Cultura e Spettacoli

Giuseppe Capocasale, l’invincibile

Negli anni cinquanta l’A.S. Bari, travolta da una di quelle crisi societarie che oggi si risolvono col fallimento, stabilì un triste primato al presente imbattuto : La retrocessione in tre anni dalla serie A alla IV serie. A sollevare le sorti della patria biancorossa fu chiamata una vecchia gloria cittadina che poco anni prima, e proprio col Bari, aveva dato il via ad una fortunata carriera di allenatore. Duttile uomo di centrocampo, Francesco Capocasale aveva iniziato la sua carriera di calciatore nel 1936 a Bari e ancora a Bari l’aveva chiusa nel 1947 dopo una prestigiosa parentesi nella Juventus (complessivamente, 129 partite in biancorosso e 55 in bianconero). L’anno del suo ritiro aveva fatto parte della più forte formazione biancorossa di tutti i tempi, quella che nel campionato di serie A ’46-’47, si classificò settima, piazzamento ancora ineguagliato. Capocasale, riuscì nel miracolo di riportare il Bari in B nel giro di due campionati (il resto dell’impresa sarà completato da  Paolo Tabanelli nel 1958 col ritorno in A). Realizzata la sua impresa, il Nostro andò ad allenare nei tre anni successivi società a mala pena attrezzate per la permanenza (Sambenedettese, Catania e Anconitana). Nessuna di queste squadre retrocesse e ciò creò intorno a Capocasale l’aura del Salvatore dei poveri. Era diventato ‘l’invincibile’. E a chi allora a febbraio del 1960 poteva ricorrere il Bari che, guidato da Tabanelli, languiva al penultimo posto in A? Andato via Tabanelli, Capocasale  si diede da fare a rilanciare alcuni giocatori rimasti in ombra. I migliori risultati li ottenne con Paolo Erba che, avendo all’attivo solo cinque centri nelle ultime 19 gare, mise a segno nove reti nei restanti quindici incontri. Il Bari si salvò alla penultima giornata e Caposacasale confermò la sua fama di allenatore invincibile. Andò via però a novembre dello stesso anno : aveva capito che il miracolo non si poteva ripetere, che la rosa restava debole e che la società si andava ‘sporcando’. Puntualmente, l’anno dopo il Bari retrocesse e con dieci punti di penalizzazione a causa dello scandalo Tagnin (il mediano, che due anni dopo si sarebbe laureato campione d’Europa con l’Inter di Herrera, era stato il cardine di una combine fra Bari e Lazio). Capocasale andò allora ad allenare il Taranto in serie C ; per due anni la società jonica non ebbe problemi di permanenza. Nel ’64-’65 venne ancora richiamato a Bari, che allora militava in B. Terminò la carriera sedendo sulle panchine di Trani e Pescara. A Giuseppe Capocasale  sono stati intitolati il capo sportivo di San Girolamo e una delle salite dello Stadio San Nicola.

Italo Interesse


Pubblicato il 6 Agosto 2015

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