Cronaca

Contestazioni della Pro Loco al Piano particolareggiato del centro storico di Santo Spirito

 

Sono state inviate al Comune ieri (ultimo giorno utile per la presentazione) le osservazioni al Piano particolareggiato della zona storica (A2) di Santo Spirito antistante il porto, da parte della locale associazione “Pro Loco”. Infatti, la “Pro Loco” della ex frazione a nord di Bari, a seguito di un attento esame del Piano particolareggiato predisposto dall’Amministrazione barese e depositato all’Albo pretorio comunale per i termini di legge delle osservazioni da parte della comunità interessata, ha condotto in collaborazione con ingegneri e architetti locali una serie di rilievi. E, pur apprezzando il fatto che dopo decenni di incuria ed assenza di interesse politico-amministrativo, il Comune di Bari ha presentato il P.P. della predetta zona storica, non possono tuttavia essere sottaciute talune criticità urbanistiche che continuano a permanere nella condizione urbanistica dell’area in questione. Un’area che ha nel tempo – secondo l’associazione “Pro Loco” – ha visto frammentarsi l’assetto storico-identitario del paesaggio costiero, di cui oggi restano sprazzi nella quinta sul lungomare fronte porto e nelle due aree della marineria, qualificate nel progetto di P.P. come “albergo diffuso” e “corti aperte”. Infatti, la “Pro Loco” ha preso atto dello sforzo progettuale effettuato dall’Amministrazione barese e che ha prodotto una approfondita analisi geomorfologica, storica e funzionale, però dall’esame attento ed approfondito del P.P. è emersa anche una debolezza di soluzioni valide ed idonee a salvaguardare e riqualificare in modo integrato e omogeneo il paesaggio urbano ed a rielevare la qualità di vita della popolazione, costretta oggi a subire gravi criticità strutturali ed anche assenza di servizi di base, come il sistema fognario obsoleto, e, quindi, il permanere di condizioni igienico-sanitarie ambientali che non sono in alcun modo tollerabili. Il principale elemento critico che i tecnici locali che hanno affiancato la “Pro Loco” hanno colto dall’esame di detto P.P. è che lo studio del medesimo pare essere stato condotto in modo decontestualizzato dalla restante area urbana. Infatti, la prima osservazione che la “Pro Loco” ha rilevato nelle osservazioni presentate al Comune è che “la sostanziale chiusura al traffico veicolare del lungomare Cristoforo Colombo (nel tratto che si diparte dal rondò posto nel punto di innesto di C.so Umberto su questa medesima arteria che corre fronte mare e che va verso ovest) renderà in modo permanentemente stabile quell’insostenibile caos di mobilità veicolare che oggi si registra sulla via Napoli nel solo giorno in cui si tiene il mercato rionale settimanale e nel quale è totalmente impedita ogni possibilità di transito a mezzi motorizzati nel innanzi detto tratto di fronte mare”. Né è pensabile per la “Pro Loco” che le gravi conseguenze che una permanente chiusura al traffico del Lungomare potranno essere eliminate con lo spostamento di tutto il traffico attuale sulle due parallele interne al Lungomare. Vale a dire via Napoli e via Fiume, la quale in alcun modo quest’ultima potrà mai assurgere a ranghi di viabilità primaria, vuoi per la sua ridotta larghezza stradale, vuoi per i molteplici e numerosissimi incroci con le altre vie ad essa perpendicolari che la interessano e che determinerebbero un traffico sicuramente molto poco scorrevole e, di conseguenza, a gravi intasamenti. Ma c’è di più! Infatti, nelle osservazioni si rileva che via Fiume è arteria che necessita di marciapiedi (oggi in parte mancanti) e la cui costruzione, a completamento di quelli esistenti, andrà ad eliminare ogni possibilità di parcheggio pubblico, che dovrà perciò essere relegato – ed invero con un numero di posti auto sicuramente irrisorio –  solo su quelle aree che il P.P. prevede di dover a tal fine destinare, sottraendole alla disponibilità dei privati proprietari che in alcun modo accetterebbero tale imposizione urbanistica. E ad impedire, peraltro, che la via Fiume possa elevarsi ad arteria stradale di importanza primaria concorre anche l’ulteriore circostanza della sua limitata lunghezza e la estrema difficoltà che si avrebbe nel canalizzare il traffico, che alla fine sarebbe indirizzare ugualmente su via Napoli, sia in direzione Ovest che in direzione Est. Quindi, la logica conseguenza dei rilievi e delle considerazioni effettuare dai tecnici della “Pro Loco” fanno apparire meritevole di ripensamenti la prevista chiusura al traffico del Lungomare, che non può certamente essere limitato, così come previsto dalle progettazioni in itinere, ad