Cultura e Spettacoli

Donna fatale, spia senza fortuna

A partire dal prossimo 10 novembre  sarà in tutte librerie ‘La spia’, l’ultimo libro di  Paulo Coelho, ‘La spia’, dedicato a Mata Hari. La scelta del mese di novembre non è casuale. Si vuole dare il tempo alla critica di leggere il libro per suggerirne l’acquisto a Natale. Con queste cautele il testo dovrebbe sfondare nel 2017, anno in cui ricorre il centenario della morte della più celebre spia della Storia. Come è noto, Margaretha Geertruida Zelle, danzatrice e amante dei potenti della belle epoque, fu accusata dai francesi d’essere una spia al soldo dei tedeschi e perciò fucilata il 15 ottobre 1917 (oggi dunque ricorre il 99esimo anniversario del tragico evento). E’ storia che poco prima di essere condotta al fossato del castello di Vincennes, un sobborgo di Parigi, per l’esecuzione della sentenza Mata Hari poté scrivere tre lettere, indirizzate alla figlia Jeanne Louise, al capitano Masslov e all’ambasciatore d’Olanda (queste due ultime figure ebbero gran parte nelle vicissitudini che portarono la donna alla fucilazione). Ma per motivi rimasti inspiegati la direzione del carcere non inoltrò mai quelle missive. Che fine fecero? Senza entrare nel merito della colpevolezza o della innocenza della Zelle, Coelho prova a immaginare il contenuto delle tre lettere. Tanto gli offre il destro per sfrondare la figura di Mata Hari del mito di femme fatale e di seduttrice seriale. In ‘La spia’ Coehlo punta a svelare la donna, nel cui spirito d’indipendenza e nella capacità di sfidare la gretta morale del tempo intravede un’anticipazione del movimento femminista. Che da un eccesso si vada all’altro?… Sono rischi che si corrono quando di mezzo sono personaggi di quella caratura. Quella di Mata Hari, in fondo, fu tutta una vita di finzione. Cosa non inventò Margaretha sul proprio conto pur di presentarsi misteriosa, intrigante, inafferrabile. E di quanti uomini si finse innamorata pur di assicurarsi gli appoggi necessari al suo sontuoso stile di vita. La cronaca del suo ultimo giorno di vita sembra tratta da un romanzo d’appendice : Salì sulla vettura che la portava al supplizio vestita come se andasse a una prima a teatro. Raggiunse “con fermezza” il palo a cui fu legata, rifiutò la benda. Al plotone che la salutava presentandole le armi, avrebbe risposto con un cortese cenno del capo o, a seconda delle fonti, con le sue ultime due parole : “Sono pronta”. Il feuilleton non si ferma qui : per una macabra forma di galanteria, degli undici colpi sparati dai dodici fanti (uno dei fucili, come da tradizione, era caricato a salve affinché nessuno degli esecutori avesse la certezza d’aver dato la morte) solo tre andarono a segno, colpendo la donna al fianco, al ginocchio e al cuore ; quest’unico colpo si rivelò mortale. Nessuno reclamò il corpo, che venne trasportato all’Istituto di Medicina Legale, sezionate e sepolto in una fossa comune. Venne conservata solo la testa, che fu trafugata negli anni cinquanta in circostanze mai chiarite.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 15 Ottobre 2016

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio