Cronaca

Giovani a rischio devianza: il centro Chiccolino 2.0 riapre i battenti

 

Inaugurato a Bari, nel quartiere periferico di san Girolamo, proprio di fronte al waterfront, il nuovo centro diurno polifunzionale per la prevenzione e il reinserimento sociale dei giovani a rischio devianza dell’area penale “Chiccolino 2.0”, un servizio realizzato a San Girolamo, su lungomare IX Maggio 78, dal Comune di Bari in rete con la Regione Puglia e il ministero di Giustizia.

Presenti il sindaco Antonio Decaro, l’assessora al Welfare Francesca Bottalico, il direttore del Centro di giustizia minorile di Puglia e Basilicata Giuseppe Centomani e i rappresentanti dell’Ati composta dalle cooperative C.R.I.S.I e Occupazione e Solidarietà, che gestiscono il centro a seguito di aggiudicazione con bando pubblico. La struttura, che sarà destinata a 40 persone di età compresa tra i 14 e i 25 anni, sorge in un bene confiscato alla criminalità organizzata ed è frutto della co-progettazione tra l’assessorato al Welfare, il ministero di Giustizia e lo stesso soggetto aggiudicatario.

Il centro punta a creare uno spazio di accoglienza e opportunità di aggregazione in un’ottica di prevenzione e persegue finalità educative, di animazione e di riscatto sociale. L’obiettivo prioritario del servizio, è infatti quello di sperimentare nuovi percorsi educativi, al fine di favorire il reinserimento socio-lavorativo degli ospiti e di contrastare i fenomeni di recidiva. Chiccolino 2.0 intende costruire percorsi di autonomia orientati verso una concreta esperienza di giustizia riparativa. A tal fine opererà su due fronti: da un lato come centro orientato all’aggregazione tra coetanei, alla socializzazione e al protagonismo sociale degli utenti, dall’altro cercherà di stimolare il loro processo formativo all’apprendimento di competenze e abilità sociali e, più in generale, alla costruzione di un diverso rapporto con le dimensioni di spazio e tempo, il mondo adulto e le istituzioni. “Siamo felici di inaugurare una nuova era di Chiccolino, un luogo simbolo per il quartiere e l’intera città – ha detto il sindaco Antonio Decaro -. Questo è uno spazio di cura, dove si insegna ai ragazzi a guardare al proprio futuro, a crederci; qui si insegna a lavorare per costruirsi il futuro, si insegna a creare una  nuova opportunità. San Girolamo era un luogo spesso associato alla criminalità organizzata e a episodi drammatici oggi, invece, sta imparando ad avere fiducia in se stesso e sta costruendo una nuova prospettiva. Inaugurare, in questo quartiere, un luogo come questo, dimostra che non ci sono storie scritte una volta per tutte e che le cose possono cambiare davvero, non solo per un rione ma soprattutto per le persone che ci abitano, a maggior ragione se si tratta di giovani che hanno commesso degli errori.

Le cose fortunatamente stanno cambiando, grazie a una complessa operazione di riqualificazione urbanistica realizzata, che nonostante i limiti e i problemi ancora irrisolti, è nei fatti una ricucitura fisica e sociale che ha cambiato il volto del quartiere e ne può determinare il futuro. La nostra è stata un’opera di ricostruzione non solo territoriale e ambientale ma anche e soprattutto sociale che ha riqualificato e fatto divenire questo quartiere simbolo di riscatto e di benessere. Ci vuole pazienza, ci vuole cura da parte di tutti, le stesse qualità che investono gli educatori di questa struttura nel lavoro straordinario che fanno con questi ragazzi- ha concluso Antonio Decaro”. “Oggi diamo avvio a una delle prime esperienze del genere in Italia – ha sottolineato Francesca Bottalico -, un centro diurno polifunzionale per l’accompagnamento e il reinserimento sociale di minori coinvolti nel circuito penale, che diventa un presidio di prevenzione e promozione culturale della non violenza e della legalità aperto al territorio. Questo centro è il frutto e il successo di un lavoro di squadra. Mi preme infatti sottolineare che si tratta di un progetto che nasce dal lavoro di confronto svolto tra l’assessorato comunale al Welfare e il ministero di Giustizia con il supporto della Regione Puglia e della rete di associazioni che hanno deciso di aderire spontaneamente al progetto, a partire dai bisogni, dalle richieste, dalle storie dei ragazzi e dall’analisi del cambiamento delle dinamiche della devianza minorile, in coerenza con i nuovi percorsi individuati dalla giustizia riparativa.

Chiccolino 2.0 accoglierà 40 ragazzi provenienti non solo dal nostro comune. Saranno creati numerosi laboratori che consentiranno di mettere in moto un processo di rieducazione. Si lavorerà molto sulla prevenzione in modo che i ragazzi evitino di commettere reati. È questo un modo di lavorare sulla capacità di resilienza e la voglia di riscatto di chi nel corso della sua vita suo malgrado si è trovato a delinquere

Il nuovo Chiccolino ovviamente si inserisce in un programma molto più ampio di prevenzione e contrasto alla devianza minorile, che si avvale anche della Casa della prevenzione e della mediazione per scongiurare la reiterazione dei reati da parte dei minori”. “Il primo risultato raggiunto – ha dichiarato Giuseppe Centomani – è stato quello di ricostruire la fiducia tra le istituzioni. Abbiamo capito che da soli non andiamo da nessuna parte, mentre possiamo fare delle cose ottime mettendo insieme le risorse di cui il ministero della Giustizia e il Comune dispongono.

I ragazzi hanno bisogno di punti di riferimento seri, carismatici, in grado di affascinarli. Perché i precedenti esempi sono quelli che li hanno portati ad avere comportamenti devianti, a perdere anni di scuola, a frequentare ambienti criminali. Quello che dobbiamo fare è strutturare nuovamente la relazione tra questi ragazzi e la loro comunità e fare in modo che la comunità si renda conto che questi minori sono in grado di fare anche cose positive. È per questa ragione che molte delle attività che abbiamo programmato insieme si svolgono nella logica dei lavori di utilità sociale, interventi che consentano loro di restituire alla società una parte di ciò che le hanno tolto con i loro comportamenti devianti. Questo è il nostro obiettivo, e insieme quello di recuperare rapporti qualificanti tra i ragazzi e il contesto in cui vivono”.

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Marina Basile

 

 


Pubblicato il 6 Settembre 2019

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