Cronaca

E’ giunta l’ora della verità per la nascita dei nuovi municipi?

Il crono programma annunciato dal sindaco di Bari Michele Emiliano il 3 febbraio del 2010, alla vigilia della seduta di consiglio regionale che avrebbe dovuto approvare i provvedimenti istitutivi del Comune di Palese-Santo Spirito e quello di Carbonara-Ceglie-Loseto, si è rivelato un altro “bluff ” del Primo cittadino del capoluogo, al pari dell’annuncio della creazione di 30mila posti di lavoro fatta alla vigilia delle elezioni amministrative di giugno del 2009. Infatti, la promessa effettuata pubblicamente in Regione che l’Amministrazione comunale barese, se il consiglio regionale avesse bocciato i disegni di legge di distacco da Bari della Prima e Quarta circoscrizione, avrebbe provveduto entro giugno del 2011 a modificare il decentramento amministrativo cittadino, dando maggiori poteri agli organi elettivi periferici, è puntualmente caduta nel vuoto. Ed anche l’impegno di rendere maggiormente autonome da Bari le ex frazioni. che nel 2010 sarebbero dovute diventare Comune a se, è stata disattesa, come d’altronde era facilmente prevedibile già da allora, ma non dalla maggioranza dei consiglieri regionali pugliesi che si lasciò deridere dalle false promessa del sindaco Emiliano, oltre che verosimilmente da “ricatti” o “lusinghe” personali che il presidente del Pd pugliese effettuò allora nell’estremo disperato tentativo di non far ottenere  a Palese-Santo Spirito e Carbonara-Ceglie-Loseto la legittima indipendenza da Bari per la gestione dei rispettivi territori. A distanza di oltre due anni dal termine allora promesso, l’amministrazione Emiliano è giunta quasi alla fine del suo mandato è solo ora, forse, riuscirà ad approvare in tutta fretta la riforma del decentramento che ridurrà il numero delle circoscrizioni comunali da 9 a 5, chiamandole “municipi”, ed anche il numero complessivo dei consiglieri ad esse assegnate, che dovrebbe passare dagli odierni 144 rappresentanti circoscrizionali a circa la metà per quelli municipali. “Riforma che – a detta di qualche esponente politico barese della stessa coalizione che sostiene il sindaco Emiliano nell’aula “Dalfino” – sarebbe per alcuni punti addirittura peggiorativa rispetto agli attuali contenuti del decentramento comunale”. Infatti, chiarisce sempre lo stesso esponente di maggioranza, si tratterebbe di un nuovo modello di decentramento che sicuramente non risponde alle effettive esigenze avvicinare l’istituzione comunale ai baresi dei diversi quartieri cittadini, per risolvere più rapidamente e meglio i loro problemi. “Si tratterebbe – sempre secondo lo stesso esponente –  semplicemente di una nuova suddivisione del territorio comunale che risponde alla sola esigenza di riduzione dei costi politici del finto decentramento amministrativo che vige nella città di Bari e continuerà a vigere, se la riforma che si vorrebbe attuare fosse approvata”. In sostanza, la tanto annunciata e propagandata riforma del decentramento sarebbe un altro  dei “bluff ” del sindaco Emiliano ai baresi. E che di “bluff ” si tratti ne sono forse convinti anche altri esponenti del centrosinistra barese, a cominciare da quelli circoscrizionali che, in sede di voto al parere obbligatorio (ma non vincolante) sulla delibera di riforma, si sono espressi unendo il  proprio voto negativo a quello dei colleghi circoscrizionali di centrodestra. Risultato, questo, che non si è verificato soltanto nelle 4 circoscrizioni guidate da presidenti di centrodestra ( Mutat, Liberta, Carbonara e San Paolo), ma anche in quelle a maggioranza di centrosinistra, come Carrassi-San Pasquale e Picone-Poggiofranco, dove il parere alla delibera sul nuovo decentramento è stato parimenti negativo. Forse soltanto da Palese-Santo Spirito potrebbe essere dato un pare favorevole al nuovo decentramento, ma perché a guidare la circoscrizione c’è un commissario, Luca Scandale, che essendo di nomina sindacale, come è noto, è persona politicamente, oltre che amministrativamente, vicina ad Emiliano. Un eventuale parere commissariare favorevole che sarebbe a dir poco paradossale, oltre che ridicolo, per una circoscrizione, quella di Palese e Santo Spirito, dove dal 2003 ben tre consigli circoscrizionali, guidati da tre diversi presidenti di cui l’ultimo addirittura espressione della stessa coalizione politica del sindaco che amministra il capoluogo  dal 2004, hanno sempre deliberato senza alcun voto contrario la richiesta di distacco da Bari e la richiesta di diventare Comune autonomo. E non dimenticando, soprattutto, che nell’aprile del 2009 anche la popolazione di tale territorio si è espressa in tal senso in un referendum legittimo che ha registrato l’80% dei “SI” all’istituzione del Comune autonomo. Quindi, visti i presupposti, il paventato “nuovo decentramento” del sindaco Emiliano non sarebbe altro che un fallimento annunciato per Bari, così come lo è stato quello in essere dall’ormai lontano 1981. “Allora – dicono molti cittadini – meglio abolirlo del tutto e tornare nei quartieri ai vecchi delegati del sindaco, piuttosto che continuare negli sprechi e nelle inefficienze”. Opinione, questa, assai diffusa tra la gente non soltanto nelle periferie, ma anche in città. Ed ora anche tra qualche forza politica di opposizione presente in consiglio comunale, che con i propri rappresentanti non disdegna di chiedere espressamente l’abolizione delle circoscrizioni di decentramento amministrativo comunale, sembra orientata a perseguire tale obiettivo. Sempre che non lo faccia soltanto per fini propagandistici elettorali, come è stato in passato per Emiliano, quando prometteva di dare più poteri agli organi di decentramento e, soprattutto, di dare “ascolto” ai cittadini e soluzioni ai loro bisogni. Ma, come ora è evidente, sono state solo parole.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 10 Settembre 2013

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