Cronaca

Falesia-killer e il bagnante fa spallucce

La falesia è un tipo di costa rocciosa dalle pareti alte, a picco e a sviluppo continuo. Si distingue tra falesie ‘morte’ o inattive, cioè separate dal mare e dalla spiaggia e falesie ‘vive’ o attive quando battute dal moto ondoso. Appartengono a quest’ultima specie le falesie pugliesi, delle quali gli esempi più belli si possono ammirare a Mattinata, Vieste e Polignano. Ci sono poi le falesie del Salento, più piccole ma non per queste meno belle. Falesie purtroppo regolarmente segnate dai guasti del mare. A seguito di crolli recentissimi, alcune spiagge della marina di Melendugno e dell’Otrantino saranno interdette alla balneazione. Una misura dolorosa ma necessaria. Non si scherza con le falesie. Gira in Rete un impressionante video registrato per caso il 5 agosto dello scorso anno sulla spiaggia di Saint-Jouin-Bruneval in Normandia. Un enorme blocco di trentamila tonnellate di roccia si è staccato dalla falesia abbattendosi sulla spiaggia. Per fortuna la spiaggia era così vasta che i bagnanti, raccolti vicino al bagnasciuga, sono stati risparmiati. A margine dei clamorosi casi di Otranto e Melendugno, una vastissima serie di piccoli crolli sta poco alla volta ridisegnando il volto della costa salentina. Micro grotte, incavi appena accennati, ponti naturali in pietra vengono giù e uno scoglio inatteso affiora dall’acqua. Oppure a cedere è un piccolissimo costone roccioso che madre natura ha posto a chiusura di un arenile e una spiaggia si accorcia di un metro. Piccoli danni cui non si dà peso solo perché per niente clamorosi, eppure affatto estranei allo stesso inesorabile fenomeno che ora mette in ansia l’industria balneare nel leccese. Ansia giustificata dal momento che contro il logorio delle falesie non esiste rimedio, salvo stravolgere il panorama stendendo barriere frangiflutti con cui spegnere l’impeto dei marosi. Ma certe soluzioni sono sostenibili solo a difesa di un lungomare, come è avvenuto per quello di Bari. Al limite, nei punti peggio esposti, si potrebbe allungare  le spiagge attraverso il ‘ripascimento’, cioè versando in acqua milioni di tonnellate di sabbia e ghiaia. Solo che, al di là dei costi dell’operazione e della difficoltà di reperire materiale dello stesso colore, granulometria e tipologia, sarebbe sul piano ambientale una soluzione sostenibile? Sulla costa brindisina, all’altezza di Apani si sta considerando un’altra idea : costruire un barriera frangiflutti sotto il pelo dell’acqua. Basterà?… E la gente, intanto? Ad Apani alcuni bagnanti l’estate scorsa prendevano il fresco proprio sotto la falesia, malgrado cartelli espliciti e ben visibili. E pensare che proprio nella vicinissima oasi di Torre Guaceto  tempo fa un giovane ricercatore perse la vita sommerso da una frana…. Avviciniamoci ora al capoluogo. A Cala Colombo a Torre a Mare il pericolo è altissimo. Addirittura un tratto di strada è stato vietato alla circolazione. Non basterà – si accettano scommesse – a scoraggiare bagnanti simili a giocatori da roulette russa.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 9 Aprile 2014

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