Cronaca

C.I.E. di Bari: una polveriera sempre pronta a esplodere

Torna a farsi preoccupante, per non dire critica, la situazione al Centro d’Identificazione ed Espulsione di Bari-Palese, complici le notizie che si accavallano e non sempre sono attendibili di semi di rivolta dagli altri centri del Nord Italia, ma anche i primi freddi autunnali che potrebbero annunciare un inverno ancora peggiore. Tuttavia non sono certo notizie poco attendibili o diffuse ad arte dai tanti mestatori presenti nel centro, o le condizioni metereologi che a non dare tregua in questi giorni carcerati e carcerieri nel Mezzogiorno. In ogni caso i primi sintomi di malumori tra i clandestini internati al CIE di Bari si sono avvertiti già da qualche tempo e i più anziani sanno bene che spesso basta una scintilla a dar fuoco alla polveriera, anche se la cortina di silenzio che circonda il campo è sempre altissima. Non come quando, qualche anno fa, c’era un internato addirittura già sulla sedia a rotelle costretto a fare lo sciopero della fame, per protestare contro la sua, ma anche la condizione di chi è costretto a vivere a Bai/Palese. Pochi l’hanno dimenticato: dimagrito all’inverosimile,in attesa che il legale acquisisse le sue cartelle cliniche, il poveretto infine aveva ottenuto dalle autorità del campo il ricovero al Policlinico Consorziale di Bari, anche grazie al tamtam di qualche centro sociale del San Paolo giunto fino alla nostra redazione. Tuttavia, l’aria era già abbastanza pesante a Palese e la situazione, come detto all’inizio, si sta facendo ogni giorno più difficile nel campo del capoluogo: qualunque richiesta di cure mediche, servizi minimi (la pulizia, la possibilità di uscire dai moduli, persino la barba) viene rifiutata con risposte assurde (tipo quella che hanno dato ad un ragazzo che stava malissimo di denti: “a Bari, sia nel centro che fuori, non ci sono dentisti”) o insulti o del tutto ignorata. Del recluso in sciopero della fame quasi totale per quaranta giorni che ha perso peso s’è già detto, ma a rendere più rovente il clima c’è stato l’episodio d’un altro ragazzo tunisino picchiato dai militari, sotto gli occhi impassibili degli operatori. Episodi analoghi a Milano e Roma, purtroppo, hanno già scatenatola  protesta, per le condizioni sempre più critiche in cui vivono gli ospiti dei centri in questi giorni di caldo torrido. L’ex consigliere comunale e segretario provinciale del Partito della Rifondazione Comunista, Sabino De Razza, torna a esprimere il suo pensiero: “Siamo venuti anche noi a conoscenza di alcuni episodi di intolleranza all’interno del Centro Identificazione ed Espulsione di Palese, e proprio per questo siamo ansiosi di accertare cos’è realmente accaduto preparandoci a chiedere un’altra visita al suo interno”. Sì, ma in fretta, magari prima che la situazione possa precipitare anche tra gli internati di Bari….

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 15 Ottobre 2016

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