetto esempio di convivenza civile, cancellando le frontiere materiali e mentali tra le genti. Il luogo che, come ogni anno, ospiterà la festa è la sede dei padri comboniani, rappresentati, nell’incontro di ieri tenutosi al Comune di Bari, da padre Antonio Guglielmi, un missionario che ha vissuto per vent’anni in Brasile e che, in forza della sua esperienza, ha ribadito come la creatività delle diverse culture sia un’importante sfida alla grettezza e all’ignoranza. “Il lavoro dei padri comboniani è un’importante risorsa per la nostra città – ha aggiunto Fabio Losito, assessore alle politiche educative e giovanili, pace e accoglienza – In questa edizione si è raggiunto il più alto numero di comunità partecipanti, ma si può ancora migliorare. Dobbiamo immaginare che il nostro continente, con un’età media così alta, senza l’apporto di coloro che vedono qui un punto di riferimento non avrebbe futuro.” Del resto, sebbene la cronaca riporti spesso notizie di razzismo e xenofobia, non mancano esempi positivi di solidarietà. Due giorni fa, nella stazione di Bari, si è verificata un’aggressione ai danni di un anziano da parte di un gruppo di giovani pregiudicati. Prima che giungessero le forze dell’ordine, sono prontamente intervenuti dei ragazzi del Bangladesh i quali, per altro, godevano di un regolare permesso di soggiorno. Storie come queste lasciano ben sperare nell’ipotesi di una quotidiana e continua festa dei popoli.
 
Lucia De Crescenzio
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 13 Maggio 2011

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