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‘Gigi’ Frisini aveva la baresità dentro e ha lottato sempre, scopritore di vari talenti, non ha mai mollato

Il 2 Giugno doveva essere e resterà sempre la festa della Repubblica italiana, ma a questo giro ha visto la dipartita, all’età di 77 anni, di un grande uomo di sport e di calcio, Luigi per tutti ‘Gigi’ Frisini, ex calciatore del Bari primavera, dirigente di successo prima del San Paolo Bari e poi del suo Liberty Bari, dove è stato uno degli artefici principali di tale rinascita; ma non solo perché ha rivestito il ruolo di opinionista eccellente, straordinariamente preciso e schietto nelle sue disamine al Tbsport condotto da Enzo Tamborra. Porgendo le nostre condoglianze a tutti i suoi familiari, ed in particolare ai fratelli e alle sorelle: Gianni, Mariella, Mario, Mimmo, Franca e Loredana e tutti i nipoti, abbiamo scelto di omaggiare il grande Gigi Frisini con una sorta di raccoglitore di ricordi da parte di amici, di sportivi che lo hanno avuto, concludendo con una bellissima lettera finale di una sua amata nipote.

Nel Bari ci ha giocato per una vita, prima da calciatore e poi facendo il percorso da allenatore delle giovanili e collaboratore tecnico, Giovanni Loseto, barese purosangue come Gigi ha voluto ricordarlo, ai nostri microfoni, alcuni momenti in cui il leone Frisini ha combattuto per quella sua battaglia infinita sulla baresità: “Ha sofferto tanto nell’ultimo periodo, la terra gli sarà lieve e ci sorveglierà da Lassù. E’ stato un genio incompreso. E’ stato un opinionista unico, spontaneo, quando c’era qualcosa che non quadrava non le mandava a dire, non risparmiava critiche alla società di turno, non si faceva mai problemi e non ha mai avuto nemici. Quando ho appreso della sua dipartita sono rimasto male, anche se sapevo che non stava bene, è stata comunque una brutta notizia e non mancherò di porgere l’ultimo saluto alle sue esequie. Vi svelo un aneddoto riguardo l’ultima partita da lui organizzata di beneficienza, lui amava Bari ed i baresi, e faceva veleno contro i ‘perbenisti’. Nella sua carriera è stato anche un brillante direttore sportivo e direttore generale. Torno all’episodio che ho ancora in testa, della partita della baresità. Andammo insieme ad incontrare un dirigente politico per chiedere l’uso dello Stadio della Vittoria, quando uscimmo di lì era affranto e sconsolato perché aveva capito l’antifona, ed alla fine l’abbiamo disputata altrove, con numerose defezioni dell’ultim’ora. Con Giorgio (De Trizio, ndr) lo andammo a rincuorare qualche tempo fa, e vi assicuro che sino alla fine non ha mollato. Era un grande uomo, mio fratello Pasquale me ne parlava di quando ci ha giocato contro nelle amichevoli con il Bari. Gigi è stato uno dei pochi a difendere sempre il Bari dei baresi, ed i baresi, a lui resterò per sempre legato, con affetto il suo amico Giovanni Loseto”.

Il giornalista Enzo Tamborra caporedattore sportivo di TeleBari, giornalista di Repubblica e presentatore dello storico TbSport, dove il caro Gigi per anni, il lunedì andava come opinionista per commentare le partite del Bari, intercettato dai nostri microfoni ha ripetuto quanto già aveva scritto per ricordarlo sulle pagine del sito di TeleBari, ne riportiamo uno stralcio significativo: “Hai lottato sempre da leone. Una battaglia infinita, che ti faceva sembrare persino ingenuo, tu che parlavi sempre di maglia sudata e che ti commuovevi sino alle lacrime per ricordare il calcio di una volta. Ne eri così innamorato, da dare il buongiorno alle prime luci dell’alba allo stadio della Vittoria. Uno di quegli amori che non finiscono mai. Hai giocato nel settore giovanile del Bari, ma poi ti cedettero all’Aradeo, dove hai cominciato da mito del calcio dilettantistico. Del Putignano sei stato la bandiera. I campi di provincia sono stati casa tua anche da dirigente. Hai contribuito a rilanciare il Liberty, squadra storica della tua città. Per quel che mi riguarda, sei stato mio ospite del cuore al Tbsport, schietto e senza peli sulla lingua. Ti abbiamo voluto bene e te ne vorremo sempre. Idolo”.

L’ex capitano della Sly United, Claudio Clementini che ha appeso da poco le scarpe al chiodo, è stato in quel San Paolo Bari dei miracoli con Frisini direttore: “Ho appreso in mattinata la brutta notizia. Ho vissuto soltanto un anno con lui, posso dire che era una grande persona, sempre disponibile e grande conoscitore di calcio. Dopo quell’anno quando ha rifondato il Liberty Bari mi voleva riportare li, aveva grande stima di me come uomo e calciatore. Era una persona eccezionale, viveva il campo ogni giorno. In quell’anno giocavamo allo Stadio della Vittoria che amava e ci raccontava di quando era piccolo lui. Un grande abbraccio alla sua famiglia, il mondo del calcio perde una grande persona”.

Anche un altro capitano e bandiera del Taranto, il bomber Beppe Genchi lo ha ricordato poiché quando aveva 17anni al San Paolo Bari, Gigi Frisini è stato il suo formatore ed anche direttore sportivo: “Ricordo che mi è stato molto vicino in quell’annata importante ai tempi del San Paolo e mi ha dato sempre e solo consigli utili. Ogni volta che dopo l’ho incontrato esprimeva sempre la sua facendomi capire che mi stava seguendo il mio percorso di crescita. Tra di noi correva una stima reciproca perché io lo seguivo nella sua nuova veste di opinionista e lui nelle squadre in cui ho militato. Ma principalmente quando ci incontravamo, finivamo per ricordare quell’anno strepitoso al San Paolo. Ho perso il mio mentore dei miei primi anni di un calcio che contava, un abbraccio ideale ai suoi cari e familiari”. Sua la foto della maglia del San Paolo Bari, per omaggiare il direttore Frisini, suo mentore ad inizio carriera.

Sergio Fanelli, tifoso barese doc, ex assessore alla provincia, stava sempre insieme a Gigi ed al gruppetto dei baresi ex calciatori: “Gigi è stato per me un fratello maggiore. Amante della baresità che aveva nel sangue, in tutto. La grande bellezza è stato conoscerlo ed essergli stato amico. Era sempre sarcastico, sdrammatizzava ogni situazione, era un vulcano di idee, di calcio, di associazionismo e del calcio pulito. Un punto di riferimento per i giovani e non solo. Lo avevo sentito due giorni fa, e martedì sarei andato a trovarlo. Ciao Gigi fratellone fai buon viaggio, mi mancherai. Mi mancherà il tempo trascorso insieme, le partite del nostro Burraco ed il tuo inimitabile sarcasmo”.

Era un altro amico suo stretto ed insieme a Giovanni Loseto è stato un’altra bandiera e capitano del Bari, Giorgio De Trizio: “Gigi è stato un punto di riferimento per tutti noi. Un uomo molto colto, ironico, simpatico ed uno che capiva di calcio come pochi. Romantico di un calcio che non c’è più. Un amico e grande uomo, mi stringo vicino al dolore dei propri cari”.

