Cronaca

Ecco come l’Amministrazione comunale riqualifica Palese

Per avere un’approfondita percezione di come l’Amministrazione comunale barese, nel passato ma anche nel presente, procede con le scelte di cosiddetta “riqualificazione” delle periferie cittadine è sufficiente recarsi a circa dodici chilometri a nord del capoluogo, ossia nella ex frazione di Palese Macchie, dove di recente il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha inaugurato una scuola materna di sole due aule, per soddisfare (come lui stesso ha dichiarato durante il discorso inaugurale della nuova struttura) una “promessa elettorale” fatta nel 2014 ad una settimana dal voto delle amministrative ad un sedicente Comitato di cittadini di un rione che, dal punto di vista urbanistico, è financo inidoneo ad ospitare siffatta opera pubblica e che ora si scopre pure non avere una sufficiente popolazione scolastica in età infantile. E, quindi, per il funzionamento di detto plesso il numero maggiore di alunni dovrà essere spostato da altri quartieri di Palese già dotati di scuola pubblica per l’infanzia. Ma le scelte dell’Amministrazione barese in periferia “tanto per…” accontentare qualcuno e, quindi, discutibili o in odor di favoritismo, non sono di certo una novità a Palese, dove ultimamente un locale consigliere comunale di opposizione, Michele Picaro, ha acceso i riflettori su la struttura in ferro realizzata dal Comune agli inizi degli anni Duemila nella zona 167 per ospitare il mercato settimanale di merci varie e mai utilizzata, è già da alcuni anni in stato di abbandono e degrado, senza che da Bari si siano finora preoccupati di rimuoverla perché è ormai solo un potenziale pericolo per chi dovesse malauguratamente intromettersi nella sottostante area, visto che buona parte delle transenne di recinzione, installate per la messa in sicurezza della zona, sono state divelte o giacciono inclinate per terra. Tale opera strutturale in ferro è stata abbandonata dal Comune dalla sua realizzazione, perché evidentemente anche questa fu costruita dall’Amministrazione barese dell’epoca (sindaco era Simeone Di Cagno Abbrescia) con il dichiarato intento di risolvere il problema dello spostamento dei venditori ambulanti del mercato del martedì, a Palese, che non poteva più tenersi in via tenente Ranieri  ed avrebbe dovuto spostarsi in viale Leonardo Del Turco. In effetti, nel settembre del 2005, a distanza di oltre cinque anni da quando era stata costruita la tensostruttura che avrebbe dovuto ospitare le bancarelle ed i furgoni degli ambulanti in via Del Turco, il Comune si decise a trasferire il mercato settimanale di via tenente Ranieri  nella zona 167. E solo allora, però, al Comune si accorsero che la struttura metallica realizzata alcuni anni prima per gli ambulanti non era né idonea, né capiente ad ospitare i furgoni attrezzati alla vendita degli ambulanti che partecipavano al mercato settimanale di Palese, in quanto le campate di detta struttura erano di larghezza inferiore al necessario. Risultato? Il mercato fu comunque spostato nella zona 167, ma a fianco dell’allora nuova tensostruttura, vale a dire al centro di viale Del Turco, e non come previsto inizialmente all’atto di progettazione e realizzazione dell’opera destinata ad ospitare gli ambulanti. Quindi, quell’opera comunale di viale Del Turco, costruita per il mercato settimanale, per anni è stata invece utilizzata solo come area sotto cui parcheggiare la auto dei residenti della zona per proteggerle dal sole e dalla pioggia. Ora, ma già da qualche anno, la struttura di “quel mercato mai nato” non è più possibile neppure utilizzarla come garage perché i teloni di copertura sono andati in malora e diverse travi in legno, che costituivano il telaio di appoggio delle coperture dei moduli in ferro che compongono l’intera galleria, sono a rischio caduta, in quanto marce, per cui l’area è stata da tempo interdetta all’utilizzo anche come pubblico garage. Quindi, in presenza anche in questo caso, di un opera pubblica realizzata su presupposti progettuali così marchianamente errati, l’interrogativo che in molti palesini sorge spontaneo è: “Chi dovevano accontentare da Bari per quella struttura inutile di via Del Turco?”. Ed ancora oggi, nonostante a guidare il Comune di Bari ci sia un sindaco di diverso ed opposto colore politico, pare che la logica che sottende a determinate scelte dell’Amministrazione barese in periferia sia rimasta la stessa. Infatti, secondo alcune indiscrezioni, già da tempo si era fatta avanti qualche ditta del posto che si era offerta di rimuovere a proprie spese, e quindi senza costi per il Comune, quelle strutture in ferro pericolanti di via Del Turco e di ripristinare a costo zero lo stato dei luoghi. Ma, stante a quanto si dice in giro, la proposta non sia stata neppure inoltrata all’Amministrazione barese, perché un amministratore locale di maggioranza abbia seccamente asserito che “non si può fare”.  Evidentemente anche per la demolizione di quel manufatto “inutile” e fatiscente l’Amministrazione comunale barese deve accontentare, al momento opportuno e verosimilmente con procedura d’urgenza, qualche “signorotto” dell’imprenditoria locale ad essa vicino.  Infatti, – fanno notare alcuni palesini – non a caso ad evidenziare il problema di carattere strutturale ed igienico, oltre che di sicurezza e fruibilità della zona, è stato un consigliere di minoranza, Picaro per l’appunto, che è di Santo Spirito. Mentre due consiglieri comunali palesini di maggioranza, Michelangelo Cavone e Massimo Maiorano, entrambi del Pd, per tale macroscopico problema di sicurezza ed igiene pubblica hanno finora nicchiato o sono stati silenti. E dire che uno dei due esponenti palesini dell’amministrazione Decaro, Maiorano, che siede ininterrottamente dal 2004 nell’aula “Dalfino”, abita ad appena una cinquantina di metri da quel manufatto fatiscente e da rimuovere da tempo. E su quest’ultimo c’è pure chi a Palese si chiede: “Non sarà che, per caso, su questa vicenda abbia avuto ed abbia tuttora qualche problema di diottrie?”          

 

 

Giuseppe Palella       


Pubblicato il 30 Marzo 2017

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