Cultura e Spettacoli

Cantonieri, ‘cazzabreccia’ e ‘Presidenti’

Dopo anni segnati da rovinose manomissioni volte a ricavare migliorie sul modello del comfort da moderno fabbricato urbano, la legge è intervenuta. E adesso guai a chi tocca i trulli. Sono consentiti solo quegli interventi manutentivi realizzati nel rispetto dell’originale segno architettonico. Eppure c’è ancora chi scherza col fuoco. Lo scorso anno un tale di Putignano rase al suolo un trullo con l’idea di erigerne un altro sulla stessa superficie. Venne denunciato e il cantiere messo sotto sequestro. Si tratta comunque di casi isolati in Valle d’Itria. Nella stessa area, invece, non sono affatto casi isolati, e con l’aggravante dell’impunità, i tratturi che svaniscono sotto un manto d’asfalto. Se un muro a secco venuto giù per vetustà può – e a fronte di ottimi risultati – essere ripristinato con analoga opera in pietra viva, ciò non vale per le carrarecce, le vecchie strade di campagna che, ancora numerose, serpeggiano tra i fondi. L’ansia di privilegiare gli interessi di B&B, resort, case-vacanza e agriturismo sta determinando lo snaturamento dell’originale rete viaria di collegamento tra contrade. E un altro pezzetto di storia se ne va, nell’idea – errata – che le carrarecce rappresentino un aspetto minore del panorama della Valle d’Itria. E invece anche per esse è passata la Storia. Essenziali per gli avi, le nostre strade di campagna erano tenute in una considerazione che non possiamo immaginare. A prendersene cura erano i Cantonieri. Stipendiati dai Comuni competenti e responsabili di tratti di strada di circa sette, otto chilometri, essi avevano alle proprie dipendenze una squadra di ‘cazzapietre’ o ‘cazzabreccia’. Erano questi ultimi operai incaricati di frantumare a colpi di mazzuola le pietre più grosse raccolte nei terreni che costeggiavano la strada (i proprietari di quei terreni non chiedevano di meglio, tornando la cosa a vantaggio delle esigenze agricole). Livellata, la breccia che se ne ricavava costituiva il fondo stradale. A conferma della considerazione in cui erano tenute queste vie si pone la funzione di una terza figura : A controllare il lavoro di Cantonieri e sottoposti era preposto un ‘Presidente’, in genere il padrone di una delle campagne che si affacciavano sulla carrareccia ; a individuarlo provvedevano i proprietari degli altri fondi. Tornando al residuo chilometraggio delle carrarecce della Valle d’Itria, fa specie quanto esse siano tornate in auge. Bisogna risalire ai giorni della civiltà contadina per ritrovare lo stesso ‘traffico’. Con la differenza che a percorrerle non sono più mandrie, birocci, carri agricoli o poveri cafoni diretti a piedi al lavoro. Sono podisti e cicloamatori, fotografi in cerca di spunti, cineasti a caccia di location… e  comitive di turisti, ecco la gran novità. Basta con i torpedoni scoperti o tour guidati per i luoghi comuni dell’attrazione turistica. In alternativa, una passeggiata per distese di ulivi e mandorleti, per ammirare melograni, gli ultimi carrubi, gli ultimi vitigni autoctoni e piante di fico d’india a ridosso di muri a secco e fabbricati rustici, lamie, trulli… La Puglia non è solo mare pulito, mangiar sano, cattedrali e castelli. Era ora che ce ne accorgessimo anche noi.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 19 Aprile 2013

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