Mimmo Magistro, presidente onorario dell’Amatori Volley, ma anche suo presidente del Liberty Bari e dell’associazione ‘Maglia biancorossa’ ha detto di Gigi: “Ho appreso della tragica notizia del mio amico fraterno, Gigi Frisini. Fu lui a convincermi il 1990 nel fare il Presidente del Liberty riportando a Bari la squadra. E con lui e altri ex atleti e dirigenti del Bari costituimmo l’Associazione Maglia Biancorossa, di cui era ancora vice presidente, che si costituì contro quanti mortificarono la storia del Bari vendendo numerose partite. Domani (ieri ndr), mercoledì 3, alle ore 16.30, lo saluteremo nella Cattedrale del Bari. Ma lui in cielo con il suo sorriso sta già parlando di calcio, non ne potrà mai fare a meno. Un abbraccio ai suoi cari ed in particolare al fratello Mimmo, altro mio amico fraterno, grande atleta di pallavolo e di atletica leggera. Con Gigi siamo cresciuti al Redentore e poi infinite erano le partite con la De Martino (la squadra riserve del Bari, ndr) e la prima squadra, lui battagliava sempre, così come ha fatto fino alla fine in modo indomito, ci lascia un grande uomo, riposa in pace amico mio”.

Toto Lopez, capitano biancorosso sotto la guida tecnica di Bruno Bolchi, ha speso un pensiero per omaggiare il suo caro amico: “Gigi era l’amico di tutti, lo conoscevano tutti ed era amato di tutti. Era uno generoso e voleva fare tante belle iniziative. Il suo cruccio era quello che a Bari che non si rivolve mai, della baresità. Lui ha fatto di tutto, e lo meritava di mettersi a disposizione di chi gestiva il Bari. Ma difficilmente lo hanno fatto godere di questa gioia, ma Bari è così. Gigi pieno di iniziative, amava il calcio e la sua lotta era quella di trasferire la baresità alla società. Un ragazzone generoso, ciao Gigi che la terra ti sia lieve”.

Antonio Di Gennaro, ex capitano biancorosso e del Verona scudettato di Bagnoli, con un passato da allenatore in seconda e da svariati anni è opinionista di successo, era molto legato a Gigi ed ha voluto omaggiarlo così: “Se ne va un amico molto caro, una persona che aveva un carattere ‘fumantino’ come al sottoscritto. Era attaccato al passato ad un calcio romantico, un eterno sognatore, ed anche su questo mi sento in piena condivisione con Gigi. Ha ruggito sempre come un leone, anche prima che fosse ricoverato alla clinica di Bitonto. Da dicembre non usciva più però ci sentivamo al telefono per lunghe chiacchierate e lo sentivo bello carico. Poi l’ho sentito affaticato più di recente ed ho dovuto interagire con il fratello, Mimmo. Un guerriero, una scorza dura, una persona con la quale molte volte mi sono confidato. Ricordo cinque-sei anni fa quando veniva a casa mia, e mi portava nella sua Putignano dove era considerato come un re e mi portava in una pasticceria dove facevano un latte di mandorle incredibile che piaceva moltissimo anche a mia moglie. Domani (ieri, ndr) faremo l’ultimo saluto in Cattedrale, nella sua Bari. Perdo un amico, uno vero in tutte le sue sfaccettature, ciao Gigi, continua a darmi consigli da Lassù”.

Come preannunciato in apertura della pagina dei ricordi concludiamo con una lettera d’amore di una sua nipote, Azzurra, che risiede a Milano per ragioni lavorative, ha voluto salutarlo con parole intrise d’amore: “Voglio ricordarti così: con l’inconfondibile stile con cui rivisitavi le vecchie giacche del nonno mentre ammaliavi tutti con i tuoi racconti intrisi di baresità. Con le tue mille idee che ti hanno sempre reso precursore dei tempi sin da quando ideasti la ‘pasta al forno challenge’ in onore della nonna Maria. Il tuo amore per la carta stampata che ti portavo ogni mattina in ospedale quando allietavi con la tua ironia dissacrante il rito del prelievo mattutino. Mi avrai augurato centinaia di volte “buon viaggio” accompagnandomi all’alba in aeroporto. Stavolta, purtroppo, tocca a me farlo. Buon viaggio zio, lo stadio dei sogni ti aspetta. La tua Azzurra”.

 

Marco Iusco

 

 

 

 

 

 


Pubblicato il 4 Giugno 2020

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