Cultura e Spettacoli

Caprioli, la ‘colonia’ garganica

Due mesi fa un esemplare di Capriolo (‘garganico’, come i media locali hanno concordemente sottolineato) è stato ritrovato dentro un’area recintata ai margini della Foresta Umbra ; era tenuto in cattività da un allevatore. Veniamo a quell’aggettivo  e domandiamoci : Esiste un capriolo esclusivo dell’area del Gargano? C’è chi, fingendo di credervi, lo afferma nel nome di un pan regionalismo senza motivo.  L’affermazione va corretta. I caprioli presenti nell’areale della Foresta Umbra appartengono alla sottospecie ‘italica’, presente nella nostra penisola con popolazioni frammentate tra la tenuta presidenziale di Castelporziano, i Monti di Orsomarso, la zona meridionale della Maremma e il Gargano, appunto. Ovvero le uniche ‘sacche di resistenza’ di una specie che fino al primo Novecento era diffusa lungo tutto l’arco appenninico prima che un’antropizzazione soffocante e bracconieri implacabili ne mettessero a repentaglio la sopravvivenza. Dunque, non esiste un Capreolus Capreolus Garganicus, così come sarebbe fuori luogo parlare di capriolo del Lazio, della Calabria o della Toscana. Tornando a quella femmina di circa un anno e ribattezzata Bambi dagli uomini della Forestale, il suo ritrovamento è stato salutato come un evento di grande importanza. Il capriolo, si sa, è specie molto diffidente, non si lascia avvicinare e, quando catturata, non si lascia allevare. Bambi, invece, abituata all’uomo sin dai primi giorni, si mostra affettuosa e ‘collaborativa’ quanto un animale domestico. Il che consente verifiche sullo stato di salute della ‘colonia garganica’ senza il prezzo di catture traumatiche. Ma come ha potuto Bambi ritrovarsi in quell’area recintata? Bracconieri le hanno ucciso la madre? Esiste un’altra possibilità : Nella Foresta Umbra non è difficile scovare accucciati in mezzo all’erba alta piccoli di capriolo che sembrano abbandonati. In realtà l’abbandono può essere momentaneo da parte della madre che, confidando nella livrea mimetica del cucciolo e nel fatto che esso non ha ancora odore e quindi non può attirare predatori almeno finché non viene visto, si allontana in cerca di cibo. Succede allora che escursionisti o allevatori, pur animati dalle migliori intenzioni, credendo le bestiole abbandonate le raccolgano per consegnarla alla Forestale. Errore : una volta che l’odore dell’uomo rimane impresso sulla pelle del cucciolo, la madre non lo riconosce più e al piccolo allora non resta che la sempre problematica sopravvivenza in cattività. Per questo motivo nella Foresta Umbra  si trovano cartelli che invitano ogni ‘rinvenitore’ di cucciolo di capriolo a segnalare lo stesso alla Forestale ma senza sfiorarlo con un dito. Considerando queste cose, il futuro di Bambi si presenta problematico. La bestiola potrà mai essere reinserita nell’habitat d’origine?

Italo Interesse

 


Pubblicato il 13 Giugno 2014

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