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“braccio di ferro” concluso: Emiliano sarà ascoltato in commissione Antimafia il 10 maggio

Concluso a favore del governatore pugliese, su cui però è tornato a ironizzare il capogruppo di Fi al Senato, Maurizio Gasparri

Il braccio di ferro tra Emiliano e l’Antimafia sulla data su cui il governatore deve essere ascoltato in Commissione si è concluso a favore del primo. Infatti, il Presidente della Regione Puglia sarà ascoltato in Commissione parlamentare il prossimo 10 maggio. Dunque, esattamente nel primo giorno in cui il governatore si era dichiarato disponibile all’audizione. “È una data che avevo indicato, nella quale sono disponibile rispetto agli impegni istituzionali. Mi auguro che l’audizione possa contribuire a rasserenare gli animi. Ho dato la mia disponibilità” – ha spiegato con una nota il Presidente pugliese. Ed ora anche se la polemica sulla sua convocazione sembra essere chiusa, si annuncia un dibattito che riguarderà proprio il contenuto dell’audizione di Emiliano, mentre per il giorno 8 maggio è stato convocato in audizione il Procuratore di Bari, Roberto Rossi. Quindi, se la strategia di Emiliano – secondo quanto sostengono alcuni – fosse quella di fare in modo da essere audito dopo il capo della Procura barese, allora è pienamente riuscita. Ma a prescindere da tale considerazione, sulla convocazione dell’ex-pm antimafia dal 2004 in politica e dal 2015 alla guida della Regione Puglia c’è molta attesa, soprattutto da parte dei membri del centrodestra (e non solo). I temi dei quesiti da porgli sono stati già in parte anticipati dalle indiscrezioni di alcuni parlamentari, componenti della commissione Antimafia, durante le scintille dei giorni con il governatore Emiliano per la dichiarata indisponibilità a partecipare in audizione il 2 maggio scorso. Alcuni giorni fa erano circolate indiscrezioni, mai confermate, su una possibile connessione tra la richiesta di dimissioni dell’ex commissario straordinario dell’agenzia regionale della Puglia, Alfonso Pisicchio, ora agli arresti domiciliari, e l’inchiesta ancora segreta che lo riguardava. Nelle settimane precedenti avevano invece sollevato perplessità e scalpore le dichiarazioni di Emiliano, il quale aveva detto di avere accompagnato anni fa l’attuale sindaco di Bari, Antonio Decaro (all’epoca – come si ricorderà – assessore alla Mobilità nella giunta comunale dello stesso Emiliano), a casa della sorella di un boss di Bari vecchia, per rassicurarlo su una minaccia ricevuta, a causa dell’istituzione della zona pedonale in quella parte di Città vecchia. Episodio, questo, già reso noto da Emiliano nel 2022 durante una trasmissione televisiva a cui partecipava anche il sindaco Decaro, però ora smentito dallo stesso Decaro 24 ore dopo essere stato ricordato durante il comizio alla manifestazione di protesta per la nomina della commissione di accesso agli atti del Comune di Bari da parte del Viminale, a seguito delle note e recenti vicende giudiziarie baresi. Dura era stata la reazione della presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo (Fdi), che aveva affermato: “Le parole di Emiliano, vere, false o fraintese sono profondamente sbagliate. Tutte le volte che uno subisce una minaccia, chiunque questi sia, deve denunciare”.
Un confronto serrato, seppure a distanza, che si è rinnovato in questi giorni, quando ad accendere i contrasti è stata la pretesa di Emiliano di voler essere lui a scegliere la data dell’audizione in Antimafia, dopo essere stato preavvisato dalla commissione della imminente convocazione. La richiesta di audizione riguarda per l’appunto vicende e recenti inchieste sui rischi di infiltrazioni mafiose nel territorio pugliese e in particolare a Bari. Infatti, in una lettera indirizzata agli uffici della stessa commissione parlamentare, lo scorso 24 aprile Emiliano aveva chiesto lo slittamento dell’audizione a dopo la seduta di Consiglio regionale del 7 maggio prossimo, affinché la data della sua presenza in commissione Antimafia non coincidesse con i giorni legati alla discussione e votazione della mozione di sfiducia presentata nei suoi confronti dall’opposizione di centrodestra alla Regione e fissata nei suoi tra il 7 e il 9 maggio. Richiesta, quella del governatore pugliese, che aveva scatenato però le ire di alcuni parlamentari che avevano dichiarato: “Emiliano non può esimersi dal venire in audizione” e che avevano poi indotto la Commissione a decidere di anticipare al 2 maggio. L’audizione. Pronta la replica di Emiliano che, in una lettera indirizzata alla presidente Colosimo, aveva comunicato la propria “indisponibilità” per quella data, dicendosi pronto ad essere ascoltato “in ogni momento dal 10 al 30 maggio”, ossia dopo la conclusione del dibattito sulla fiducia al sui governo regionale. Nella missiva Emiliano aveva anche evidenziato che il 2 maggio avrebbe dovuto partecipare alla Conferenza delle Regioni. In seguito, martedì scorso e sempre in una lettera, la presidente Colosimo aveva sottolineato: “Entrambi conosciamo le liturgie politiche e sappiamo che alla Conferenza dei presidenti delle Regioni si può mandare un delegato in propria vece. Lei non è, in realtà, disponibile ad essere audito”. In tutta risposta Emiliano aveva rivendicato il suo “diritto alla partecipazione alla Conferenza delle Regioni che non è una ‘liturgia politica’ ma a un dovere istituzionale”. In definitiva, il governatore Emiliano ha raggiunto l’obiettivo prefissatosi e non è di certo un mistero intuire le ragioni recondite per il differimento della sua audizione a dopo di quella del procuratore Rossi. Però, ad ironizzare sulla “pretesa” di Emiliano a voler essere lui a decidere quando essere ascoltato in Antimafia, ancora una volta è stato il presidente del Gruppo dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che con una nota ha commentato: “Capisco le osservazioni della Presidente dell’Antimafia, onorevole Colosimo, in riferimento alla renitenza all’audizione di Emiliano. Però capisco anche che di fronte a un colosso della magistratura, della politica, del buon governo e della sana amministrazione si debbano fare dei passi indietro”, perchè “credo che Emiliano abbia molti impegni”. Infatti, ha proseguito Gasparri: “Un giorno va a trovare la sorella del boss, un altro giorno fa un comizio con un prete che dice che Piantedosi è un criminale, un altro giorno ancora deve ascoltare le notizie sui propri collaboratori che così si dimettono prima di essere arrestati e così via”. Insomma, per il capogruppo di Fi a Palazzo Madama, “Emiliano ha troppo da fare per perdere tempo con la Commissione Antimafia”. E, in realtà, non è detto che non sia effettivamente così per un governatore, ex pm-antimafia, verosimilmente in delirio di potenza e prepotenza.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 4 Maggio 2024

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