Cronaca

Battute finali con presidio nella causa contro il licenziamento ‘Skf’

Si torna domani mattina, nove in punto, dinanzi ai cancelli del Tribunale Civile di Bari per il presidio del comitato contro i licenziamenti alla ‘SKF’, in concomitanza con l’udienza che riguarda il licenziamento di un operaio risalente oramai all’anno scorso. Dunque, domani si terrà l’ennesima udienza per decidere dopo il licenziamento più a scopo di avvertimento che altro -secondo il comitato guidato dal sindacato autonomo di base – anzi, per lanciare un segnale ai lavoratori. <<È molto importante che questo licenziamento venga ritirato e che il giudice del lavoro opti per la reintegra; siamo convinti che la volontà della ‘Skf’ e  Confindustria sia quella di estendere anche ai lavoratori assunti prima del Jobs Act, ovvero la libertà di licenziamento, con o senza giusta causa>>, rimarca l’ex consigliere comunale Prc e segretario dell’Unione sindacale di base Sabino De Razza. Per lui, se la sentenza confermasse il licenziamento, farebbe da apripista per tutte le aziende e nei fatti confermerebbe l’annullamento dello Statuto dei Lavoratori. Per queste ragioni, insieme alle ragioni del lavoratore messo in mezzo alla strada il comitato contro i licenziamenti continuerà a sostenere la richiesta della reintegra. E, allo stesso tempo, il ripristino dell’articolo 18 e dello Statuto dei Lavoratori. De Razza spiega a più ampio raggio le ragioni del sostegno all’operaio barese della ‘Skf’. <<Anche la ‘Magna’, una delle principali aziende della zona industriale di Bari, con oltre mille lavoratori, in piena estate ha licenziato un lavoratore con la pretestuosa motivazione di non essersi recato alle visite mediche mentre era in malattia, fatto smentito dai documenti sanitari presentati dal lavoratore che attestavano l’esatto contrario, in questo caso c’è di peggio. E cioè che il lavoratore è stato assunto oltre vent’anni fa con la legge sulle categorie protette ed è anche delegato sindacale della stessa Usb, sindacato notoriamente non collaborativo con le aziende private. E non basta. <<Ciliegina sulla torta, l’azienda si avvale per motivare questo licenziamento della relazione di un’agenzia di investigazione privata incaricata dalla stessa ‘Magna’. Ci chiediamo come mai questo lavoratore venga licenziato per la seconda volta, dopo che cinque anni fa ha subito la stessa situazione di licenziamento, poi rientrata  a seguito di sentenza del giudice e dello Spesal>>. Queste vicende, che possono apparire di non grande spessore, non sono rare nella nostra zona industriale. Infatti, denuncia ancora De Razza, migliaia di lavoratori vivono sotto lo schiaffo di aziende che, molto spesso, beneficiano pure di lauti finanziamenti pubblici senza alcuna ricaduta a beneficio dei lavoratori. Dunque, tornando al licenziamento deciso dalla fabbrica di componentistica per auto, nessuno componimento bonario nel contenzioso ancora in piedi, avanzate dall’azienda per scendere a patti. E così domani, come detto, dinanzi ai cancelli del vecchio Tribunale di piazza De Nicola, a Bari, si terrà un altro presidio-assemblea, promosso dal Comitato contro i licenziamenti della Zona Industriale del capoluogo pugliese. Un presidio come già ce ne sono stati altri nei mesi scorsi, sempre in concomitanza con l’udienza nel procedimento contro il licenziamento di Michele Glorioso, l’operaio licenziato con un collega in quanto, secondo la multinazionale svedese che produce cuscinetti a sfera per auto, non avrebbe osservato le procedure di lavorazione, avendo prodotto -sempre secondo la difesa dell’azienda – cuscinetti difettosi con un danno/presunto ammontante a circa 300mila euro. Ma se uno dei due operai ha accettato una transazione che ha evitato il peso del giudizio, Glorioso finora ha rifiutato tutte le offerte formulate dalla società in cui lavorava, convinto di avere pienamente ragione e di trovarsi innanzi a un licenziamento senza giusta causa. <<Non si licenziano i diritti>>, era scritto bene in vista su uno degli striscioni del comitato prima dell’estate, quando una delle ultime udienze era stata rinviata proprio per raggiungere un accordo transattivo. E chissà che domani non venga emessa la sentenza di primo grado nell’ennesima storia di lavoro e licenziamenti alla Zona Industriale.

Francesco De Martino


Pubblicato il 31 Agosto 2021

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