Cronaca

Colecchia Cisl, sostenere le famiglie pugliesi sia priorità alla Regione

La famiglia va salvaguardata dalla crisi, occorrono più ammortizzatori sociali ed interventi mirati e concreti. Bisogna dire basta ad una politica generalista ed aprirsi al dialogo e a discussioni su temi principali, bisogna procedere con protocolli d’intesa atti a ridurre i gravi effetti della crisi, peggiore di quella avuta nell’immediato dopoguerra, nonché la più lunga. Queste le proposte avanzate dalla Cisl, che nel suo bilancio dell’anno appena trascorso, alla luce del contesto sociale ed economico regionale, ha individuato quattro priorità fondamentali: la crescita legata all’occupazione e all’ambiente; politiche sociali meno dispersive, che puntino ad una maggiore solidarietà; l’utilizzo dei fondi europei e le politiche fiscali legate alla pubblica amministrazione. “Abbiamo calcolato che, nella nostra regione, il 30% dei giovani è fuori dal mercato del lavoro, la disoccupazione è salita al 16,1% e le famiglie povere costituiscono circa il 21%. Ci troviamo di fronte alla fase terminale della crisi, oltre cui non vi è alcuna prospettiva di crescita e di miglioramento – ha sostenuto Giulio Colecchia, segretario generale della Cisl – E’ importante puntare sui giovani, modificando le leggi sull’apprendistato e favorendo l’ingresso dei ragazzi nel mondo del lavoro”. Un altro nervo scoperto riguarda la vicenda dell’Ilva, per la quale ci vorrebbe un progetto di valorizzazione dell’industriale, con una maggiore attenzione nei confronti della salute dei lavoratori, senza trascurare il rispetto dell’ambiente. “Abbiamo raccolto dati dai centri Caritas, riguardanti la situazione attuale in Puglia e nelle sole province di Brindisi, Lecce e Foggia, le Caritas hanno avuto circa 80mila contatti, distribuendo 75 milioni di Kg di alimenti e beni di prima necessità. Dunque, sono circa un milione, le persone che si sono rivolte alle Caritas, principalmente si tratta di nuclei familiari. Ed ancora – ha poi proseguito il segretario Colecchia – secondo la Federazione dei pensionati della Cisl è proprio il sistema famiglia che subisce il peso della perdita del potere d’acquisto”. Una situazione di crisi che colpisce la famiglia, i pensionati e i giovani, le fasce più deboli di una società ormai al collasso. E così il sindacato avanza proposte e possibili soluzioni, come quella di aprire i cantieri, al fine di ridurre la disoccupazione e la maggiore diffusione della cassa integrazione e della cassa integrazione in deroga. “Ciò che non ci è piaciuto è  stata la scelta da parte dell’Ente Regione di sforare il Patto di stabilità, senza che il sistema del partenariato socio-economico fosse messo al corrente ed anche i continui tagli al sistema sanitario, che hanno portato solo ad una crescente riduzione della qualità dei servizi offerti. Purtroppo, l’uscita dal tunnel è ancora lontana, in virtù di questo, lanciamo un appello alla politica, ossia quello di costruire un bene comune pugliese, con l’unione di maggioranza e opposizione, le quali devono trovare un accordo in favore del territorio” ha affermato il segretario generale della Cisl. Al momento la nostra regione non versa in condizioni disperate, ma accanto a risultati positivi rilevati dalle esportazioni legate all’Ilva, al marmo di Apricena e all’agricoltura, vi sono settori in grave crisi economica e molteplici imprese che chiudono i battenti. Bisogna sempre guardare entrambi i lati della medaglia, come ha sottolineato Giulio Colecchia. “Per cercare di sostenere le famiglie in difficoltà, avevamo proposto alla Regione Puglia di mantenere l’IRBA, l’imposta regionale sulla benzina, con l’obiettivo di devolvere i ricavati ai nuclei familiari in difficoltà, ma anche questa proposta è stata bocciata”. A margine della conferenza stampa, il segretario Colecchia ha illustrato quelle che saranno le novità per il prossimo anno riguardanti il sindacato: “Si procederà con l’unificazione della struttura pugliese con quella della Basilicata, dunque la Cils diventerà  una struttura interregionale, di conseguenza cambieranno anche le categorie. Quest’anno, inoltre, chiudiamo con risultati positivi, perché se da un lato abbiamo registrato un calo dei pensionati, a causa della riduzione del numero dei pensionati stessi, dall’altro è aumentata la percentuale dei pensionati attivi, passata da un 54% nel 2011 ad un 55,70% nel 2012”.

Nicole Cascione


Pubblicato il 12 Gennaio 2013

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