Cultura e Spettacoli

Ezra Pound, poeta scomodo

Tre giorni fa agenti della Digos di Lecce hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare a dodici persone, alcune delle quali si presume appartengano a Casa Pound, l’organizzazione politica di ultra destra. Il provvedimento è legato alla rissa che la notte fra il 5 e il 6 settembre dello scorso anno coinvolse una settantina di persone nel centro storico di Lecce. Insomma, seppure nel modo peggiore, non si smette di parlare di Ezra Pound, il controverso poeta che nacque nel 1885 negli USA e che passò in Italia gli ultimi cinquant’anni di vita. Non fosse stato per la sua lunga militanza fascista prima sotto la bandiera del Regno d’Italia, poi sotto quella della Repubblica di Salò, Pound nel 1959 non sarebbe stato escluso dal Premio Nobel, che forse avrebbe vinto. In precedenza, il 19 febbraio 1949, quindi esattamente sessantasei anni fa, con la sua opera più famosa (i ‘Cantos’) aveva ricevuto il Premio Bollingen di Poesia, a tutt’oggi il primo premio letterario statunitense. Senza la decisione nel 2003 da parte di alcuni giovani di raccogliersi nel nome di Ezra Pound e dare vita al primo centro sociale di destra, poi rapidamente evoluto in radicale movimento politico, oggi ci si ricorderebbe del peso che quest’uomo esercitò sulla poesia del suo tempo. Non è stato reso un buon servigio alla poesia di Pound, oggi impropriamente considerato un autore maledetto. E Casa Pound ha più nemici di quanti gliene potesse accreditare l’antifascismo, a cominciare da alcuni famigliari dello stesso poeta. La figlia di Pound, Mary, ha chiamato in giudizio Casa Pound ritenendo lesivo l’associazione del cognome Pound con un gruppo  ripetutamente  accusato di violenze, alcune anche gravi. La tesi di Mary Pound è questa : L’adesione del padre al fascismo va ridimensionata in considerazione del contesto storico culturale in cui tale adesione maturò. Come a dire che un Ezra Pound redivivo avrebbe preso le distanze da questa nuova idea di destra. In effetti è difficile immaginare un Pound che si riconosca in una qualunque idea politica partorita da un paese incancrenito, un paese che non ispira alcuna speranza di redenzione, a differenza dell’Italia che egli conobbe nei primi anni venti, quando per la prima volta vi mise piede. Al più avrebbe riposto qualche scampolo di speranza nell’Italia neofascista e golpista della fine degli anni sessanta. Ma non fece in tempo ad assistere al fallimento di quell’ultimo ritorno di nazionalismo. Si spense a Venezia l’1 novembre 1972, quando da tempo, oppresso dalla stanchezza e dalla depressione, viveva ritirato e tutto dedito al completamento dei suoi tormentati e discussi Cantos.

Italo Interesse


Pubblicato il 19 Febbraio 2015

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