Cronaca

Filippo Maria Boscia: “Non è vero che l’aborto sia tutela della salute della donna”

Recentemente Papa Francesco, parlando ai farmacisti, ha definito l’aborto un omicidio e ha ribadito il diritto all’ obiezione di coscienza. Abbiamo intervistato in merito il Presidente nazionale dei medici Cattolici italiani, il barese professor Filippo Maria Boscia.

Professor Boscia, che cosa pensa delle parole del Papa?

“Credo che abbia voluto controbattere alcune tesi che circolano in Europa e nel Parlamento europeo dove si parla di aborto come diritto e addirittura tutela della salute. Da medico, prima ancora che credente affermo che non è vero che l’aborto sia tutela della salute della donna, anzi andiamo a peggiorare le sue condizioni. Si tratta di una tesi non sostenibile dal punto di vista medico. Quanto all’ obiezione di coscienza è un diritto che nessuno può togliere. Il problema di fondo è la mancata presa di coscienza di che cosa è l’embrione, è vita”.

Cioè?

“Se creiamo un embrione in vitro, la donna dice che è mio figlio e se per caso lo si distrugge parla di perdita del figlio. E allora se l’ embrione in vitro è vita, o è vita sempre o non è vita mai, si mettano d’ accordo. Abortire è come buttare un figlio dalla finestra, non si ascolta mai il grido silenzioso dei bambini abortiti che non possono gridare o protestare”

Come ne esce una donna dall’aborto?

“Male, psicologicamente, è una tragedia. Me ne accorgo quando vengono da me donne che nel passato hanno abortito, si portano appresso una ferita mai guarita. L’ aborto prima di tutto lede la dignità della donna”.

Perchè le parole del Papa così dure non hanno trovato eco nella stampa?

“Vi è uno squilibrio informativo da omologazione. Se il Papa dice cosa gradite al mondo e al comune modo di pensare, sono rilanciate dalla grande maggioranza dei media, ma se afferma cose che vanno contro il pensiero unico mondano, ecco che viene silenziato o quasi”.

Ma perché si abortisce con tanta frequenza?

“Io vado a monte. Oggi dal punto di vista generale si vive una sessualità corrotta ed edonista, si ritiene ad esempio che l’ embrione ci appartenga. E’ una società che ha abolito o quasi il senso religioso, vive come se mai dovesse fare i conti con Dio o come se Dio non esistesse. Come c’è un diritto al non credere, deve esistere ed essere protetto un diritto alla fede. Quanto al modo di vivere la sessualità che è rivolta alla procreazione, bisogna riconoscere che in questo momento storico è vittima di una visione edonista, si pensa che col corpo e col sesso ciascuno possa fare quello che vuole, banalizzando la vita sessuale. Libertà non è fare quello che si vuole, ma al contrario vivere il sesso secondo senso di responsabilità e dignità. Per quanto riguarda l’obiezione di coscienza, il medico non è uno zerbino e ne ha tutto il sacrosanto diritto”.

Bruno Volpe

 


Pubblicato il 23 Ottobre 2021

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio