Cronaca

Case cantoniere, l’ansia di fare cassa

La necessità di tenere in ordine le strade extraurbane è antica. Quando le strade non erano asfaltate ma sterrate o imbrecciate alla meglio, a controllarne lo stato di efficienza provvedeva una particolare figura professionale : lo Stradino. Se necessario, e con l’ausilio di mezzi rudimentali, lo stradino interveniva per spargere ghiaia, pulire fossi, tagliare erbacce… Il lavoro non finiva qui, toccando allo stradino fornire persino la materia prima : il pietrisco. I sassi di cui i contadini liberavano i campi venivano messi a disposizione dello stradino il quale doveva sbriciolarli a colpi di martello. Il Capo-stradino, che periodicamente passava a controllare la qualità del lavoro dei suoi sottoposti, era anche in diritto di verificare che quelle schegge fossero della misura giusta ; il che si stabiliva facendo passare il sassolino attraverso un cerchietto calibrato. Altri tempi. L’erede dello stradino, il Cantoniere, se la passa meglio giacché dispone di mezzi a confronto addirittura sofisticati e sopratutto non deve più vivere in ricoveri di fortuna ai margini della strada. Con l’introduzione dell’Anas (Azienda Nazionale Autonoma Strade), i cantonieri hanno l’obbligo di risiedere nelle Case Cantoniere, così dette perché viene chiamato ‘cantone’ il tratto di strada di competenza del cantoniere. Inconfondibili per via della tinteggiatura in rosso pompeiano, questi immobili di proprietà demaniale sono adibiti anche a deposito di utensili, macchinari e materie prime. Le case cantoniere sono migliaia, sparse su tutto il territorio nazionale, poche di esse tuttavia ricoprono ancora l’antica funzione. Per lo più cadono a pezzi oppure sfolgorano, a seconda che siano passate nelle mani di enti provinciali o di privati cittadini. Il bisogno che lo Stato ha di fare cassa lo ha spinto ad un piano di dismissione di gran parte del demanio immobiliare (caserme, fari, manifatture…). Facendo gola a tutti, le case cantoniere si stanno rivelando un buon affare. Quelle più modeste, idonee a svolgere solo funzioni di deposito, sono appetite dalle amministrazioni provinciali, che dopo averle acquisite continuano a lasciarle cadere a pezzi in attesa di deciderne la nuova destinazione d’uso. Assai più richieste – e in sede d’asta è battaglia serrata fra privati amanti del rustico – sono le case cantoniere a due piani con porticato. Una curiosità : Il doppio piano si spiega col fatto che molte di queste costruzioni, elevate al confine fra due cantoni, ospitavano due famiglie di cantonieri. E chiudiamo con un’altra tipologia di casa cantoniera : quella ferroviaria. Anche qui sono più le case cantoniere abbandonate che quelle in funzione, con la differenza che ad andare all’asta sono soltanto quelle (poche) affacciate su tratte ferroviarie dismesse.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 18 Marzo 2014

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