Cultura e Spettacoli

Don Abbondio restò nell’ignoranza

C’è un Carneade in agguato per tutti, specialmente per i curiosi. Non esiste cibernauta che almeno una volta non sia incappato in qualche illustre sconosciuto. A noi è capitato qualche giorno fa. Il nome del nostro Carneade è : Muzio della Torella di Puglia. Lo abbiamo individuato all’interno di una lunga lista di ‘dissidenti’ messi a morte dalla Chiesa. La scarna notizia che lo riguarda si limita a questo : l’1 marzo del 1566 a Roma costui veniva decapitato e poi arso, perché “luterano”. Muzio della Torella di Puglia era dunque un eretico, va bene, ma poi? Per quante ricerche siano state fatte, non si è potuto appurare altro, se non che nello stesso anno sotto il pontificato di Pio V ancora tre persone vennero decapitate ed arse per eresia : Giulio Napolitano il 6 marzo, Don Pompeo dei Monti il 3 luglio e Curzio di Cave francescano il 9 luglio. Il nostro Muzio non dovette essere un personaggio di spicco. Scorrendo quella lista sinistra vediamo che abbondano frati, monaci, predicatori, teologi, pochissimi dei quali passati alla Storia. Fu Muzio della Torella di Puglia un comune religioso messosi banalmente nei guai col Santo Uffizio? E’ possibile. Bastava poco in quei giorni bui per consegnarsi al boia. Una Chiesa simoniaca e concubinaria aveva bisogno di inventare un nemico per sostenere il proprio traballante edificio. L’oscuro Muzio della Torella di Puglia, quest’altro Carneade della Storia, altro non fu che l’ennesimo mostro preso e sbattuto in prima pagina. Un ‘mostro’ destinato a scivolare immediatamente nel dimenticatoio. L’ennesimo Carneade, insomma. Carneade… chi era costui?… Senza il Manzoni nessuno si ricorderebbe di questo filosofo scettico vissuto tra il 214 e il 129 avanti Cristo. In apertura del capitolo VIII  de I Promessi Sposi, Don Abbondio è nella sua stanza intento a leggere un panegirico in onore di San Carlo Borromeo, all’interno del quale è menzionato Carneade. Davanti a questo nome il curato s’interrompe e s’interroga : “Carneade! chi era costui?…”. La curiosità è destinata a restare insoddisfatta poiché di lì a poco il pover’uomo dovrà fare i conti con l’avventuroso e sfortunato ‘matrimonio a sorpresa’ tentato da Renzo e Lucia con la complicità di Tonio e di suo fratello Gervaso. Il Manzoni non dice se più avanti il pavido curato avrà modo di risalire a questa figura, tutto sommato minore, eppure entrata di prepotenza nel modo comune di ironizzare ogni qual volta per effetto di un colpo del Caso un nome ignoto s’impone all’attenzione generale. – Nell’immagine, Perpetua viene ad interrompere l’arrovellarsi di Don Abbondio intorno alla figura di Carneade per annunciargli l’arrivo di Tonio e Gervaso.

Italo Interesse


Pubblicato il 28 Settembre 2018

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