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“Ero del Bari, poi Ferlaino mi rivolle. Davide Marfella ha un grande futuro”

Lo soprannominavano Batman per la sua agilità nell’ipnotizzare gli attaccanti avversari, ha giocato con Diego Maradona, giocato in Coppa Uefa, vinto per due volte la Coppa Italia con due maglie diverse, la Supercoppa Italiana e vinto anche un campionato cadetto col Siena, stiamo parlando del portierone Pino Taglialatela, amato da tutti i tifosi ed appassionati di calcio, ma soprattutto anche un ex portiere biancorosso nella stagione 1992-1993. A Bari rimase solo una stagione cambiando due allenatori, il brasiliano Sebastiao Lazaroni e Beppe Materazzi, con quest’ultimo subì pochissime reti e fece i miracoli nel derby contro i giallorossi. L’ex giocatore, oggi collaboratore tecnico dell’Ischia calcio, società dilettantistica ma che ha militato anche in serie C ed ha lanciato oltre a Taglialatela, anche i biancorossi Ciccio Brienza e Giuseppe Mattera, oggi nel Bari.  L’unica pecca non aver giocato nella Nazionale anche se ci è andato vicinissimo e l’avrebbe meritata per quello che faceva sul campo e nello spogliatoio come leader. L’ex portiere di Napoli, Bari, Palermo e Siena ha avuto anche la fortuna di essere allenato da Roberto Mancini come ha dichiarato svelando dei particolari interessanti del carattere del tecnico.

Caro Pino, hai giocato con tanti campioni, ma su tutti cito uno: Diego Maradona, con il quale hai vinto uno scudetto e Coppa Italia?

Oltre quella stagione fantastica dello scudetto, ricordo tante stagioni con la maglia del Napoli, dove ho avuto la fortuna anche di giocare titolare. Luciano Castellini e Ottavio Bianchi, mi scelsero come giovane da aggregare alla prima squadra e di lì ho iniziato il mio percorso, girando poi in prestito in tante piazze e poi ritornando ed in quegli anni solo il Bari fu vicino a prendermi. Ho avuto la fortuna ed abilità di essere scelto da un grande tecnico che mi ha consentito di giocare col migliore della storia, di sempre, Diego è stato un grande, non me ne vogliano i campioni attuali, ma aveva qualcosa in più di tutti. A fine carriera riavvolgi il nastro e libro dei ricordi e puoi raccontarlo ai figli e posteri.

Lazaroni prima e Beppe Materazzi, nella seconda parte della tua stagione a Bari, hai subito soli dodici gol, parando di tutto. Perché non sei rimasto in un Bari che poi l’anno dopo ha trionfato nella serie cadetta?

Ero giunto in prestito dal Napoli. In quel Bari c’erano altrettanto campioni e giocatori che poi hanno avuto una carriera importante come Joao Paolo, Tovalieri, Protti. Il Bari mi voleva per il proseguo della stagione che poi avrebbe vinto il campionato. Devo tanto anche a Vincenzo, bellissima persona. Trattava direttamente con i calciatori nonostante avesse collaboratori qualificati, era persona squisita, forse uno dei miei migliori presidenti. Verso febbraio – marzo so che chiamò il Napoli di

Ferlaino e fece una proposta. Il Napoli accettò, allora c’era Galli tra i pali ed io non avrei avuto spazio. Il presidente del Bari mi voleva fortemente e l’accordo era stato raggiunto intorno ai 2miliardi di lire, poi successe che Ranieri fu sostituito e ritornò Bianchi, e con il ridimensionamento in società, Ferlaino decise di riportarmi a Napoli stracciando la bozza di contratto. Ma posso dire che anche a Bari c’erano buone prospettive ed hanno fatto campionati importanti, resta l’affetto per una piazza che mi ha dato tanto. Se non fosse avvenuto quel cambio alla guida tecnica, probabilmente avrei potuto raccontare altre stagioni in biancorosso. Grazie comunque all’ex presidente e compianto Vincenzo Matarrese.

Con la maglia della Fiorentina hai vinto una Coppa Italia ed hai avuto Roberto Mancini. Che qualità hai intravisto nell’attuale Commissario Tecnico della Nazionale?

Mi alternai con Francesco Toldo in quella stagione, ebbi comunque spazio. Andai a Firenze, per dare una mano a Francesco Toldone. Si, Mancini è stato un altro grande calciatore, e da giocatore lo ammiravo per la tecnica e carattere e non pensavo avesse quelle qualità umane che poi ho avuto modo di conoscerlo da mio allenatore. Da giocatore si lamentava spesso. Quando poi mi ha voluto a Firenze ho avuto modo di conoscere una persona incredibile, preparatissimo ed ha vinto molto, e penso che rilancerà la Nazionale senza dubbio con la sua tenacia e meticolosità.

Sul Bari di De Laurentiis, ti chiedo un commento su Davide Marfella, da portiere a portiere e napoletano come te?

Solo a Napoli parai 12 rigori, in carriera forse più di trenta e parai un rigore memorabile nel derby contro il Lecce. Davide penso farà una grande carriera. Giocare in certe piazze calde, ti dà tantissimo. Può diventare protagonista. Senza un buon portiere più duro vincere il campionato.  Quando giocavo io, c’era un livello altissimo, la scuola italiana resta la migliore e tornerà grande anche dopo Buffon. Poi Bari adesso ha una grande società che la riporterà ai fasti del passato e forse potrà fare anche meglio.

Da collaboratore tecnico dell’Ischia Calcio, ci racconti della tua società che ti ha lanciato che programmi hai e chicche puoi svelarci?

Abbiamo progetti importanti di rifondare il settore giovanile. Abbiamo messo la base nei prossimi anni ci saranno belle sorprese. Da dopo Brienza, nessuna traccia

importante. Anche Mattera, è ischiano ed avrebbe meritato una carriera anche più esaltante.

Marco Iusco


Pubblicato il 20 Dicembre 2018

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