un utilizzo solo a favore dei frontisti o dei servizi pubblici e di emergenza, ma va evidentemente esteso – come lo è sempre stato fino a circa due anni orsono – a tutta la collettività e, peraltro, con previsione di un auspicabile ritorno al doppio senso di marcia. Infatti, si ricorda nelle osservazioni, è a tutti noto che la effettuata modifica sperimentale di quel che era la originaria possibilità di utilizzo veicolare del Lungomare non è stata mai in alcun modo favorevolmente accettata dalla popolazione, che l’ha subita e che spera in soluzioni migliorative e non certamente di aggravamento e che in tutta evidenza paiono essere pure foriere di intollerabili conseguenze, specie nei periodi estivi e nei fine settimane di tutto l’anno, per via del flusso turistico e del correlato sensibile aumento del carico automobilistico. Dall’intero P.P. emerge, poi, l’insufficienza  quantità di posti auto individuati come aggiuntivi, considerato quanto già oggi siano insufficienti i parcheggi su via Napoli, cui vanno sommati quelli che vengono meno sul lungomare e sulla stessa via Fiume, se questa dovesse funzionare da secondo asse di scorrimento. Inoltre, andrebbe considerato con la massima attenzione il forte aumento di carico antropico che il progetto di pedonalizzazione e riqualificazione del lungomare (a cui però l’intero P.P. fa scarso cenno) inevitabilmente è destinato a produrre, rendendo ulteriormente questo un forte attrattore di presenze per il tempo libero e il commercio. Ulteriore carico deriva, nelle previsioni  del P.P., dalla considerazione di interesse collettivo che viene data alle due aree indicate come “albergo diffuso” e “cortili aperti”, con la prospettiva di un sensibile aumento di accoglienza turistica e di servizi commerciali per il tempo libero, nonché di un ricostruito mercato coperto di fronte alla rotonda del lungomare Cristoforo Colombo, ove si prevede un parcheggio sotterraneo per i commercianti, ma di improbabile costruzione considerando l’attuale livello del mare è a poco più di 1,5 metri di profondità. Ma nel P.P. osservato non è chiaro – per la “Pro Loco” – neppure quale possa essere il rapporto del locale porto con la viabilità e quali possano essere i criteri di coinvolgimento dei suoi fruitori, siano essi marinai, turisti o fruitori locali per diporto, specie nella gestione ordinaria e straordinaria delle oltre 250 imbarcazioni da diporto attualmente presenti in estate. Invece, fondamentale nel P.P. definitivo dovrebbe essere per la “Pro Loco” un’analisi del traffico e dei percorsi dell’intero sistema urbano, individuando fin d’ora aree di parcheggio realmente idonee e non residuali e una viabilità alternativa capace di assorbire il caotico traffico attuale e quello in itinere. Aree di parcheggio che, se individuate lontane dal centro di Santo Spirito, devono già avere in progetto l’utilizzo di un idoneo sistema di trasporto locale non impattante e fortemente efficiente, senza il quale qualunque prospettiva di intervento è mera chimera. Quindi, da evitare sono le scelte su giardini privati come luoghi per posti auto pubblici, sia per l’esiguità di questi che, soprattutto, per le scarsissime possibilità e difficolta di realizzo di questi su aree pertinenziali private i cui costi di esproprio, ammesso che sia ammissibile, sarebbero elevatissimi. Nelle osservazioni al P.P. di Santo Spirito presentare dalla “Pro Loco”, obbiezioni vengono sollevate in merito anche alla prevista realizzazione di una pista ciclabile di collegamento con Palese, per realizzare la quale sarebbero penalizzati tratti di lungomare la cui larghezza è già ora insufficiente per un idoneo e sicuro scorrimento veicolare. Per cui anche per questa andrebbe studiata una diversa e migliore soluzione. In conclusione, La “Pro Loco”, alla luce dei rilievi mossi al P.P., lamenta l’assenza di un necessario ed adeguato coinvolgimento nell’elaborazione di detto Piano delle rappresentanze territoriali e, quindi, della cittadinanza locale, che ancora una vola il Comune di Bari ha considerato quasi come estranea all’intervento progettuale. Ma questo è forse una delle tante ragioni per cui a Santo Spirito, come pure a Palese, l’Autonomia comunale è ormai la priorità da perseguire più del Piano particolareggiato della zona A-2 di Santo Spirito e che il Comune si appresta a varare alla scandalosa distanza di oltre 46 anni dall’approvazione definitiva del Prg vigente. Un Piano particolareggiato che, tra l’altro, non trova neppure il gradimento di tanta parte della comunità interessata.

Giuseppe Palella

 

 


Pubblicato il 8 Aprile 2022

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