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“Campionati riformati e serie B allargata, sarebbe ora”

E’ di ieri sera la notizia della possibile revisione dei format dei campionati di calcio italiani. La Serie A resterebbe a 20 squadre, mentre la Serie B si comporrebbe di due gironi ciascuno da venti squadre. Gli aggiornamenti di oggi, riportati da tuttomercatoweb.com, riguardano le modalità di promozione e retrocessione dalle rispettive serie. Per la ‘Serie A’ sono confermate le tre retrocessioni in Serie B, dalla quale salirebbero altrettante squadre: le vincitrici dei due gironi oltre alla terza che emergerà dalla vittoria finale dei playoff. La Serie C, invece, diventerebbe una serie dilettantistica, composta da tre gironi da 20 squadre. Il passaggio dalla B alla nuova terza serie, comporterebbe: sei retrocessioni, tre per ciascuno dei due girone, da decifrare ancora se verranno divisi in settentrionale e centro-sud, mentre sempre sei le promozioni che riguarderebbero le vincenti dei tre gironi di ‘C’, più le vincenti dei playoff di ogni singolo girone. Quest’ultima ipotesi, paventata, aldilà della complessità nello spiegarla e soprattutto ad attuarla a causa delle situazioni contingenti di difficoltà economiche di diversi club di Lega Pro, potrebbe essere la più attraente, innovativa e ‘sfidante’ per rilanciare il sistema calcio, in grande confusione negli ultimi anni. Con il giornalista Franco Cirici abbiamo affrontato le tematiche attuali e fatto anche un tuffo nel passato. Oggi in tanti diventano giornalisti, magari con percorsi poco chiari e più ombrosi, o addirittura altri che ricoprono il ruolo di direttori di giornali quotati, vanno in tv a rilasciare dichiarazioni offensive ed inaccettabili, sulla presunta superiorità dei settentrionali, ma questo è un capitolo a parte. Franco Cirici, invece è giornalista dal 1971, cronista del quotidiano più letto dagli italiani sportivi, ‘La Gazzetta dello Sport’ dal 1989, ma soprattutto è molto apprezzato e stimato a livello nazionale. Il giornalista barese ha ricoperto il ruolo di direttore di ‘Radio Uno’ per ben dieci anni ed è stato radiocronista di successo raccontando le sorti del Galletto sia per ‘Radio Uno’ e per ‘Radio Canale 100’; memorabile è stata una sua telecronaca di Bari-Inter 2-1 con le reti di Cassano e di Enyinnaia che fecero esplodere di gioia incontenibile tutti i tifosi, in ogni settore del ‘San Nicola’. Inoltre, Franco Cirici ha diretto vari giornali sportivi e condotto svariate rubriche sportive, oltre a presentare da ben 23 anni le serate di premiazione dello Csen (Centro Sportivo Educativo Nazionale) di Bari, il cui presidente provinciale è Massimo Marzullo.

La situazione in serie B potrebbe cambiare con due gironi da venti squadre, ed un nuovo sistema di promozioni e retrocessioni. La tua opinione in merito al netto anche della difficoltà che potrebbero avere le società neopromosse dalla Lega Pro?

Questa è l’occasione per la riforma dei campionati, per rilanciare tutto il sistema calcio. Un’occasione più unica che rara per poter effettuare un cambiamento in meglio. Se non si riformano adesso i campionati con la possibilità, si va incontro ad un disastro e collasso del sistema calcio. La serie ‘C’ attuale con sessanta squadre va smantellata, una serie B con due gironi potrebbe rappresentare una soluzione idonea, magari non con quaranta squadre, purché si tenga presente come criterio cardine quelle squadre che realmente hanno la possibilità di poter adempiere ai pagamenti ed obblighi nei confronti della Lega e dei propri tesserati! La nuova serie cadetta o più precisamente quella che verrà, dovrà fare da trade-union con il calcio semiprofessionistico ed impegnarsi per poter offrire un prodotto competitivo ed appetibile su tutti i fronti”.

Non molto tempo fa, ai nostri microfoni il presidente della Lega Pro. Francesco Ghirelli ha escluso categoricamente almeno sotto la sua gestione, la possibilità di vedere nel prossimo campionato cadetto sei promosse dalla ‘C’ alla B. Tuttavia, se dovesse passare, l’ultima ipotesi della serie B con due gironi da venti, sarebbero ben diciotto le squadre in più.  Qual è la tua opinione sul presidente Ghirelli, sul contesto creatosi e scenario finale che si potrebbe verificare.

Ho conosciuto il presidente Francesco Ghirelli, quando è stato dirigente del Bari per quattro anni e dico con schiettezza che non ho un ricordo positivo. Io ho sempre giudicato dai fatti, a prescindere dal nome, colore sociale o altri aspetti, non mi sono mai fatto influenzare, anche a costo di risultare antipatico o inimicarmi qualcuno. Ghirelli nel suo ruolo di presidente è fin troppo comunicatore e spesso e volentieri, rilasciando nello stesso giorno più dichiarazioni, si crea l’effetto opposto. Già dopo il fattaccio della ‘bozza’ uscita o ‘comunicato’ circa la proposta del sorteggio dai ‘bussolotti’ per la vincente dei playoff, in condizioni normali, un massimo rappresentante avrebbe dovuto rassegnare le proprie dimissioni, invece è andata diversamente e la colpa è stata attribuita allo ‘scienziato’ che ha divulgato la notizia. Difficile prevede quale tipo di scenario ci sarà, l’augurio è che il calcio possa essere amministrato da persone competenti”.

Il presidente del Bari, Luigi De Laurentiis si sta battendo nelle varie assemblee per superare l’ostacolo della multiproprietà. Quale presente e futuro prospetti per la società biancorossa alla luce anche dell’ottimo lavoro svolto, ad oggi. 

