Cronaca

Due monopattini rubati e cinque distrutti. Decaro: “Mi vergogno”

Due monopattini elettrici rubati e cinque distrutti. E’ questo il bilancio del primo giorno del servizio di sharing dei monopattini nella città di Bari, comunicato con un post dal sindaco (e presidente dell’Anci) Antonio Decaro. Era stato proprio lui, il 6 luglio, a tenere a battesimo il nuovo servizio, attivo con 250 mezzi, che dovrebbero poi diventare 500. “Lo so, alcuni di voi staranno pensando: “E cos’altro ti aspettavi?” – ha scritto il primo cittadino – Ecco, io mi aspetto civiltà. Io mi aspetto rispetto. Io mi aspetto che la mia città e i miei cittadini mi facciano sentire orgoglioso, ogni giorno, di essere il sindaco di Bari. Oggi invece io mi vergogno. Mi vergogno per questa gente che continua a provare a distruggere i nostri sforzi e i nostri sogni. E mi vergogno anche per quelli che, con una rassegnata accondiscendenza, in fondo, li giustificano, come se fosse una cosa normale”. “Adesso cosa mi aspetto? – ha concluso Decaro – Mi aspetto che Bari diventi una città europea, moderna, pulita, civile. E non mi arrendo. Come non si arrendono i tanti tra voi che invece di chiedersi: “E che ti aspettavi?” ogni giorno mi dicono: “Coraggio, vai avanti”.

Insomma, da” Ladri di Biciclette di De Sica” al… baresissimo “Ladri di monopattini” che, detto senza offesa per l’interessato, è roba da Nicola Pignataro. Dopo la presentazione nella quale era stato assicurato che i monopattini erano intoccabili, indistruttibili, invincibili e non rubabili, ecco l’inevitabile: due sgraffignati, cinque vandalizzati. Va da sè che si tratta di azioni delinquenziali da condannare. Meglio: da condannare i responsabili delle stesse. Tuttavia l’Italia è da sempre il Paese del “realismo” politico, dote che ci viene in soccorso da Guicciardini e Machiavelli. Possibile mai che un sindaco accorto, il migliore di Italia secondo i sondaggi, non abbia fatto i conti con atti del genere? Erano ampiamente in conto e il precedente delle biciclette doveva dirlo. Decaro sostiene che si vergogna. In parte ha ragione. Ma deve anche fare ammenda della sua ingenuità (possiamo chiamarla tale?) amministrativa. Con garbo segnaliamo a Decaro di porre rimedio alla vergogna e al pericolo dell’ex Hotel Leon d’ Oro, dove lato Andre da Bari sporgono pericolose lame di vetro che possono diventare armi improprie e deve, questo sì, far arrossire per il mercatino dei rom che al giovedì, senza ostacolo, vendono indumenti usati raccolti nei cassonetti con tanti saluti a igiene mascherine. Roba da terzo, anzi quarto mondo.

Bruno Volpe

 

 


Pubblicato il 8 Luglio 2020

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