La Lega in questo senso ha mostrato una certa apertura a rivalutare le norme vigenti e consentire non solo ai De Laurentiis, ma anche ad altri presidenti che hanno la doppia proprietà, la possibilità di poter operare in qualche modo, sicuramente ci saranno sviluppi anche da questo punto di vista. Qualcosa si sta muovendo. C’è da sperare, tuttavia, che la famiglia De Laurentiis con il passare del tempo, prosegua con la determinazione mostrata sinora e continui ad investire nel progetto, oltre i risultati sportivi. Tengo a precisare che il calcio odierno è business, non esiste l’amore viscerale per la maglia ed i presidenti tifosi di una volta. I De Laurentiis sono grandi imprenditori e lo hanno dimostrato a Napoli, con tutti i ‘pro’ ed i ‘contro’, i presupposti per continuare a lavorare ed investire sulla piazza barese non mancano, dipenderà da tanti fattori. Seguo da 40 anni le sorti del Bari come giornalista mi auguro un po’ di serenità e pace per questa città e tifoseria, dopo le scellerate gestioni che hanno portato al fallimento recente ed alla rinascita dalle ceneri, sempre con i De Laurentiis. Bari è una piazza affamata di calcio e che merita il palcoscenico più importante come ha già, peraltro, in passato di poter figurare anche con le grandi, ma ovviamente dobbiamo arrivarci step by step.

Memorabile è stata una tua radiocronaca in una notte magica, 18 dicembre 1999, il Bari con le reti di Hugo Ennyinnaia e Antonio Cassano batteva l’Inter di Marcello Lippi. Raccontaci di quella serata indimenticabile con le magie del talento di Bari Vecchia e dell’attaccante nigeriano e soprattutto della loro evoluzione da quella sera, sotto diversi aspetti. 

Quella sera posso dire di aver toccato il Cielo con le dita! E’ stata una serata per gli appassionati sportivi, per i tifosi e per il sottoscritto, davvero incredibile e di grande calcio che difficilmente ho rivissuto. Si era giunti a quella partita con il Bari di Fascetti che aveva tutti gli attaccanti infortunati e lo stesso Cassano non stava benissimo fisicamente. Poi quella sera, arrivò la distinta e i due titolari designati erano Antonio Cassano ed Hugo Ennyinnaia. Dopo il primo quarto d’ora c’erano già stati un gol per parte: prima i biancorossi e poi dopo appena cinque minuti arrivò il pareggio di Vieri. Ennyinnaia che realizzò il primo gol, tecnicamente e per esecuzione fu superiore ma quel ragazzo è stato sfortunato e non ha saputo sfruttare quella gloria perché a causa di problemi fisici dovuti alla sua conformazione fisica ha disputato una carriera al di sotto, sino ad eclissarsi. Antonio Cassano andò a segnare a due minuti dal novantesimo in uno stadio che era una bolgia, portandosi due avversari di spessore e trafiggendo il portiere neroazzurro, in tutto questo io ero in radiocronaca e non credevo a quello che stavo vedendo. Cassano è stato grandissimo talento e sono certo che sarebbe potuto diventare il miglior fuoriclasse del calcio italiano degli ultimi trent’anni, ed invece ha pagato con il suo caratteraccio, nonostante ha avuto la fortuna di giocare in club blasonati e grandi piazze. Persino, Fabio Capello di recente ha ammesso il suo rimpianto di non esserci riuscito con Cassano. A dicembre scorso, so che Cassano ha conseguito l’abilitazione da direttore sportivo, insieme al nostro Ds, Matteo Scala. Mi auguro dal più profondo del cuore che Cassano possa avere maggiori successi nella carriera da direttore sportivo”.

Un’ultima battuta sul Bari di Vincenzo Vivarini, fino a prima della sospensione del 9 marzo, causa Pandemia Globale.

L’allenatore biancorosso Vincenzo Vivarini, ad oggi, nel computo di 25 gare è imbattuto, record rimasto inalterato sino a prima della sosta forzata, con una media di 2,12 punti a partita ed il capocannoniere del girone; un tecnico con questi dati non merita alcuna censura. Non so dirvi però se con lui da principio il Bari sarebbe stato comunque in testa alla classifica. Nel girone di ritorno la Reggina ha accusato qualche flessione ma il Bari non ha saputo cogliere i vari match point. C’è un altro dato su cui riflettere: nel girone di andata il Bari ha vinto sette volte, di cui cinque con mister Vivarini, mentre nel ritorno ha realizzato sei pareggi esterni ed il distacco dalla capolista è rimasto a nove punti. Se in casa il ruolino di marcia si è invertito, il trend in trasferta è cambiato in peggio e non si è più vinto, evidentemente il tecnico ha qualche responsabilità insieme alla squadra; mi spiego meglio e puntualizzo: a volte abbiamo peccato con una difesa lenta con certi uomini, e pagato qualche incertezza di troppo del numero uno, Gigi Frattali, il quale ha disputato una stagione sotto i suoi standard; a centrocampo ci sono giocatori di spessore che anche in serie B avrebbero recitato la loro parte e su tutti Laribi, arrivato a gennaio ha subito fatto la differenza, ma è mancata quella personalità che in partite dove sei sul pari, ci vuole tali casi il giocatore che ti trascina al successo e fa svoltare la stagione. Invece, la Reggina che stava perdendo colpi si è ritrovata ed ha distaccato nuovamente la seconda e la terza. E’ mancata la personalità per poter primeggiare, nonostante tutto sono fiducioso per il futuro e che il tecnico possa trovare la chiave, a patto che si disputi il finale di stagione e più probabilmente, i playoff”.

Marco Iusco  

 

 


Pubblicato il 6 Maggio 2020

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